foto da http://www.parcosanrossore.org

Tenuta di San Rossore: alla fine prevale il buon senso… ma non del tutto!

foto da http://www.parcosanrossore.org

Il Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, salito recentemente agli onori della cronaca nazionale per il forzoso tentativo condotto dalla Regione Toscana di conferimento della sua prestigiosa Tenuta di San Rossore nel nascente ente «Terre Regionali Toscane», alla fine resterà integro nella sua sovranità territoriale.

È evidentemente quanto emerge dalla convulsa e incessante mobilitazione della galassia ambientalista locale, di una società civile stretta intorno ad un’istituzione cui ha nel tempo contribuito a dare vita e a mantenere inalterate le prerogative, oltre che la bellezza e l’interesse sia paesaggistico, che storico che, ovviamente, naturalistico.

Come riporta Giovanni Parlato in un suo articolo su Il Tirreno, «alla fine è stato trovato un punto di mediazione condiviso dalla Regione Toscana, dal Consiglio Comunale di Pisa e dalla Direzione del Parco MSRM: la Tenuta di San Rossore non sarà inserita nel progetto regionale dell’ente «Terre Regionali Toscane» con finalità agro-zooteniche, ma resterà sotto l’amministrazione del Parco; tuttavia, i 380 ettari (circa il 10% del totale della Tenuta in cui si trovano gli allevamenti e i terreni coltivati) saranno regolati da un’apposita convenzione fra il parco ed il nuovo ente; la conclusione di questo iter è avvenuta dopo una serie di riunioni e mediazioni che hanno preceduto il consiglio comunale di ieri a cui hanno partecipato Gianni Salvadori, Assessore Regionale all’Agricoltura, Paolo Tognocchi, Consigliere Regionale del Pd, Fabrizio Manfredi, Presidente del Parco di San Rossore, Giancarlo Lunardi, Sindaco di Vecchiano ed ex-Presidente del Parco, Giacomo Sanavio, Assessore Provinciale all’Agricoltura».

Dunque il paradigma non «continuerà ad insistere sugli stessi erronei postulati su cui hanno trovato fondamento tutte le politiche più scellerate di urbanizzazione, di scempio ambientale e paesaggistico, e di antropizzazione selvaggia e senza soluzione di continuità di ogni singolo lembo di terra emersa» come il sottoscritto ha avuto a dire nel suo precedente articolo sul controverso argomento, ma sembrerebbe essere stato ristabilito il corretto principio – trovando un sostanziale punto di incontro fra tutte le parti in causa sulla mozione del Consigliere Provinciale del PRC di Pisa Andrea Corti – in ragione del quale

l’attività agricola all’interno di una riserva naturale non può essere nient’altro che sussidiaria, un fenomeno cioè circoscritto e funzionale a tutte le altre operazioni di tutela e salvaguardia ma, soprattutto, strettamente sotto il controllo gestionale del parco stesso.

Il condizionale è d’obbligo però, come d’obbligo d’ora in avanti saranno le più stringenti attenzioni che andranno rivolte alla vita amministrativa del Parco MSRM da parte di tutti, in primo luogo delle organizzazioni ambientaliste, perché:

  1. un’operazione nata fuori dai crismi della l.r. 69/2007 «Norme sulla promozione della Partecipazione alla Elaborazione delle Politiche Regionali e Locali»e del Principio di Sussidiarietà affermato dall’Art. 118 della Costituzione, dunque un’aberrazione bella e buona, non andata in porto solo per una coesa, determinata e a tratti rabbiosa opposizione del tessuto locale, è stata comunque e impunemente tentata e, se è vero che «il lupo perde il pelo…» c’è da aspettarsi che, sbattuta fuori dal portone principale possa – in un futuro anche prossimo – essere sibillinamente ripresentata da una qualsiasi delle tante finestre e sotto qualunque altra mentita spoglia;
  2. il coinvolgimento dei partiti locali – componenti della maggioranza regionale – nell’opposizione al provvedimento, per quanto accolto con favore e gratitudine da tutti gli attori in campo, è in ogni caso da ritenersi foriero di conseguenze non soltanto interne a quei soli partiti, ma anche per il loro operato amministrativo: la concessione all’idea di una possibile «convenzione» con il nascente «Terre Regionali Toscane», rigettata dalla mozione di Vecchiano,  sembra invece aver preso corpo in quello di Pisa a proposito dell’utilizzo dei 380 ettari della Tenuta di San Rossore attualmente adibita ad uso agro-zootecnico.

Naturalmente – c’è da immaginarsi – è proprio a questo che puntava la Regione Toscana, consapevole di potersi avvantaggiare della propria posizione egemone per concedere a «Terre Regionali Toscane» ben altre risorse patrimoniali che non la Tenuta di San Rossore, come se l’astro nascente della nuova agricoltura regionale, la cui prima missione – non lo dimentichiamo – è ripianare il poderoso disavanzo prodotto dall’«Azienda Regionale Agricola di Alberese»,

fosse la legittima risposta alle istanze di rafforzamento delle micro-economie locali o di restituzione di una stabilità alle fortune alterne della moltitudine di piccole aziende agricole locali!

Ma intanto sul più inquietante e controverso, sul meno indicato tra gli scenari possibili è calato il sipario, con buona pace per chi già si era prefigurato di sostituire le tante effigi disseminate per la tenuta, ora dei Medici, ora dei Lorena, ora della Presidenza della Repubblica, con l’aureo simbolo del dollaro.

Per questa volta la vittoria ha arriso al buon senso, alla motivazione, alla vicinanza, alla mobilitazione e alla contiguità stretta non soltanto delle tante associazioni ambientaliste, di personaggi di grande spessore politico come Renzo Moschini – classe 1935, tra i più autorevoli esperti di parchi e aree naturali protette in Italia, già Vicesindaco di Pisa nel 1969, Presidente della Provincia di Pisa dal 1970 al 1975, Parlamentare dal 1976 al 1987, e Vicepresidente del Parco MSRM stesso dal 1986, nonché sostanziale fondatore di FederParchi -, ma anche di una comunità locale indomita e mai disposta a demandare la sovranità di un Bene Comune di cui sente a ragione nume tutelare, a chicchessia!

Alessio Niccolai
(referente di Salviamo il Paesaggio per il Monte Pisano e Membro del Comitato di Condotta Slow Food Pisa-Monte Pisano) powertoart@gmail.com