Lettera al nuovo ministro dei Beni Culturali

Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Prof. Lorenzo Ornaghi
Via del Collegio Romano 27
00186 Roma

Bra (Cuneo), 19 Dicembre 2011

 

Illustrissimo Signor Ministro Prof. Lorenzo Ornaghi,
ci permettiamo rivolgerLe questo appello urgente, certi della Sua sensibilità.

Secondo le Nazioni Unite, il traffico illegale di opere d’arte è il quarto business del crimine mondiale dopo i traffici di droga, armi e denaro riciclato.

E l’Italia risulta essere il Paese in assoluto più colpito.

Certo, perché il Bel Paese possiede il maggior patrimonio artistico e culturale dell’umanità, con più di 3.500 musei e 2.000 siti archeologici, “materia prima” abbondante che non può sfuggire alle attenzioni senza scrupoli del mercato nero, dietro il quale sempre più presente è la criminalità organizzata.

Una presenza che i carabinieri del Comando tutela patrimonio artistico e la Guardia di Finanza tentano da anni di arginare come possono, mettendo a segno spesso colpi formidabili. Ma se nessun’opera pittorica, scultorea o architettonica può dirsi in salvo è anche e soprattutto perché il nuovo codice dei Beni culturali varato dal governo Berlusconi e dal ministro Giuliano Urbani il 22 gennaio 2004 (peraltro già parzialmente anticipato dal Decreto legislativo 29 ottobre 1999 impostato dal Governo D’Alema) prevede pene risibili: tombaroli, ricettatori e trafficanti d’arte rubata, in genere, rischiano multe così minime da apparire “comiche” (da 775 a 38.734,50 euro) e una reclusione massima di tre anni, talmente ridotta da escludere la detenzione prima di una condanna definitiva.

Il problema è che nessuna sentenza di condanna, per quanto ci è dato sapere, è mai diventata definitiva. E tra i 69.000 detenuti che oggi affollano le carceri italiane, neppure uno risulta essere in cella per avere rubato un quadro, scavato una tomba etrusca o trattato con un ricettatore straniero la vendita di un vaso antico.

Come “Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio”, avendo a massima cura il patrimonio di beni comuni del Paese, Le chiediamo, signor Ministro, che quella legge possa essere rivista e superata.
E’ una richiesta prioritaria, che riveste carattere di somma urgenza, la cui soddisfazione orienterebbe la visione della cultura e il futuro del sentire comune nazionale, oltre che contraddistinguere il suo ministero.

Il Suo predecessore, Giancarlo Galan, aveva giurato di cambiare: il 20 settembre aveva portato in Consiglio dei Ministri un disegno di legge per raddoppiare le pene da tre a sei anni. Cosa che – almeno – consentirebbe l’arresto, la custodia cautelare, l’allungamento dei tempi per la prescrizione e le intercettazioni, più che mai indispensabili per questo tipo di reati.

Signor Ministro, Le chiediamo di accompagnare l’Italia in un cammino di progresso che impedisca nuove umiliazioni del patrimonio comune, della casa comune, attraverso lo stupro delle nostre bellezze artistiche.

Le rivolgiamo questo appello, condiviso e fatto proprio dalla Rete delle 507 Organizzazioni che danno vita al Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e alla Campagna nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”, affinché quel disegno di legge riprenda il cammino da dove la caduta del Governo l’ha visto interrompersi: un cammino di Memoria, di Giustizia e di Rispetto per la storia di questo nostro amato Paese.

RingraziandoLa anticipatamente per la Sua attenzione, porgiamo le nostre più vive cordialità restando in attesa di una Sua cortese risposta.

Per Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio
Federico Massimo Ceschin
Roberto Burdese

Via Mendicità Istruita 8
12042 Bra (Cuneo).
info@salviamoilpaesaggio.it
www. salviamoilpaesaggio.it

7 commenti

  1. Gentilissima Dott.ssa Anna Finocchiaro, ho saputo in via ufficiosa(gradirei sapere dove leggere in via ufficiale) che il governo Monti ha deciso di togliere tutte le risorse destinate all’otto per mille anno2011per finanziare i voli degli aerei della protezione civile dello scorso anno e per ammodernare le carceri italiane. i beni culturali e i dissesti idrogeologici ai quali gli italiani avevano deciso di donare l’otto per mille che fine faranno?Il vostro lavoro per istruire le pratiche che penso duri un lunghissimo anno che fine ha fatto?

    Il Paesaggio e i Beni culturali italiani sono la nostra ricchezza e quanto tale va tutelata e sviluppata. Sono le uniche ricchezze che non possono essere delocalizzate e da queste bisogna ricostruire il nostro futuro .Capisco che il momento è difficile ma i detenuti se sono i galera qualche reato hanno pure commesso. Chi vive su una frana quale reato ha compiuto?Permettetemi una battuta:ora i detenuti saranno disponibili ad armarsi di palla e piccone per rimuovere le frane?
    Mi dispiace non condivido questa scelta che ha stravolto la filosofia dell’otto per mille.

    Usciti dal secondo conflitto mondiale molti territori italiani, tra i quali il Piceno, progettarono il loro futuro investendo sull’industrializzazione e sullo sviluppo di una attività lavorativa incentrata prevalentemente sul manifatturiero. Si investì moltissimo in questa ipotesi di sviluppo e le attività industriali si insediarono là dove le infrastrutture erano più confortevoli creandone anche di nuove e consumando molto terreno pregiato per costruire fabbriche ed opifici industriali.
    Ci fu lavoro per tutti ed i territori italiani in generale e quello Piceno in particolare fecero registrare un discreto sviluppo ed il raggiungimento di un buon benessere sociale.
    A distanza solo di qualche decennio da quel “progetto di sviluppo” l’attività manifatturiera sta segnando il passo ed una ad una le grandi aziende del nord insediate a seguito di benefici economici stanno andandosene creando una situazione di occupazione veramente critica. Le piccole industrie manifatturiere locali stanno reggendo ma senza grandi prospettive, i giovani con titoli di studio ragguardevoli (diploma e laurea) non trovano lavoro e sono costretti ad emigrare con grandi disagi e senza nessuna sicurezza di occupazione, il territorio è in ginocchio.
    Molti opifici sono vuoti, altri abbandonati e rimangono come grandi cattedrali senza più nessun senso e ragione di essere
    In tempi di crisi e difficoltà ci si riguarda all’interno e si fanno le opportune considerazioni.
    Questo splendido territorio Piceno fatto di mare, colline e montagne, acque, prati, splendide aree montane con incantevoli boschi, stupendi centri storici di diversa grandezza, grandi e piccoli monumenti, splendide opere d’arte è opportunamente curato e valorizzato?
    Queste risorse che sono presenti nell’area picena sono adeguatamente conservate e positivamente sfruttate per fare reddito ed impiegare i moltissimi giovani disoccupati?
    Possono i valori del territorio ed i beni culturali dare un contributo economico e lavoro al Piceno? Si investe oggi abbastanza per la cura ed il mantenimento del patrimonio ambientale e culturale?
    In questo momento di grande e profonda crisi molti sono convinti che i “beni culturali”, cioè i nostri “gioielli di casa” possano essere la nostra risorsa principale, il nostro passato e il nostro futuro e non debbano essere un peso per la collettività ma una risorsa da valorizzare e rispettare.
    Senza nessun dubbio bisogna intervenire nella loro prevenzione e tutela, sia per i beni pubblici che per quelli privati. Bisogna difenderli da eventi calamitosi e atti vandalici nella consapevolezza che essi siano il nostro futuro.
    I beni culturali vanno intesi sia come monumento che come paesaggio ed io, in questo mio ruolo di Consigliere comunale e Proprietario di un Castello, sento molto questa responsabilità, ma mi sento allo stesso modo impotente perché rilevo che non si fa abbastanza per la protezione e salvaguardia del patrimonio storico culturale e si fa ancora poco per la sua valorizzazione .
    Mi sento dunque di lanciare un appello a tutte le forza politiche, associative, culturali ed economiche che hanno a cuore questo nostro splendido territorio: “Agiamo subito prima che sia troppo tardi”. E’ oramai noto a tutti che l’Italia ha più o meno, un terzo del patrimonio artistico dell’intero pianeta, per cui una potenzialità incredibile ed una superiorità schiacciante rispetto agli altri paesi.
    Il turismo-culturale è inequivocabilmente una voce molto consistente del nostro prodotto interno lordo e quindi dovrebbe essere sostenuto e potenziato per evitare che località straniere, con esigue risorse storico culturali ma piene di iniziative e novità , si attrezzino e veicolino il flusso turistico sul loro territorio.
    Sarà bene allora cominciare a rimboccarci le maniche iniziando a urlare, che siamo veramente il paese più bello del mondo, il paese che da oltre duemila anni ha contribuito a portare la civiltà in Europa e nel mondo, a raccontare ciò che di bello abbiamo e a mostrare ciò che gli altri non hanno, un patrimonio che nessuno potrà mai acquistare.
    Ricominciamo con una politica saggia, sia istituzionale, che mediatica, lavorando tutti per uno scopo comune, quello di ridare dignità alla nostra bell’Italia e di salvaguardare e valorizzare le cose belle e la storia che abbiamo.

    Cordiali saluti. Francesco Amici consigliere comunale

  2. Tutto giusto e molto importante.
    Mi permetto un breve commento critico:
    non alimenterei il concetto che l’Italia sia il paese che possiede più opere d’arte al mondo è troppo semplicistico, basta dire che possiede un enorme patrimonio etc..
    Non utilizzerei la parola stupro in una lettera ad un illustre ministro. Termini alternativi altrettanto forti possono essere più adeguati.
    Un’ultimo commento riguarda la necessità di un cenno reguardante tanti altri temi di cui ci occupiamo, come (sopra) si fa menzione degli alberi, anche un cenno brevissimo.
    Quello che facciamo per il paesaggio ed il paese è molto importante!

  3. sono molto d’accordo con il principio ma non con la pena,dato che la galera ,in italia, non spaventa in nessun modo i delinquenti,secondo me l’unico vera pena è il LAVORO ad utilità sociale,sono fermamente convinta che il LAVORO controllato, sia l’unico vero deterrente di qualsiasi manigoldo italiano. angela

  4. Come si può non essere d’accordo.
    E’ evidente che se i Beni Culturali, paesaggio compreso, che il mondo ci invidia possono essere oggetto di saccheggio e devastazione senza che i responsabili siano adeguatamente puniti, vuol dire che i nostri governanti danno poco valore a questo patrimonio. Speriamo che queste campagne di sensibilizzazione possano trovare, prima o poi, un interlocutore attento che metta in atto le necessarie misure di salvaguardia, diversamente da quello che è avvenuto finora.

  5. Mi va benissimo ma …solo le opere d’arte?
    Qui a Vr stanno uccidendo alberi a centinaia per far posto a colate di cemento ed asfalto invece di riqualificare e rendere energeticamente sostenibili migliaia (10.000) di appartamenti sfitti e credo sia lo stesso per i capannoni in aree industriali, ma per questi non ho dati certi.
    Stesso discorso per la cementificazione di terreni agricoli, non ho dati, ma temo che il progetto di autodromo nella zona sud della provincia di Vr ci porti a superare le follie dell’Emilia Romagna. Nella provincia di Venezia ci sono altri progetti faraonici altrettanto devastanti …forse non è il ministro dei beni culturali quello competente e temo che questi “ministri tecnici” siano “amici” di cementieri, palazzinari e speculatori vari ma forse vale la pena scrivere anche altre lettere.

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