Alberi sotto attacco in tutta Italia

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Taglio indiscriminato, potature selvagge e incuria: da tutta Italia numerose segnalazioni di attacco al patrimonio arboreo. Scarsa attenzione, ignoranza o malafede? 

Discutibili potature

Dalla provincia ovest di Padova, da Selvazzano a Veggiano, si segnala la scarsa cura del patrimonio arboreo già in difficoltà a causa dell’urbanizzazione.
LAV Padova e Salviamo il Paesaggio hanno diffuso il comunicato stampa “SE QUESTO E’ UN ALBERO…” lo scorso febbraio, nel documento vengono valutate le potature fatte in quei comuni.
Gli interventi sono spesso ritardatari ed effettuati poco prima della ripresa vegetativa oltre che in modo troppo intenso: Prunus cerasifera var. Pissardi, Lagerstroemia indica, Hibiscus syriacus non hanno avuto in passato la necessaria potatura di formazione dei primi anni (che consiste nel raccorciamento di alcune branche principali, giustamente orientate nello spazio) e ora si interviene drasticamente su alberi già sofferenti per l’asfalto. Il risultato è l’indebolimento, il disseccamento e l’abbrutimento della pianta.

In più così facendo si compromette la funzionalità ambientale degli alberi che producono ossigeno, costituiscono rifugio per insetti e uccelli, conservando quindi la biodiversità, e fanno bene anche alla salute dell’uomo che in un ambiente naturale vive meglio.

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Perché le amministrazioni sono “ossessionate dalle potature”? Quanto è importante la potatura di formazione e come si deve intervenire su piante già sviluppate? Perché non si riesce a fare una corretta cura e scelta delle piante? Perché non ci sono piani di tutela del verde pubblico?

Interventi sbagliati: aumentano i pericoli

Salviamo il Paesaggio e LAV Padova scrivono anche un appello al sottosegretario unico all’Ambiente ed ex Presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani.

Chiedendo particolare attenzione agli alberi, citando lo scempio ambientale e paesaggistico perpetrato sulla Strada Provinciale 89 da Vò Euganeo ad Este e gli interventi distruttivi compiuti lungo la stessa strada negli anni precedenti, tra Feriole e Bresseo di Teolo e a Cinto Euganeo.

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Si tratta di centinaia di Platani che sono stati e continuano ad essere capitozzati per giunta all’interno dell’area del Parco dei Colli Euganei. Dopo questo intervento devastante centinaia di piante sono condannate a sofferenza e deformità, se non, addirittura, a morte certa.
E dovranno essere costantemente monitorate perché soggette alla penetrazione di funghi cariogeni demolenti le fibre legnose dell’albero che causano pericolose cavità. La chioma, che eventualmente si riformerà dopo il capitozzo, sarà costituita da una miriade di rami epicormici, sintomo di profondo stress della pianta e non di vigore, come erroneamente affermato. Rami meno saldati al fusto di quelli originari quindi a rischi caduta.

Quali sono i problemi della capitozzatura? Perché si crede erroneamente di rinforzare la pianta? Perché non si evitano tali interventi controproducenti e dannosi?

Alberi in difficoltà e pericoli in ambiente urbano 

Pro Natura Torino segnala con un comunicato stampa che “Dura è la vita degli alberi nella nostra Città”. E’ stata inviata una lettera aperta a Sindaco, alla Giunta e ai Consiglieri del Comune di Torino che hanno deciso di ridurre del 60% le risorse destinate alla manutenzione del Verde pubblico. La lettera parte dal recente caso, giunto all’attenzione anche della cronaca nazionale, dello schianto di un tiglio in un’area giochi di Toti.

Serve controllo e manutenzione delle alberature cittadine nelle aree verdi anche piccole, sulle banchine e sui viali alberati, nei parchi urbani e fluviali. Gli alberi sono tanti ma le risorse stanziate vengono progressivamente ridotte. In 5 anni – 60% e altri tagli sono annunciati per quest’anno. A causa di questo le attenzioni sono rivolte solo al “Verde di rappresentanza” e sulle aree maggiormente fruite, molte altre aree rimangono scoperte, ad esempio i parchi collinari.

Di fronte a situazioni di rischio come sponde fluviali e scarpate stradali si è proceduto anche a numerosi abbattimenti. La cura in caso di deperimento dell’albero verrebbe a costare più dell’abbattimento e del reimpianto, occorrerebbe quindi un piano di ricostituzione – si sostiene nel comunicato – spesso però agli abbattimenti non si accompagnano le sostituzioni. Si potrebbero utilizzare i canoni di affitto dei locali presenti nei parchi

Come aiutare gli alberi in città dato difendendoli, oltre che dai mutamenti climatici, anche cantieri, scavi e impermeabilizzazione? Perché tali condizioni favoriscono il deperimento e l’insorgere di malattie?

Perché non viene data la giusta importanza alla cura del Verde in città? Come programmare un efficace piano di ricostituzione del patrimonio garantendo un giusto bilancio?

Alberi di pregio sacrificati per scelte progettuali sbagliate

Forum ambiente e salute segnala un’interrogazione alla Camera dei Deputati datata 11 febbraio, che segue una già presentata in Senato, per salvare i preziosi Pini Italici (specie «Pinus pinea» , 22 esemplari di grandi dimensioni, in ottimo stato di salute e stabilità) e i lampioni artistici del Vignale di Nociglia (Lecce) minacciati da un paradossale progetto per una pista ciclabile.

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Inaccettabile in considerazione dell’ entrata in vigore di una legga nazionale a tutela delle alberature di pregio la decisione di procedere con gli abbattimenti, nonostante le crescenti proteste pubbliche. L’opera è finalizzata alla fruizione dei borghi e della natura: l’intervento pare dunque irrazionale considerando che gli alberi forniscono anche ombra per ciclisti e pedoni e che tale cintura verde separa efficacemente la parte storica dagli insediamenti più moderni.

I lavori della pista andrebbero ad eliminare l’attuale copertura delle radici e della base degli alberi danneggiandoli e questo spinge i proponenti decretare la pericolosità futura preferendo quindi l’eliminazione.

La proposta alternativa sarebbe quella di modificare il progetto costruendo la pista ciclabile a livello del marciapiede e mantenendo gli alberi. Con adeguante aiuole in prossimità dei tronchi si può evitare l’innalzamento delle mattonelle e al tempo stesso per far respirare le radici?

Il progetto prevede la sostituzione delle piante con 40 alberi di canfora. Ma tale pianta alloctona non è ancor più aggressiva verso strade e marciapiedi rispetto ai pini?

Tocca ai cittadini difendere gli alberi!

Queste erano solo alcune segnalazioni giunte recentemente in redazione, abbiamo voluto pubblicarle perché sono emblematiche della poca considerazione di cui gode il verde pubblico in Italia, quasi sempre trascurato e considerato come un peso, spesso maltrattato, in molti casi addirittura eliminato.

Noi pensiamo che per rendere più vivibili le nostre città il verde pubblico sia un elemento fondamentale, e spesso i cittadini sono l’unico argine a difesa degli alberi. Invitiamo quindi tutti i nostri aderenti a tenere gli occhi aperti e vigilare sul proprio patrimonio verde, intervenendo in sua difesa presso le amministrazioni locali, anche in assenza di leggi severe a tutela del patrimonio arboreo.

15 commenti

  1. E’ evidente che l’appalto delle potature rappresenti una regalia ben gradita e lucrosa da parte delle Amministrazioni pubbliche. Ovviamente non importa se danno la sega elettrica in mano a manovali edili.

  2. IL CEMENTO “SEMBRA” ESSERE UNA SOLUZIONE EFFICACE,VELOCE,RISOLUTIVA…”E’ AL PASSO CON I TEMPI” EVVIVA LA “MODERNITA’……..!PECCATO CHE SIA ALTAMENTE DISTRUTTIVA!…….

  3. Qui in Trentino pare essere scoppiata una vera e propria guerra contro gli alberi. Perfino per fare le ciclabili li segano! Ci sono state molte proteste, ma purtroppo non segnano più gli alberi che taglieranno e spesso e volentieri ci si trova davanti ad uno scempio ambientale quando ormai è troppo tardi oppure le proteste vengono ignorate. Vengono potati alberi perfettamente sani quando sono già verdi e rigogliosi, quindi pieni di linfa. Nel bosco della città dove abito io, a Rovereto, un sito di importanza comunitaria, dopo aver fatto fuori i pini neri con la scusa delle processionarie, stanno segando altri alberi per sostituirli con infrastrutture per fare una specie di parco. Sul lago di Levico sono stati tagliati centinaia di alberi sani e secolari, sempre per sostituirli con infrastrutture. Sto documentando tutto, ma mi domando a cosa serva, dato che chi dovrebbe intervenire e vigilare è coivolto in questi progetti di speculazione, che qui assumono il nome di “miglioramento ambientale” o “riqualifica”….Un vero disastro!

    1. Ciao, sono anch’io della provincia di Trento; recentemente sul lago di Levico hanno tagliato altri alberi (ne sono rimasti veramente pochi); hai scritto che stai documentando tutto, posso chiederti se per caso hai qualche fotografia della spiaggia libera di Levico di qualche anno fa? Giusto per fare un confronto, perché la gente ormai non si ricorda più e sembra normale che gli alberi siano sostituiti dal cemento delle case o dal catrame delle strade e dei parcheggi. Grazie mille

  4. Quì da noi a Sora e dintorni (fr) chi si occupa di potature non potrebbe fare il barbiere…

  5. purtroppo certi scempi avvengono anche nelle zone rurali,per esempio
    qui nell’alessandrino e nel vercellese per non fare ombra al riso
    ci sono etteri ed ettari di campi dove ogni minima pianta è stata
    sistematicamente eliminata creando paesaggi lunari senza che le amministrazioni comunali abbiano saputo mettere un minimo freno a
    tutto ciò

  6. torno da la spezia, dove ho potuto constatare l’accanimento da voi segnalato verso i platani. lungo il viale di entrata solo scheletri, nemmeno una foglia. credo tutto derivi dall’ossessione del controllo: le alberature stradal,i nell’ottica di molti ossessionati appunto da controllo e sicurezza esasperati, rappresentano un pericolo per eventuali cadute di rami… la scarsa formazione degli addetti e degli amministratori fa il resto.

  7. Non vedo , nell’articolo, un adeguato approfondimento del “movente” della malafede che in molti casi di violenza e stupro al verde pubblico è fondamentale.Non ci sono per es. altre ragionevoli giustificazioni alla cd. capitozzatura che indebolisce, anzichè rinforzare piante già sanissime di per sè.E per questi interventi inutili e deleteri, dannosi per le piante e per l’ambiente, fatti passare sotto l’eufemismo di “manutenzione del verde”, si trovano anche i soldi. Qual è la contropartita ?
    Vi segnalo questo ulteriore scempio ad opera dell’amministrazione di San Giorgio del Sannio (Benevento):
    http://altravocedelsannio.blogspot.it/2014/04/decapitazione-di-tigli-secolari-san.html

  8. Milano, zona est.
    In questi mesi moltissimi alberi hanno subito drastiche potature….

  9. Il limite culturale… del verde in città
    Ormai da tempo la scienza ha dimostrato che il verde, all’interno delle aree urbane, svolge un ruolo importante per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini attraverso le numerose funzioni legate alla sua vita biologica.
    Le città italiane sono malate, ogni anno le statistiche indicano il continuo peggioramento del livello di vivibilità, dovuto al forte inquinamento atmosferico prodotto essenzialmente dalle attività antropiche. Nonostante la scienza abbia dimostrato che un’adeguata e accorta gestione del verde è in grado di ridurre l’inquinamento atmosferico, si continua a usare il verde unicamente come elemento di arredo. Si tratta di un limite culturale legato spesso a una miopia politica, che aggrava ulteriormente le condizioni della vivibilità urbana.
    Fin dalle scuole elementari ci hanno insegnato che piante attraverso la fotosintesi fissano la CO2 sotto forma di carbonio organico e producono ossigeno. Da tempo abbiamo anche imparato a conoscere che le piante negli ecosistemi urbani sono in grado di migliorare non solo la qualità dell’aria, ma anche a produrre effetti positivi sul consumo energetico (basta pensare al loro ombreggiamento), riduzione del particolato, ecc. La tabella indica una stima della quantità di rimozione di PM10 che le diverse tipologie vegetali sono in grado di rimuovere ogni anno.
    In Italia ci sono città che hanno il primato da inquinamento da polveri sottili, eppure le uniche e spesso inutili misure che vengono prese riguardano il divieto di circolazione dei mezzi a motore. Si tratta in genere di provvedimenti di facciata la cui efficacia è in genere di breve durata e che in mancanza di una diversa mobilità non potrà mai impedire alla gente di usare l’auto. Certamente non sarà la presenza di alberi all’interno delle città a risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico, ma una cosa è certa, la vegetazione svolge un ruolo notevole sia dal punto di vista dell’intercettazione quantitativa delle polveri sottili che della CO2, oltre ad altre numerose funzioni.
    Nel mondo si moltiplicano iniziative tese a valorizzare la vegetazione all’interno dell’ecosistema urbano. A New York dal 2007 è stato avviato un programma che prevede la messa a dimora di 1 milioni di alberi in 10 anni, incrementando del 20% il verde della città. In Italia alcune città del nord stanno avviando programmi di riforestazione urbana attraverso l’approvazione del piano del verde come parte integrante della pianificazione. urbana.
    Concludendo, sono fortemente convinto occorre superare al più presto quel limite culturale presente tra numerosi pianificatori, urbanisti e progettisti nonché tra la maggior parte degli amministratori locali, che utilizzano il verde unicamente come elemento di arredo, mentre la scienza ci dice che le piante perenni ed in modo particolare la vegetazione persistente hanno un ruolo importante nel migliorare la qualità dell’aria, nel ridurre l’anidrite carbonica e gli altri gas serra.
    Agronomo Giuseppe Sarracino

  10. Varie volte negli anni passati ho protestato come giornalista contro la distruzione del verde operata nella mia città in modo subdolo e continuo: ho smesso per sfinimento e impotenza, come probabilmente, a vedere i risultati, hanno smesso gli ambientalisti. Oggi siamo a un punto tale che se passeggiamo per i viali della zona mare, una volta nostro orgoglio e ristoro, dobbiamo girare la testa e cercare di non vedere la desolazione di alberi potati male, o lasciati seccare, o tagliati e sostituiti da scheletrici alberelli non ben identificabili: addio pini, ippocastani, tigli, che chi è nato e vissuto qui ricorda, insieme a giardini curati da personale evidenremente esperto, mentre ora è un completo disastro a ogni livello. Si mette avanti la mancanza di fondi, l’inquinamento, l’invecchiamento, e via mentendo e svicolando; la verità è che vige una totale insensibilità all’ambente, e gli unici giardini alberati e curati sono quelli PRIVATI. Paghiamo le tasse, abbiamo diritto TUTTI a un habitat che ci ispiri la tanto decantata felicità, quella che è sancita tra i Diritti dei Cittadini, e che possiamo respirare solo se intorno vediamo una Natura rigogliosa, non mortificata dalla mortifera mano dell’uomo! Se voterò per una amministrazione nuova, voterò SOLTANTO per chi darà garanzie di un rinnovamento e mantenimento di una sana e competente politica del VERDE PUBBLICO.

  11. Non so se gli amministratori ne siano coscienti o meno, ma questa io la chiamerei “strategia della tensione” = ti prendo per sfinimento: ti faccio strade-mostro che distruggono quel poco che resta di intelligente sul territorio così avremo tante alluvioni in piu’ ecc….; ti massacro gli alberi così ti faccio vedere che razza di scempio riesco a fare e come ti tolgo l’ossigeno; se vengo a sapere che un’ associazione fa causa al Ministero della Salute che si rifiuta da anni di informare la gente sui danni dei cellulari (ai cervelli, al DNA, al cuore)ti bombardo ancora di piu’ di pubblicità di contratti unlimited con paginoni sui giornali (consenzienti) e tanti altri esempi. Purtroppo gli amministratori saltano un passaggio fondamentale, che mi fa supporre che la loro presenza a se stessi sia compromessa: anche loro e i loro figli respirano ossigeno, hanno bisogno di cibo che deve necessariamente essere coltivato su terreni non asfaltati, hanno un sistema fisiologico che risente delle onde a radiofrequenza anche se non vogliono ammetterlo ecc…..
    Inviterei tutti a concentrare i nostri migliori pensieri positivi (la rabbia genera altra negatività)con la speranza che anche loro possano ricevere ispirazione.

    1. I SINDACI ,PURTROPPO, NON AMANO GLI ALBERI ,PREFERISCONO IL CEMENTO!Per loro gli alberi sono tutti malati e da tagliare!Telefonando pero’ e dialogando spesso con l’ufficio verde pubblico si riesce cmq a mantenere, ove possibile, un minimo di monitoraggio preventivo da parte dei cittadini

      1. Sono indignata bisogna intervenire a livello Alto e DECIISIONALE. Non è più sopportabile!,,!,,Fiamma P intacuda.

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