Salerno: il cantiere CRESCENT bloccato dal Consiglio di Stato

06/06/2012

Alle prime luci dell’alba arriva la notizia da Roma.

Il Consiglio di Stato, con Ordinanza, accoglie l’istanza cautelare di Italia Nostra e dichiara l’opportunità di evitare che la prosecuzione dei lavori per la realizzazione di un edificio di cospicue dimensioni produca la trasformazione dello stato dei luoghi difficilmente reversibile e tale da determinare per la collettività un pregiudizio grave e irreparabile.

L’opera ora va bloccata in attesa del giudizio di merito!

E’ un risultato importante che premia il lavoro di quattro anni avviato dal Comitato No Crescent e da Italia Nostra -in strettissima collaborazione-, da tutti i professionisti, i tecnici, i cittadini di buona volontà che hanno creduto nella Giustizia, e prim’ancora nel buon senso, nella difesa dei beni comuni e del Paesaggio dall’aggressione violenta del cemento e della speculazione.

Altre associazioni hanno sostenuto –e sostengono- questa battaglia civica, fondamentale per la nostra città, come il Gruppo dei <Figli delle Chiancarelle> che si è impegnato nel reperimento dei fondi per la proposizione degli Appelli, come il Forum “Salviamo il Paesaggio”.

E’ questo non un punto di arrivo ma soltanto un punto di partenza.

Continueremo, con l’aiuto di tutti, a dare corpo e sostanza a una battaglia di cittadinanza attiva che ci vede impegnati su più fronti.

Comitato No Crescent
www.nocrescent.it

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Il testo dell’Ordinanza del Consiglio di Stato:

 

REPUBBLICA ITALIANA

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha pronunciato la presente

ORDINANZA

sul ricorso numero di registro generale 3614 del 2012, proposto da:

Associazione Italia Nostra Onlus – Associazione Nazionale Tutela Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione, rappresentata e difesa dagli avv. Oreste Cantillo, Oreste Agosto, con domicilio eletto presso Associazione Italia Nostra Onlus in Roma, viale Liegi, 33;

contro

Comune di Salerno, rappresentato e difeso dall’avv. Antonio Brancaccio, con domicilio eletto presso Antonio Brancaccio in Roma, via Taranto, 18; Crescent Srl, rappresentata e difesa dagli avv. Mario Sanino, Lorenzo Lentini, Paolo Vosa, con domicilio eletto presso Mario Sanino in Roma, viale Parioli, 180;

per la riforma

della sentenza del T.A.R. CAMPANIA – SEZ. STACCATA DI SALERNO: SEZIONE I n. 01770/2011, resa tra le parti, concernente PERMESSO DI COSTRUIRE

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visto l’art. 98 cod. proc. amm.;

Visti gli atti di costituzione in giudizio di Comune di Salerno e di Crescent Srl;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Vista la domanda di sospensione dell’efficacia della sentenza del Tribunale amministrativo regionale di reiezione del ricorso di primo grado, presentata in via incidentale dalla parte appellante;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 5 giugno 2012 il Cons. Giuseppe Castiglia e uditi per le parti gli avvocati Oreste Agosto, Moreno Pacifici in sostituzione di Oreste Cantillo, Antonio Brancaccio, Lorenzo Lentini, Mario Sanino e Paolo Vosa;

Tenuto conto dell’esigenza di rimettere al merito la compiuta valutazione delle complesse questioni implicate dalla controversia e, in primo luogo, la definizione dei profili processuali posti a fondamento della sentenza di primo grado;

ritenuta l’opportunità di evitare che la prosecuzione dei lavori per la realizzazione di un edificio di cospicue dimensioni, in una situazione controversa, produca una trasformazione dello stato dei luoghi difficilmente reversibile e tale da determinare per la collettività un pregiudizio grave e irreparabile; ciò, sia per le trasformazioni materiali da operarsi, sia anche alla luce dell’art. 2, lettera G), del contratto stipulato tra il Comune di Salerno e la Crescent s.r.l., per effetto del quale il rischio proprio degli esiti delle azioni giudiziarie pendenti in relazione all’immobile è assunto dalla parte pubblica;

considerato che l’interesse dell’Associazione appellante può essere soddisfatto mediante una sollecita discussione della causa nel merito;

considerato inoltre che, nei limiti della sommaria tutela cautelare, l’appello in esame sembra presentare profili di connessione con quello di cui al ricorso n. 3609/2012, assegnato ad altra Sezione;

ritenuto che, tenendo conto della complessità della vicenda, sussistono giustificati motivi per compensare tra le parti le spese del presente giudizio cautelare;

P.Q.M.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) accoglie l’istanza cautelare (Ricorso numero: 3614/2012) nei sensi di cui in motivazione e, per l’effetto, sospende l’esecutività della sentenza impugnata.

Manda alla segreteria di comunicare la presente ordinanza anche all’ufficio del Presidente del Consiglio di Stato affinché questi valuti, ove lo ritenga opportuno, i profili di connessione di cui in motivazione.

Compensa le spese della presente fase cautelare.

La presente ordinanza sarà eseguita dall’Amministrazione ed è depositata presso la segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 5 giugno 2012 con l’intervento dei magistrati:

Giorgio Giaccardi, Presidente

Raffaele Greco, Consigliere

Fabio Taormina, Consigliere

Raffaele Potenza, Consigliere

Giuseppe Castiglia, Consigliere, Estensore

L’ESTENSORE IL PRESIDENTE

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 05/06/2012

IL SEGRETARIO

(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

 

11 commenti

  1. e come far per non esser d’accordo ? Una cementificazione il cui sviluppo non è neanche omogeneo al contesto edilizio e urbanistico in quella particolare zona della nostra grande città .La ricerca smaniosa di un qualcosa che possa colpire la vista e i sentimenti, una rottura col passato e le opere edili sono un arretramento culturale tipico dei fasti basati sul nulla ante guerra e non faccio nomi per amor di patria.Del resto che i protagonisti delle scelleratezze sopra censurate sono in selle da oltre un ventennio e son sempre gli stessi.E’ giunta l’ora se non di cacciar li a pedate comunque spalancargli la porta d’uscita:Basta!

  2. Gent.ma MARIA VITACCA “ARTICOLO 9” giu 17, 20112
    “… anatemi …”: dal mio dizionario, 2400 pagine: “… bando, interdetto sacro; anche oggetto di maledizione … scomunica solenne … maledizione …”.
    Mi ha sorpreso non poco, mi creda, l’accusa di “anatemi” nei confronti suoi e di coloro che condividono le sue opinioni, perché lei mi era parsa subito persona avvezza alla consultazione dei dizionari, capace di analisi attente delle opinioni altrui.
    È stato solo un incidente di nessun rilievo, forse dovuto alla sua giovinezza, suppongo, ed alla passione, che le hanno suggerito più interventi sulla questione “crescent”.
    Ah! Se avesse interpretato quella proposta: i telemoni, le cariatidi, gli “ipotaffi” nel senso da me voluto!
    Nell’ironia, o meglio nella satira, e forse nel sarcasmo, che ho voluto trasfondervi, avrebbe letto due cose:
    • in primo luogo la chiara dissacrazione degli aspetti formali dell’organismo architettonico chiamato “crescent” in riferimento sia allo stile della quinta verso la piazza, sia alla compattezza di quella quinta, cioè alla sua unicità di fatto, da un estremo all’altro: un concreto, duraturo sipario chiuso, una netta separazione fisica fra il di là ed il di qua;
    • in secondo luogo una critica ai “no crescent … a prescindere”, che sarà chiara in seguito.
    Messaggi contraddittori? No, creda! Legga il mio pensiero che questa volta esprimo in chiave seria, visto che non posso fidarmi della mia satira, che satira non è perché incomprensibile.
    1) Il passato.
    Anche oltre sessanta anni fa ho frequentato quei luoghi per mera curiosità. Li ricordo come luoghi di lavoro e di fatiche: depositi all’ingrosso di legnami (Imparato), e tante attività, compresa quella delle “chiancarelle”, in capannoni vetusti e dignitosamente poveri di dotazioni meccaniche. In genere, attività indotte dalle esigue attività del porto di allora, che aveva proprio lì davanti la sua parte più operativa, ma anche la sua propaggine più occidentale.
    Già trenta anni fa, però, tutto era dismesso o traslocato lontano, mentre ciò che era rimasto si disfaceva progressivamente.
    E poi venti anni fa, la cui realtà è descritta dall’abbondante documentazione fotografica in giro: una realtà che, prima o dopo, avrebbe denunziato tutta l’urgenza di intervenire, con un importante impegno di risanamento, almeno.
    Fin qui siamo d’accordo, credo, salvo, le anticipo, su ciò che può sottendere l’espressione: “… importante impegno di risanamento, almeno.”. Ne dirò in seguito.
    2) Il nome.
    Non tocchi, per favore, il mio amore per l’architettura propria dei templi greci: ritengo quelli di Paestum fra i monumenti classici più belli che esistono intorno all’intero Mediterraneo, ma non mi risulta, gent.ma Maria Vitacca, che i greci abbiano mai realizzato un colonnato a sviluppo curvilineo.
    Le confesso che, da lei stimolato, per la prima volta, ho pensato alle probabili contestazioni avverso la costruzione di quei templi, e magari agli anatemi, quelli si anatemi, magari invocando Cerere, Hera e Nettuno, contro la casta che quelle opere voleva, e ne avrebbe goduto in modo esclusivo.
    Però, qui si parla di ben altro, di crescent, appunto, che il mio dizionario inglese traduce in: “ … oggetto a forma analoga alla mezzaluna falcata; la mezzaluna d’Islam (sic!)…”, e simili.
    È solo un caso che io ne abbia contestato preliminarmente il nome: fosse stato in latino, benissimo, o anche in gergo locale, perché no: abbiamo “a Ciamp’ e Cavall”, perché non regalarci anche la “Ciampa della Libertà”? Forse perché non è molto elegante, d’accordo, ma è elegante, per un popolo che ha dato l’avvio a tutte le lingue neolatine, rifarsi al dizionario inglese?
    No! Mi si scusi eh! Ma un nome inglese proprio no!
    3) La semicircolarità chiusa.
    Questa la caratteristica che, come molti “no crescent”, contesto maggiormente: il segno più fortemente negativo. Ma se non essa, quale? La mia opinione, che però, vale meno di una cicca in una cunetta, è stata sempre di più organismi ad andamento radiale. Risultati? Il medesimo dal punto di vista utilizzativo, ma quanta continuità di fatto fra il davanti ed il dietro.
    Le pare poco?
    Ma avrei dovuto far parte dell’equipe di Bofil, e con pistola puntata e colpo in canna …
    4) Il risanamento.
    Certo, si sarebbe potuto puntare al solo “risanamento” dell’area, e qui i c.d. ecologisti si sarebbero sbizzarriti a proporre un’infinita serie di ipotesi, discettando fra il meno green ed il più verde, ma senza discettare anche sulle fonti di finanziamento. Ed avremmo visto, per decenni, solo tante bancarelle con tanti fotomontaggi o rendering, tutti improbabili sul piano economico.
    Avremmo potuto privilegiare “la cultura” ipotizzando una sorta di “La Nuvola” o di “Bourborg”, magari consultando il sommo Sgarbi, ma non siamo né a Roma né a Parigi. Oppure un mega parcheggio, ma mega per davvero, e soprastante verde. Ma, data la posizione, sarebbe stato indispensabile anche un tunnel di raccordo, naturalmente con nastro trasportatore pedonale, con stazioni nei diversi punti strategici della città.
    Come vede, avanti alla mia pistola puntata, Bofil avrebbe potuto avere varie opzioni architettonico-urbanistica, Ma, i soldi? Ed andiamo al punto che segue.
    5) L’almeno.
    Strano titolo, ma ci capiremo. Dunque “l’almeno”, ossia l’ indispensabile, oltre il risanamento in senso stretto il quale, per definizione, è implicito in ogni programma di riqualificazione urbana di area degradata.
    Perché l’indispensabile, e non il possibile? Il possibile è tanto, tantissimo di più … e figuriamoci le critiche, naturalmente giustificate, in quel caso .
    Perché l’indispensabile, allora? Perché è un dato di fatto che “senza soldi non si cantano neanche le messe” e, quindi, che coloro che la pensano diversamente possono lietamente partecipare solo ad un forum tipo “la botte piena e la moglie ubriaca..”. O no?
    Io invece, mi riferirei solo ad un forum con coloro che siano convinti che il “crescent” (o la mia versione radiale) sia indispensabile in quanto solo con esso possono acquisirsi le risorse economiche perché in Piazza della Libertà si possano cantare le messe, e non solo le messe, che a me non interessano, ma che certamente capteranno l’interesse della cittadinanza salernitana, e non solo.
    6) Quindi!
    Quindi, quello che è possibile oggi, nella logica dell’indispensabile, cioè ciò che ci hanno offerto gli organi competenti, da noi approvato anche come programma politico (gradito o non il progetto Bofil). Forse a Bofil avrei preferito Paolo Portoghesi (conosce la chiesa di Fratte?), o forse avrei potuto votare “si” a condizioni, alle ultime votazioni. Ossia, croce sul simbolo che ho votato e, a lato, “non sono d’accordo sul crescent”. Effetti? Annullamento della scheda e solo un baffo, peggio dei telemoni, ecc, sul “crescent”.
    7) “ARTICOLO 9”.
    2° comma: “La Repubblica … Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”
    Esisteva un “patrimonio storico e artistico della Nazione” all’epoca del progetto Bofil?
    No! Esisteva semplicemente quanto sintetizzato nel punto 1) nel quale punto, però, è precisata anche l’opinione di entrambi che dovesse essere “risanato”, ossia demolito e rimosso al più presto.
    Ed allora, mi scusi gent.ma Maria Vitacca, che relazione c’è fra quel risanamento ed il crescent e l’art 9, 2° comma della Costituzione?.
    8) Infine, a chi giova?
    Sono convito che vi saranno ricadute economiche positive, anche grazie alle attività delle nuove strutture portuali, alle quali il complesso progettato, piaccia o no il “crescent”, è incontestabilmente collegato in modo organico.

    Sono stato troppo lungo, forse, gent.ma Maria Vitacca, mi scusi! Può essere certa, però, che non mi ripeterò. La saluto, con tanti auguri.

  3. Caro “CDL SALERNITANO DOC”, pur condividendo il tuo positivo giudizio sulla necessità della bonifica che ha interessato la zona del Crescent, dissentiamo sulle sue modalità attuative anche perchè riteniamo paradossale che la bonifica comporti ineluttabilmente altra cementificazione.Consideriamo con doveroso rispetto il tuo amore per questa creazione di Bofil ed il tuo entusiasmo per il suo colonnato dorato stile dorico, versione “nuova magna graecia nostrana”, e ti preghiamo di fare altrettanto con il nostro dissenso, anche se non perfettamente “salernitano doc”,rispamiandoci i tuoi anatemi e, soprattutto, i tuoi improbabili “ipotaffi”. Grazie!

  4. Cosa ne penso? Penso che i vari sottoscrittori del ricorso al C.d.S. meritino di essere immortalati nel costruendo CRESCENT!
    In che modo? Mediante loro rappresentazioni in telemoni o cariatidi in sostituzione delle colonne (o pilastri del porticato) con sotto scritto, e mo’ di ipotaffio: “Non lo voleva! A imperitura memoria di tutti i salernitani che non hanno mai visto ciò che vi sorgeva prima”
    Naturalmente, al centro del tutto, due telemoni, entrambi rappresentanti Beppe Grillo, uno col viso rivolto verso il basso: lo squallido passato che, per fortuna, è stato demolito, e l’altro, sorridente, verso il panorama: il futuro.
    E poi, a degno contorno del guru, la sfilata delle sembianze degli uomini e delle donne che si sono arrogati il diritto di condannare il “Crescent”, nonostante la diversa opinione della stragrande maggioranza dei salernitani doc, fra i quali mi colloco di diritto.

  5. Come non condividere le giuste preoccupazioni di Vincenzo dei “Figli delle Chiancarelle”ai quali va tutta la nostra riconoscenza!
    Il mantenimento dei livelli occupazionali nel settore dell’edilizia non deve deve essere antitetico alla tutela del territorio poichè una diffusa e costante manutenzione e messa in sicurezza degli immobili già esistenti ed una loro riqualificazione in direzione di un effettivo risparmio energetico sarebbero la migliore garanzia contro le precarietà ed il precariato

  6. Gioia, gioia e dolore … questo è quello che provo perchè uomini fanno, uomini combattono, uomini vincono e perdono, ma la NATURA SI DISTRUGGE !
    I lavori già iniziati mostrano quanto invadente sia stata già sin ora questa struttura e nel “gioire” di non vedere alzarsi delle “inutili colonne di cemento” con ancor più “inutili vani” che dovrebbero accogliere “pochi eletti” non riesco a non provare dolore e “non pensare” quanto “poco pensa” l’uomo a quello che ha ed a preservarlo al meglio, ancor prima di distruggerlo!!!

    1. Credo che a qualcuno la caduta del muro di Berlino Est non abbia insegnato niente, visto che vede la verità sempre da una sola parte ed è malato di leaderismo.
      Così come non hanno insegnato niente nè le calamità naturali che continuamente si abbattono sul nostro Paese, nè questa ulteriore crisi economica mondiale, visto che il modello di sviluppo al quale si fa continuo riferimento è quella del continuo consumo del territorio e la cementificazione selvaggia.
      L’area delle Chiancarelle in passato era una segheria attiva e quindi un’impresa lavorativa.
      Poi è caduta in abbandono.
      Noi non contestiamo la volontà di un’Amm.ne di volerla risanare e riutilizzarla ma contestiamo la scelta di utilizzo.
      Non contestiamo il progetto così come è rappresentato nel plastico(visto così può sembrare anche bello). Contestiamo il fatto che quel progetto non sia stato inserito in un contesto giusto. Contestiamo anche il fatto che dietro quella progettazione ci sia stata tutta una mistificazione di dati e rispetto all’idoneità dell’area e rispetto al contesto storico, culturale, architettonico e ambientale della città, che non sia tenuto conto dei rischi rispetto a possibili alluvioni nel fare quella strozzatura alla foce del Fusandola assai rischiosa per il Centro storico
      … visto il Fusandola è stato fortemente interessato dalle due grandi alluvioni che hanno colpito questa città.
      Su questo non si può agire a cuor leggero, Con i cambiamenti climatici odierni qualsiasi previsione di calamità facilmente potrebbe essere errata. Tutto questo – vorrei dire al caro amico – non è indice di amore verso la nostra città, ma di strafottenza e vera e propria mancanza di responsabilità vera e propria da parte del Sindaco di Salerno. Quindi cerchiamo di non innamorarci di tutto quello che questa banda di avventurieri al Governo della nostra città ci presenta come innovazione e di mantenere un minimo di autonomia di giudizio. Cordialmente, Onofrio Infantile Lun. 18 giugno 2012

  7. Comunicato stampa
    Il blocco del cantiere Crescent a Salerno giunge a seguito di un ricorso al Consiglio di Stato di “Italia Nostra” sostenuto dal gruppo facebook “Figli delle Chiacarelle”, a seguito delle evidenti violazioni di legge insite nelle modalità di avvio dell’opera. Si ricorda che proprio in relazione a tali violazioni il Sindaco è oggetto di una procedura penale. Ai lavoratori che, incolpevoli, rischiano la cassa integrazione va la solidarietà degli stessi promotori dell’azione davanti al Consiglio di Stato, ma è impensabile che i livelli occupazionali si difendano tollerando abusi edilizi e favorendo la speculazione.
    Vincenzo de Simone, Figlio delle Chiancarelle.

  8. Finalmente giustizia è fatta!
    E anche stavolta, la ragione ha prevalso sugli interessi economici di speculatori e cementificatori e di quanti fedeli e ciechi assertori di un’idea di sviluppo di una città basata prettamente sulla crescita senza limiti delle città e sulla cementificazione selvaggia del territorio e non tiene conto del contesto storico, culturale e ambientale nel quale si vanno a calare certe opere.
    Eppure le continue calamità che colpiscono tutta la nostra penisola (da Nord a Sud!) dovrebbero far riflettere certi sigg.ri della politica e spingerli a cercare di percorrere altre strade.
    In altri Paesi progrediti (vedi USA, Giappone, Germania ecc.!) ciò avviene.
    In Italia NO!
    Come sempre, passata la disgrazia tutto ritorna come prima.
    Lo abbiamo visto anche di recente nelle zone terremotate ed alluvionate.
    Si piangono i morti, i feriti ecc. ma come al solito nessuno paga. Sembra che per molti speculatori aspettino proprio queste disgrazie come manna calata dal cielo per continuare a fare affari sulla trasformazione dei terreni agricoli in terreni edificabili e a continuare a cementificare il territorio.
    Se a questo aggiungiamo il fatto che Governi naz.le e Reg.li fanno a gara a chi meglio riesce a svuotare le leggi esistenti in materia di tutela del territorio, del paesaggio e dei parchi e a spingere gli EE.LL. alla svendita del territorio e dei servizi pubblici e puntare tutto sugli oneri di edificazione per risolvere i problemi di bilancio il quadro è completo. La lotta dei Comitati servirà a frenare definitivamente tutto questo andazzo e far sì che si avvii in tutto il Paese quella che a nostro avviso è l’unica grande che veramente serve e può dare lavoro a tanti giovani : la sicurezza e la manutenzione del territorio (a cominciare dal patrimonio artistico e culturale!) Probabilmente NO!
    Ma ora godiamoci questo altra importante vittoria (dopo quella della sospensione delle trivellazioni petroliferifere in Emilia!) e cerchiamo di andare avanti
    … con più fiducia e un maggior coraggio!
    Onofrio Infantile del Comitato “salviamo il paesaggio” di Salerno e zone limitrofe
    Merc. 06 giugno 2012

  9. Soffriamo ogni giorno per le ferite inferte ai nostri ancora meravigliosi paesaggi. Oggi, finalmente, è una giornata di gioia, di speranza per tutte le dure lotte che ci attendono.Grazie Italia Nostra, grazie No crescent, grazie per la vostra tenacia!Grazie a tutti coloro che vorranno ancora di piu’ condividere questa nobile causa!

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