Nuovo cemento sul Lago di Como?

Se si percorre il tracciato della vecchia ferrovia Menaggio-Porlezza in direzione Sud, qualche centinaio di metri oltre l’ostello della gioventù si arriva a Pastura. In quella zona, il treno invertiva la marcia per risalire il pendio in direzione di Porlezza.

Come si legge in un recente studio dell’urbanista del Comune, l’architetto Ivana Lucchesi, in quell’area ai piedi della Crocetta si coltivava un tempo l’ulivo e il pendio era stato trasformato con la costruzione di terrazzamenti che dalla riva del lago raggiungevano le pareti rocciose. “La coltura dell’ulivo a Pastura, continua lo studio, era associata prevalentemente a quella del gelso, specialmente lungo la sponda del lago“.

Oggi, Pastura è una delle poche aree verdi rimaste nel territorio comunale, ma in questi mesi è balzata agli onori della cronaca per un piano di lottizzazione che interessa una superficie di 12mila metri quadrati e una volumetria di 6.285 metri cubi, pari a una decina di ville e villette.

Si tratta di un vecchio progetto di fine anni ’90, tirato fuori dai cassetti per evitare che la scadenza dei termini di legge lo facesse precipitare nel definitivo oblio. In questi ultimi anni, però, molte cose sono cambiate, sia nell’aspetto del nostro territorio – sempre più soffocato dal cemento – sia nella consapevolezza dei cittadini sull’importanza di proteggere l’ambiente.

Ecco perché il massiccio intervento ipotizzato a Pastura è stato causa di tante discussioni. Ancora una volta, l’amministrazione comunale ha scelto di “tirare dritto”, ignorando le preoccupazioni dei cittadini e i pareri contrari degli enti pubblici interessati. La Legge urbanistica regionale stabilisce che ogni intervento edilizio di un certo rilievo sia obbligatoriamente preceduto da uno studio di valutazione ambientale (VAS), con l’obiettivo di garantire la salvaguardia dell’ambiente, la protezione della salute umana e l’utilizzazione razionale delle risorse naturali.

Nel caso del progetto di Pastura lo studio di valutazione ambientale era assolutamente necessario, sia per le dimensioni dell’intervento, sia per le caratteristiche ambientali dell’area. Infatti, la Provincia e la Comunità Montana, supportate dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa), hanno chiesto al Comune di fare la VAS prima di assumere qualunque decisione sul progetto. L’amministrazione non ha tenuto in alcun conto questi suggerimenti e, con decreto del tecnico comunale, ha sostenuto una tesi risibile, ovvero che non producendo l’intervento effetti significativi sull’ambiente non fosse necessario alcuno studio di valutazione ambientale.

Una decisione che abbiamo contestato sin dal primo momento, con il conforto dell’opinione di molti cittadini e di alcune associazioni ambientaliste (“La cruna del Lago” e il comitato civico “Per una Terra a misura d’Uomo”).

La richiesta di un passo indietro, l’esortazione a sottoporre il progetto a valutazione ambientale, prima della discussione, non sono serviti a nulla. Il Comune è andato avanti. Dimenticando persino il parere negativo, ma vincolante per legge, della Sovrintendenza regionale ai Beni ambientali e al paesaggio la quale ha denunciato il rischio che l’intervento possa determinare una “significativa interferenza” in un’area “che presenta ancora caratteri di naturalità (bosco) e residue presenze di strutture terrazzate”.

La Sovrintendenza ha chiesto significative modifiche al progetto per limitarne l’impatto ambientale. La giunta comunale se n’è bellamente infischiata e ha adottato ugualmente il piano di lottizzazione.

La procedura non è comunque conclusa. Non ci limiteremo a guardare, nella convinzione che rispettare le regole non è soltanto un dovere ma, prima di tutto, una necessità a garanzia del territorio e del futuro di tutti noi.
Comitato civico “Per una Terra a Misura d’Uomo”
http://www.perunaterra.it/lalocomotiva/
pagina facebook: https://www.facebook.com/groups/187473601335987/

2 commenti

  1. Penso che come sempre l’interesse di pochi rischia di compromettere per sempre il bene comune. L’olivo ed il gelso si potrebbero coltivare anche in futuro. O il futuro deve prevedere solo cemento e seconde case? Deve finire il tempo della logica della rapina del territorio. La priorità deve essere la salvaguardia dell’ambiente, anche per le futiìure generazioni. Non rendiamo le sponde del Lago di Como simili alla periferia milanese!!

  2. Penso che questa del “tirare diritto” l’ho già sentita. Penso anche che la vecchia ferrovia è una memoria storica da non cancellare definitivamente sotto il cemento. Penso che la zona è a rischio idrogeologico. Penso che l’ulivo potrebbe coltivarvisi ancora. Penso che qualcuno non pensa.

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