Castelfranco Veneto: i cittadini chiedono chiarimenti sui possibili rischi idrogeologici

Castelfranco Veneto (foto da Wikimapia.org)

Riportiamo il comunicato del comitato NoEcomostro di Castelfranco Veneto.

______________________________________

Possibile rischio idrogeologico: i  Cittadini chiedono chiarimenti all’Amministrazione in merito alla variazione di destinazione d’uso (industriale) del lotto di Via Lovara.

Avvertiamo il dovere di segnalare e chiedere chiarimenti in merito ad una situazione di probabile futuro pericolo dovuta a possibile mancata o incompleta analisi dei rischi idraulici (esondazione, allagamento, dissesto).

Questa serie di problematiche è stata più volte sottolineata e discussa in sede di Consiglio Comunale, e viene fornito un riassunto qui di seguito.

POSSIBILE CONTRASTO CON LE NORME IDROGEOLOGICHE

Le zone a monte e a valle dell’area in oggetto sono individuate dal documento Piano di Assetto Territoriale-(P.A.T.) come “soggette a dissesto idrogeologico” e come aree esondabili o a ristagno idrico.

La variante proposta (costruzione di impianti industriali) aggrava la situazione, in quanto comporterebbe la realizzazione di una zona “impermeabile” all’acqua di circa 100.000mq (10 ettari , circa 20 campi da calcio), con conseguente necessità di smaltimento, in spazi che, da quanto possiamo constatare non ci sono e/o non sono stati previsti.

Sono state poste delle vasche di compensazione a sud della ferrovia progettate in base a calcoli di circa 10 anni or sono, che sono probabilmente insufficienti, poiché: 1) non tengono conto dell’ulteriore apporto di pioggia da smaltire dovuto alla nuova fabbricazione (non prevista all’epoca) e 2) non tengono conto dell’evidente aumento dei fenomeni di pioggia torrentizia degli ultimi 10 anni, come i recenti fenomeni di alluvione a Castelfranco, in Veneto e in Liguria dimostrano.

Questo, a nostro avviso, di fatto contraddice quanto raccomanda il Piano di Assetto Territoriale (P.A.T.).

Infatti, esso:

1) cita espressamente la necessità di “Definizione di norme per limitare l’impermeabilizzazione dei suoli e misure compensative a garantire l’invarianza della risposta idraulica dopo qualsiasi intervento edificatorio”. Misure apparentemente non previste dall’Amministrazione, e comunque difficilmente realizzabili, dati gli spazi, con conseguente possibile situazione di pericolo

2) Le Norme di Attuazione, prescrivono: “non aumentare le condizioni di pericolo a valle o a monte delle aree interessate”

IL PARERE ARPAV

L’ente regionale ARPAV, nei documenti di istruttoria, recita:

Il cambio di destinazione d’uso non pare peraltro giustificabile anche in considerazione del fatto che c’è già in vicinanza un’estesa area industriale che già contiene gli spazi che potrebbero ospitare gli interventi che si prevede di fare nell’area oggetto di variante. Pertanto, pur non essendo evidenziati singoli aspetti che consentano di individuare un impatto negativo dell’intervento, sicuramente per l’estensione dell’area di nuova urbanizzazione che verrebbe sottratta ad un utilizzo agricolo o pubblico-ricreativo, la scrivente Azienda ritiene che la proposta debba essere assoggetta alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica …”

Chiediamo dunque chiarimenti su come sia stato completato l’iter in merito a questa richiesta, anche per i problemi idrogeologici segnalati al punto precedente

CONCLUSIONI

Per quanto sopra detto, riteniamo opportuno comunicare alla cittadinanza, all’Amministrazione e a chi è interessato all’acquisto dell’area, il profilarsi di una possibile situazione di pericolo, rispetto alla quale chiediamo chiarimenti e rassicurazioni.

La prossima Amministrazione (dal 2015) dovrà probabilmente procedere, per garantire la sicurezza del territorio e, soprattutto, dei cittadini:

1- alla verifica delle opere realizzate a valle della ferrovia (“bacino di esondo”), sia in base a criteri aggiornati di piovosità, con la dovuta attenzione alla recente tendenza dei fenomeni meteorologici, sia in relazione al fortissimo aumento (non previsto dal PRG originale) delle superfici impermeabili, previste a monte del bacino di scolo, allora non considerate;

2- ad un attento esame dello stato delle opere, relative al bacino di esondo, sia per una verifica di quanto realizzato rispetto a quanto previsto, sia per un controllo dello stato di manutenzione e, quindi, di efficienza delle stesse;

3- alla prescrizione di opere di mitigazione, nell’area interessata all’intervento, o in aree attigue, di proporzioni tali da garantire, con ampio margine, la prevenzione di fenomeni di allagamento dovuti alla impermeabilizzazione del suolo e all’eventuale sottodimensionamento, che si dovesse riscontrare, per il bacino di esondo realizzato più a valle.

Dovendo riscontrare problemi non risolti su tali questioni, è plausibile, oltre che doveroso, da parte di una Amministrazione comunale procedere, ove necessario, anche alla riconsiderazione dell’utilizzo edificatorio dell’area messa all’asta, per ragioni evidenti di sicurezza pubblica, in particolare riguardo ai residenti di Salvarosa, Campigo, Via Sile e Via Lovara, essendo questi i più diretti interessati alla situazione suesposta. (Gli ultimi eventi di Genova e molti altri precedenti, sono emblematici sulla serietà del caso e sull’aumento statistico del pericolo di esondazione).

A fronte di queste osservazioni, un qualsiasi investitore dovrebbe riflettere sugli oneri ai quali andrebbe incontro, nel caso intendesse procedere all’acquisto e nell’auspicabile caso in cui, dopo le prossime elezioni amministrative, ci fosse un cambio della Amministrazione comunale.

Il Territorio di Castelfranco – NoEcomostro Comitato Spontaneo