La pedemontana friulana è in pericolo!

La Regione Friuli-Venezia Giulia intende affidare in concessione la progettazione, la realizzazione e la gestione del raccordo autostradale A28-A23 Cimpello-Sequals-Gemona a ditte private utilizzando lo strumento della finanza di progetto.

L’autostrada si dovrebbe sviluppare secondo due tronconi:

• la parte a sud – Cimpello-Sequals, prevede il raddoppiamento dell’attuale superstrada gratuita a 2 corsie (completata solo nel 1998), trasformandola in autostrada a pagamento a 4 corsie con 2 corsie di emergenza ridotte, che di fatto verrebbe regalata alla ditta costruttrice

• la parte a nord – Sequals-Gemona, di nuova costruzione, si dovrebbe snodare lungo il paesaggio collinare dei comuni di Castelnovo, Pinzano, Forgaria con lunghi tratti in viadotto e alcune gallerie, per oltrepassare il torrente Arzino e costeggiare il fiume Tagliamento in prossimità degli argini e infine attraversarlo con due viadotti di lunghezza di 450 e 380 m, separati da un tratto in appoggio in corrispondenza di un’isola centrale, nei Comuni di Forgaria e di San Daniele del Friuli.

Lungo il tracciato autostradale in progetto – nato improvvisamente nel 2009 trasformando un vecchio progetto di strada al servizio della comunità in un’autostrada scollegata dalla viabilità locale – si trovano ZPS come i Magredi del Meduna, SIC tra cui il fiume Tagliamento (ultimo fiume alpino morfologicamente intatto e per questo studiato da ricercatori di tutto il mondo) e un’altra decina di siti naturalistici a vario titolo protetti.

L’impatto dell’opera risulta devastante; nei documenti della Regione gli effetti sull’ambiente sono definiti “molto negativi”, in altri documenti si parla dei costi sociali, paesaggistici e ambientali con modificazione su scala locale degli habitat per flora e fauna.

Uno studio della provincia di Pordenone, relativo al vecchio progetto di strada a scorrimento veloce a 2 corsie con un transito giornaliero di 18.000 veicoli, evidenziava come in molti punti del tracciato l’inquinamento acustico e atmosferico si avvicinasse o superasse i limiti di legge. Cosa accadrebbe con un’autostrada per cui il transito previsto, prevalentemente di mezzi pesanti, oscilla tra i 23.000 transiti giornalieri iniziali e i 53.000 del 2050? In alcuni paesi interessati dal progetto le scuole dell’infanzia e le scuole primarie si troverebbero in un raggio di 500 metri dall’autostrada, quelli più fortunati sono a meno di 2 chilometri.

Ma tutto questo non è sufficiente a far desistere da un progetto costoso e inutile. La nuova autostrada diventerebbe infatti un doppione dell’attuale A23 Tarvisio-Palmanova (la differenza è di 2 Km su tragitti di oltre 100) e non servirebbe nemmeno a decongestionare la A4 Trieste-Venezia su cui, tra l’altro, stanno iniziando i lavori per la terza corsia. Di fatto la pedemontana friulana diventerebbe un corridoio di mero passaggio e vedrebbe svanire ogni possibilità di sviluppo sostenibile.

Il Comitato A.R.C.A., sorto spontaneamente nel marzo del 2011, si sta muovendo per informare la popolazione su questo progetto che alcune amministrazioni locali hanno cercato di far passare sotto silenzio o minimizzato e sta collaborando con altre amministrazioni per un diverso sviluppo del proprio territorio.

INFORMAZIONI:
All’indirizzo www.comitato-arca.it sono reperibili i documenti della regione e molte altre informazioni in merito a questo progetto.

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6 commenti

  1. che bisogna fermare gli scempi dannosi e inutili.

    Difendere le nostre terre e farle tornare a vivere ma non con il cemento: ci vuole studio dei nostri valori e saggezza.

    Le distese di capannoni, cemento, strade superflue, viadotti che deturpano territori unici e spettacolo delle montagne sullo sfondo non ci servono!

    Manteniamo il Friuli come una terra dove, ancora, si vive bene: e lo dico da friulana che vive fuori dal Friuli forte delle espressioni positive dei foresti sul Friuli, Friulani e della vita in Friuli.

    NON DIVENTIAMO UNA TERRA ANONIMA E PIENA DI CEMENTO: non è questo il progresso soprattutto per noi friulani, semmai lo sarebbe il recupero della terra delle colline delle montagne con i relativi piccoli paesini abbandonati.

  2. Il territorio è fonte di ricchezza. Il territorio è la nostra storia, la nostra casa, la nostra culla. Se non lo difendiamo ad ogni costo siamo destinati a fine misera.

  3. Penso che un’autostrada sia nel complesso inutile, in quanto scollegata dal territorio; basterebbe completare l’attuale tracciato sino al casello autostradale di Gemona, decongestionando in tal modo la statale che attraversa Osoppo, San Daniele etc…In questo modo l’impatto ambientale sarebbe decisamente più ridotto e ci sarebbe un “ritorno” in termini di utilità e visibilità turistica ed economica anche per zone che attualmente sono un po’ ai margini a causa di una viabilità piuttosto datata. Una via di mezzo, insomma, tra rispetto ambientale e progresso socio economico…

  4. Quella delle scuole dell’infanzia e scuole primarie che si troverebbero a meno di 500 metri mi sembra una grande cavolata…
    L’intera area è in costante declino demografico ed ha subito un pesante spopolamento negli ultimi decenni

  5. Ormai già da qualche decennio i vari governatori della regione che si succedono, ritengono in maniera stolta e miope, che lo sviluppo ed il benessere coincidano con una espansione urbanistica selvaggia. E allora ecco fiumi di cemento per metter su centri commerciali, nuove strade, rotonde, capannoni, distese di case a schiera, ecc. E spesso queste pseudo opere non sono affatto necessarie, spesso risultano presto inutilizzate o abbandonate e raramente sono poi così strettamente necessarie. In compenso hanno però devastato una regione che fino a non molti anni fa era ancora accettabile da un punto di vista paesaggistico.Le generazioni future giudicheranno.

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