Veneto: fermiamo lo scempio ambientale della cava di Damos

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L’ultima proroga del 2013 ha concesso l‘ampliamento per altri 10 anni della cava di Damos (nel Comune di Pieve di Cadore, Belluno). La proroga è arrivata quando il buon senso ed il rispetto dell’ambiente doveva prevederne la chiusura definitiva, dopo decenni di sfruttamento e le “promesse” del 2009 dei tecnici della Regione Veneto.

La commissione VIA (Valutazione Impatto Ambientale) ha espresso un parere favorevole ritenendo l’intervento non soggetto a valutazione, con il successivo avallo della Commissione Tecnica per le Attività di Cava della Provincia di Belluno (componenti che dovrebbero conoscere bene il territorio !!!), hanno dato il via alla Giunta Regionale per approvare l’ampliamento, nonostante il parere contrario del Comune di Pieve di Cadore.

Le immagini permettono, meglio delle parole, a chiunque di poter rendersi conto della gravità della situazione e nei propri ambiti di competenza mettere in atto iniziative che possano fermare il disastro ambientale in atto.

cava-damosLa prima immagine riporta l’insieme del complesso estrattivo con l’evidenza in rosso e viola della nuova espansione in fase di realizzazione.

A prescindere dalle problematiche procedurali e normative che regolano il settore, è necessaria una presa di coscienza ed un fronte comune, con il coinvolgimento di tutti gli enti preposti, al fine di bloccare l’ampliamento ed imporre un serio programma di opere di salvaguardia e rimboschimento dell’area, con particolare riferimento all’ultimo esiguo lembo di colle (linea gialla) che divide il borgo e la Chiesa trecentesca dalla cava.

cava-damos-2Da questa foto, dell’agosto 2013, si può notare come l’ampliamento stia avanzando verso il borgo e la Chiesa, con distanze di 70 e 150 metri, eliminando l’ambiente naturale per lasciare un cratere che non potrà più essere sanato.

Rilievo satellitare precedente all’ampliamento:
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Articolo di Renzo Zangrando

Maggiori informazioni sulla Chiesa di Sant’Andrea e Giovanni e sul borgo di Damos si possono trovare sul sito: www.damoscadore.net, email per informazioni: rzangrando@alice.it.

Leggi la lettera aperta (file pdf) >

4 commenti

  1. i materiali da demolizione si possono riciclare a costi inferiori senza inquinamento per i trasporti: è una attività comune nelle zone terremotate dell’Emilia!!! L’edilizia è stata drogata dalla speculazione e deve ritrovare un equilibrio diverso con tecnologia diverse e rissparmio energetico. E’ BUONA POLITICA o gestione dei territori

  2. se si continua a costruire da qualche parte il materiale deve salatare fuori…
    per chiudere le cave (o per sfruttarle senza devastare l’ambiente) allora si dovrebbe iniziare a costruire meno
    ma poi l’economia crolla? e allora?
    mettiamoci il cuore in pace… ambiente e benessere economico non possono coesistere, a meno che non arrivi una salvifica guerra a dimezzare le persone

      1. è solo una questione di costo, tutto dipende da quello…
        il fatto è che fino a che le persone non prenderanno coscienza di un ciclo di riposo (perchè in fondo la crisi mondiale è questa… un bisogno naturale di riposo nel rispetto dei cicli vitali contro l’ottusa logica razionale umana) saremo in crisi… amen
        torniamo a vivere nel rispetto di stagionalità e latitudine e vediamo che l’ambiente ne trarrà beneficio e pure noi esseri umani

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