I Giardini della Mortella – Ischia (NA)

Il Giardino Mediterraneo nelle Città

Parlare di Giardino Mediterraneo nelle Città costiere, oggi, significa parlare di una soluzione intelligente, resiliente e identitaria per il verde urbano. È una risposta diretta e sostenibile alle sfide climatiche del nostro territorio, come la siccità estiva e le ondate di calore. Vediamo cos’è, perché è così importante e come possiamo concretamente integrarlo nelle nostre città.

di Francesco Cancellieri *

Cos’è il Giardino Mediterraneo: oltre lo stereotipo

Il Giardino Mediterraneo non è semplicemente un giardino con ulivi e lavanda. È una filosofia di giardinaggio basata sull’osservazione e l’emulazione del paesaggio naturale locale (la macchia mediterranea), creando uno spazio in armonia con il clima, il suolo e la fauna del luogo.

Le sue caratteristiche chiave sono:

  1. Resilienza alla Siccità (Xerofilia): È il suo superpotere. Si utilizzano piante che hanno sviluppato strategie per sopravvivere a lunghe estati calde e secche. Foglie piccole e coriacee, spesso argentate o grigiastre per riflettere la luce (es. lavanda, elicriso, cineraria), o piante succulente, che immagazzinano acqua (es. agavi, aloe, fico d’India).
  2. Bassa Manutenzione: Dimentichiamoci i tagli settimanali del prato. Un giardino mediterraneo, una volta attecchito, richiede pochi interventi: potature mirate, irrigazioni di soccorso solo nei primi anni o in periodi di siccità estrema, e nessuna concimazione chimica.
  3. Struttura e Materiali Naturali: La struttura del giardino è fondamentale quanto le piante. Si fa largo uso di materiali locali e permeabili, che si integrano con il paesaggio:
    • Pietre e Rocce: Muretti a secco, roccaglie e sentieri in pietra locale (come la pietra di Siracusa o calcari locali) non solo hanno una funzione estetica, ma creano microclimi, trattengono l’umidità notturna e offrono rifugio a piccoli animali.
    • Ghiaia e Lapillo: Usati come pacciamatura, sopprimono le erbe infestanti, riducono l’evaporazione dell’acqua dal suolo e conferiscono un aspetto ordinato e naturale.
    • Legno: Indicato per pergolati, panchine o strutture, spesso lasciato invecchiare naturalmente.
  4. Biodiversità e Dinamismo: È un giardino vivo. Le fioriture si susseguono durante l’anno, con un picco in primavera e in autunno, mentre in estate il giardino entra in una fase di riposo, dominata dai toni argentei e verdi-grigi del fogliame. Attrae e nutre api, farfalle, uccelli e altri impollinatori, diventando un’oasi di biodiversità.
  5. Piante Iconiche (adatte alla Sicilia):
    • Alberi: Ulivo, Carrubo, Melograno, Fico, Agrumi (in posizioni riparate), Leccio, Pino marittimo.
    • Arbusti: Oleandro, Mirto, Rosmarino, Lavanda, Cisto, Ginestra, Euforbia, Westringia, Teucrium.
    • Erbacee Perenni e Graminacee: Gaura, Salvia ornamentale, Elicriso, Santolina, Agapanto, Verbena, e graminacee come Stipa e Festuca.
    • Rampicanti: Bougainvillea, Gelsomino, Plumbago (Gelsomino azzurro).

Come integrare il Giardino Mediterraneo in città costiere

L’integrazione non riguarda solo i grandi parchi, ma ogni frammento di spazio urbano. Si tratta di creare una “rete verde” resiliente. Ecco alcune applicazioni pratiche:

1. Riqualificazione di Aiuole e Spartitraffico: Trasformare le attuali aiuole, spesso coltivate a prato o con piante annuali che richiedono enormi quantità d’acqua e manodopera, in piccole oasi mediterranee. Utilizzando arbusti bassi, graminacee e coprisuolo resistenti alla siccità e all’inquinamento (come rosmarino prostrato, cineraria marittima o lantana), si riducono i costi di gestione e il consumo idrico, garantendo una copertura verde e fiorita per gran parte dell’anno.

2. Verde Stradale (Tree Planting): Piantare alberi adatti al contesto urbano mediterraneo. Invece di specie inadatte, si dovrebbero privilegiare alberi come il Leccio, la Carruba o l’Albero di Giuda, che offrono un’ombra densa, richiedono poca acqua una volta stabiliti e resistono bene al caldo e all’inquinamento, contribuendo a mitigare l’effetto “isola di calore”.

3. Parchi e Giardini Pubblici: Nei parchi, si possono dedicare ampie sezioni a praterie fiorite mediterranee (con papaveri, margherite, fiordalisi locali) al posto del prato tradizionale, riducendo drasticamente il bisogno d’acqua e creando habitat adatti per gli impollinatori. Le aree più strutturate possono seguire i principi del giardino mediterraneo, con sentieri in ghiaia, sedute ombreggiate da pergolati con rampicanti e macchie di arbusti aromatici.

4. Cortili, Terrazzi e Balconi Privati (Giardinaggio Diffuso): Promuovere la cultura del giardino mediterraneo anche a livello privato. La coltivazione in vaso di piante come agrumi, lavanda, salvia, rosmarino e piante grasse è perfettamente possibile e contribuisce a creare un microclima più fresco attorno agli edifici. L’uso di vasi in terracotta aiuta a mantenere le radici più fresche. Questo “verde diffuso” contribuisce alla rete ecologica della città.

5. Infrastrutture Verdi: Tetti Verdi e Pareti Verdi: Per le nuove costruzioni o le ristrutturazioni, si possono implementare tetti verdi di tipo “estensivo” utilizzando piante mediterranee a bassa manutenzione, come le succulente (es. Sedum) e piccole perenni. Queste soluzioni migliorano l’isolamento termico degli edifici, riducono il deflusso delle acque piovane e creano nuovi habitat in quota.

In conclusione, per una città costiera, abbracciare il modello del Giardino Mediterraneo significa:

  • Risparmiare acqua, una risorsa sempre più preziosa.
  • Ridurre i costi di manutenzione del verde pubblico.
  • Aumentare la biodiversità urbana.
  • Mitigare gli effetti del cambiamento climatico, come le ondate di calore.
  • Riscoprire e valorizzare l’identità paesaggistica locale, creando spazi urbani più belli, sani e in sintonia con l’ambiente che li circonda.

Sebbene il giardino mediterraneo sia, come abbiamo visto, una delle soluzioni più logiche e sostenibili per il verde urbano nelle Città costiere, non è esente da possibili criticità. È importante conoscerle non per scartare l’idea, ma per progettare e gestire questi spazi in modo consapevole, prevenendo i problemi.

Le “controindicazioni” del giardino mediterraneo in città sono principalmente legate a una cattiva progettazione, a una gestione inesperta o a una errata percezione da parte del pubblico.

Analizziamole nel dettaglio:

1. Rischio Incendi

Questa è la controindicazione più seria in un contesto climatico come quello siciliano. Molte piante mediterranee, come le graminacee ornamentali, i cisti e le conifere nane, accumulano una notevole quantità di massa vegetale secca durante l’estate. Proprio in questo periodo, a inizio ottobre, dopo mesi di siccità, il carico di materiale infiammabile è al suo massimo.

  • Criticità: Se non gestita correttamente, un’aiuola, un parco o un bordo stradale a giardino mediterraneo può trasformarsi in un innesco per incendi, specialmente nelle zone periurbane a contatto con la campagna o in presenza di incuria (es. mozziconi di sigaretta).
  • Soluzione: È fondamentale una progettazione che includa fasce di rispetto, con materiali inerti (ghiaia, lapillo, camminamenti) o con piante meno infiammabili (es. succulente). Una corretta manutenzione, con la rimozione selettiva del secco più evidente a fine estate, è essenziale per mitigare il rischio.

2. Percezione di “Abbandono” e Disordine

Similmente ai wildflowers, ma in modo diverso, anche il giardino mediterraneo può essere percepito negativamente.

  • Criticità: Il suo aspetto non è quello di un prato impeccabile. L’estetica è più naturale, a volte “spettinata”. Le piante succulente, come agavi o fichi d’India, possono essere associate a terreni incolti e abbandonati. In autunno e inverno, alcune piante perenni possono apparire spoglie o secche, dando un’impressione di scarsa cura.
  • Soluzione: La progettazione è la chiave. Utilizzare bordure definite (in acciaio, tufo o pietra), pacciamature ordinate (ghiaia, lapillo) e una sapiente combinazione di piante sempreverdi e a fioritura scalare aiuta a dare una struttura e un senso di “intenzionalità” allo spazio. La comunicazione tramite pannelli didattici che ne spiegano il valore ecologico è altrettanto cruciale.

3. Sicurezza e Animali Indesiderati

La densità e la tipologia di alcune piante possono creare problemi di sicurezza, reale o percepita.

  • Criticità:
    • Nascondigli: Arbusti fitti e bassi (come ginepri striscianti o grandi cuscini di rosmarino) in aree poco illuminate o isolate, possono essere percepiti come potenziali nascondigli, generando un senso di insicurezza.
    • Piante Spinose: Molte piante mediterranee sono spinose (agavi, fichi d’India, alcune acacie, piracanta). Se collocate vicino a passaggi pedonali, aree gioco per bambini o percorsi per non vedenti, possono rappresentare un pericolo fisico.
    • Rifugio per Animali: Come per i prati fioriti, una vegetazione densa a livello del suolo può offrire rifugio a ratti o, in aree periurbane, a rettili, alimentando preoccupazioni nei cittadini.
  • Soluzione: Un’attenta pianificazione delle specie, in base alla localizzazione. Le piante spinose vanno collocate lontano dalle aree di passaggio. In zone sensibili, è preferibile usare piante a portamento più aperto e garantire una buona illuminazione notturna.

4. Sfide manutentive specifiche

Sebbene a bassa manutenzione, il giardino mediterraneo richiede interventi specifici, che non tutti i giardinieri tradizionali sono abituati a fare.

  • Criticità:
    • Potature Corrette: Molte piante aromatiche (lavanda, santolina, elicriso) richiedono potature specifiche dopo la fioritura per mantenere una forma compatta ed evitare che “lignifichino” e si svuotino alla base. Una potatura errata o mancata può rovinare la pianta in poche stagioni.
    • Gestione delle Infestanti: Nelle fasi iniziali, prima che le piante coprano il terreno, può esserci una forte competizione con le erbe infestanti. L’uso di pacciamature adeguate è fondamentale.
    • Diffusione Eccessiva: Alcune piante, se trovano le condizioni ideali, possono diventare invasive e “soffocare” le altre. È necessario un controllo periodico e un diradamento.
  • Soluzione: Formazione specifica per il personale addetto alla manutenzione del verde pubblico, che deve conoscere le esigenze delle singole specie mediterranee.

In sintesi, nessuna di queste controindicazioni rappresenta un ostacolo insormontabile. Si tratta, piuttosto, di importanti parametri da considerare in fase di progettazione e gestione per garantire che il giardino mediterraneo in città esprima tutto il suo potenziale, diventando una risorsa e non un problema.

* Francesco Cancellieri è ingegnere, Presidente di AssoCEA Messina APS e Responsabile Nazionale Area Tematica SIGEA-APS “Paesaggi, Aree Naturali Protette e Rete Natura 2000”.