Lombardia: NO ALLA LEGGE #AMMAZZASUOLO! Martedì 18 novembre presidio davanti al Pirellone

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La nuova legge sul suolo sarà approvata il prossimo 18 novembre dalla Regione Lombardia. Una norma che non riduce ma incentiva il consumo del suolo. 

Vi invitiamo a partecipare al presidio con agricoltori e ambientalisti per far sentire la voce del dissenso durante la discussione in Consiglio Regionale:

PARTECIPA AL PRESIDIO
martedì 18 novembre dalle ore 10
davanti al Pirellone in piazza Duca d’Aosta

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APPELLO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E AI CONSIGLIERI REGIONALI LOMBARDI

Signor Presidente, signori e signore componenti dell’assemblea legislativa lombarda,

nelle prossime ore sarete chiamati ad esprimervi sul progetto di legge recante ‘Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato’.

Si tratta di un testo che ci lascia sconcertati, per la distanza e palese contraddittorietà tra titolo e dispositivo della norma.

Il riferimento è in primo luogo alla norma transitoria (art. 5) che dispone un periodo di moratoria durante il quale sono fatte salve tutte le enormi previsioni dei piani urbanistici vigenti (stimate nell’ordine di 55.000 ettari di nuove urbanizzazioni su suoli agricoli!), nell’ambito delle quali viene fissato un limite di tre anni per provvedere al convenzionamento degli interventi attuativi, a cui per di più vengono concessi strumenti inediti di agevolazione (rateazione degli oneri urbanistici) e accelerazione procedurale, prevedendo anche una straordinaria facoltà di ricorso ad interventi sostitutivi in caso di mancato rispetto dei ristretti tempi di istruttoria comunale.

Di fatto, intento della legge non pare essere quello di contenere l’urbanizzazione espansiva, ma di fornire un formidabile impulso alla concretizzazione di diritti edificatori, peraltro in una contingenza di mercato in cui molte imprese rischiano con ciò di incorrere in una sovraesposizione debitoria e in un conseguente elevato rischio di fallimento e abbandono dei cantieri. Potrebbe persino accadere che tra le imprese che potrebbero invece avvantaggiarsi della norma possano annoverarsi quelle che gravitano nella contiguità della criminalità organizzata, le uniche in grado di disporre di adeguata provvista finanziaria, ancorchè di provenienza illecita, per investimenti ad elevato rischio.

Rileviamo poi tra le incongruenze l’esclusione dalla contabilità del consumo di suolo delle fattispecie di opere pubbliche o di interesse pubblico, come se tale attributo fosse sufficiente a certificare l’assenza di impatti: una norma illogica oltre che contrastante con il diritto ambientale comunitario: l’interesse pubblico di un’opera non può infatti giustificare l’indiscriminato abuso di risorse naturali o la localizzazione in aree incompatibili, o il mancato ricorso a misure di mitigazione e compensazione ambientale.

Ed ancora, la completa devitalizzazione di quella piccola ma preziosa innovazione costituita dall’art. 43bis della l.r. 12/2005 che, nel fissare una maggiorazione d’oneri per le trasformazioni urbanistiche di terreni agricoli ‘allo stato di fatto’, ha permesso di alimentare il fondo regionale aree verdi, atto a finanziare compensazioni ecologiche e interventi in aree protette: la cancellazione dell’espressione ‘allo stato di fatto’ e la sua sostituzione con le definizioni del tutto aleatorie introdotte dalla proposta di legge, rende semplicemente inapplicabile tale timida disposizione disincentivante il consumo di suolo, in pratica per la totalità degli interventi edilizi.

Da questa non certo esaustiva premessa comprenderete come la norma appaia tutt’altro che scontata nei suoi effetti, e potenzialmente controproducente agli obiettivi dichiarati.

Rileviamo che l’estrema rapidità con cui essa è stata sottoposta e dibattuta ha impedito anche di utilizzare gli strumenti conoscitivi e previsionali che avrebbero potuto essere messi in campo dalle strutture di valutazione tecnica e giuridica di cui lo stesso Consiglio Regionale si è dotato, e che pertanto siamo in presenza di un disegno di legge che nella migliore delle ipotesi non innova il quadro legislativo e non introduce misure efficaci per limitare il consumo di suolo e promuovere il recupero e la rigenerazione degli spazi urbani degradati, sottoutilizzati o dismessi. Nella peggiore delle ipotesi, che reputiamo estremamente probabile, questa norma rischia di essere perfino profondamente peggiorativa del quadro attuale.

Per questo ci appelliamo alla vostra autonomia intellettuale e politica, affinchè vogliate attivarvi per un rinvio della votazione finalizzato a una seria e trasparente ponderazione degli effetti che questa norma è in grado di produrre

Valentina Mutti, ACLI Anni Verdi Ambiente
Emanuele Patti, ARCI Milano
Dante Perin, Associazione DESR Parco Agricolo Sud Milano
Renato Aquilani, Associazione per il Parco Agricolo Sud Milano
Angelo Proserpio, Associazione Uomo e Territorio Pro Natura
Andrea Arcidiacono, Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo
Dario Olivero, CIA provinciale Milano, Lodi, Monza e Brianza
Angelo Monti, Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori.
Marilena Ballestriero, Coordinamento dei comitati lombardi Forum Salviamo il Paesaggio
Renata Lovati, Donne in Campo CIA Lombardia
Gianpietro Bara, Federazione regionale degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali della Lombardia
Oreste Magni, Ecoistituto della Valle del Ticino
Luca Imberti, INU Lombardia
Rossana Bettinelli, Italia Nostra Lombardia
Damiano Di Simine, Legambiente Lombardia
Massimo Soldarini, LIPU Birdlife international
Adriano Licini, Mountain Wilderness Gruppo Regionale Lombardia
Vincenzo Giovine, Ordine dei Geologi della Lombardia
Carlo Negrini, Osservatorio del paesaggio dell’Oltrepò Mantovano
Giuseppe Spagnulo, Touring Club Italia

Aderiscono inoltre:

Prof. Claudio Arbib, Università dell’Aquila
Prof. Alessandro Balducci, Politecnico di Milano
Prof. Stefano Bocchi, Università degli Studi di Milano
Prof Giuseppe Bogliani, Università di Pavia
Prof. Luca Bonardi, Università degli Studi di Milano
Prof. Roberto Camagni, Politecnico di Milano
Prof. Edoardo Croci, IEFE Università Bocconi
Prof. Stefano Caserini, Politecnico di Milano
Prof. Giorgio Ferraresi, Politecnico di Milano
Prof. Marco Frey, Scuola Superiore S.Anna di Pisa
Prof. Fabio Iraldo, Università Bocconi
Prof. Eliot Laniado, Consiglio Nazionale delle Ricerche
Prof. Arturo Lanzani, Politecnico di Milano
Prof. Sergio Malcevschi, Università degli Studi di Pavia
Prof. Federico Oliva, Politecnico di Milano
Prof. Stefano Pareglio, Università Cattolica del Sacro Cuore
Prof. Claudia Sorlini, Università degli Studi di Milano
Prof. Roberto Spigarolo, Università degli Studi di Milano
Prof. Gabriele Pasqui, Politecnico di Milano
Prof. Paolo Pileri, Politecnico di Milano
Prof. Guglielmo Scaramellini, Università degli Studi di Milano
Prof. Marcella Schmidt di Friedberg, Università di Milano Bicocca


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logo_salviamoilpaesaggioLettera aperta a tutti gli Amministratori della Lombardia

Caro Amministratore,
con questa lettera vogliamo informarti che nella nostra Regione si sta pensando di avviare l’ennesimo scempio al territorio, che tu amministri per conto dei tuoi cittadini.

Da tempo si è resa evidente la necessità di una revisione sostanziale della LR n. 12/2005 (Legge sul governo del territorio) che ha mostrato, nel livello attuativo dei PGT adottati, una discrepanza significativa tra intenti e risultati; da molto più tempo è indispensabile dare una significativa risposta a un problema di vitale rilevanza come quello della riduzione del consumo di suolo, particolarmente in Lombardia che ha terre tra le più fertili e produttive del Paese, ma che consuma queste terre a ritmi forsennati.

Secondo le previsioni dei PGT le aree libere che potrebbero essere coinvolte in processi di urbanizzazione superano ampiamente i 55.000 ettari, una quantità addirittura superiore ai 47.000 ettari consumati in Lombardia tra il 1999 e il 2012.

Per ‘consumo di suolo’ si intendono i processi di trasformazione del territorio da usi agricoli o naturali a usi urbani (edifici, capannoni, strade asfaltate o sterrate, aree estrattive, discariche, cantieri, cortili, piazzali e altre aree pavimentate o in terra battuta, serre e altre coperture permanenti, aeroporti e porti, aree e campi sportivi impermeabili, ferrovie e altre infrastrutture, pannelli fotovoltaici e tutte le altre aree impermeabilizzate) con la perdita irreversibile di un patrimonio insostituibile in quanto il suolo rigenera alla velocità di 10 cm ogni 2.000 anni!!

Secondo la definizione europea di suolo:

“Il suolo ci fornisce cibo, biomassa e materie prime; funge da piattaforma per lo svolgimento delle attività umane; è un elemento del paesaggio e del patrimonio culturale e svolge un ruolo fondamentale come habitat e pool genico. Nel suolo vengono stoccate, filtrate e trasformate molte sostanze, tra le quali l’acqua, i nutrienti e il carbonio […]. Per l’importanza che rivestono sotto il profilo socioeconomico e ambientale, tutte queste funzioni devono pertanto essere tutelate”.

E come si vogliono tutelare in Lombardia?

Attraverso una norma integrativa alla L.R. n° 12/05, presentata 15 giorni fa in Commissione V, dal titolo “Disposizioni per la limitazione del consumo di suolo e la riqualificazione dei suoli degradati””.

Il testo è radicalmente modificato in termini di molto peggiorativi rispetto alla prima formulazione del Progetto di Legge n. 140 (approvato dalla Giunta Regionale lo scorso febbraio) che, seppur migliorabile, costituiva un passo importante verso la concreta possibilità di intervenire nella limitazione del consumo di suolo, sia attraverso misure di contenimento quantitativo dei processi urbanizzativi in atto, sia sostenendo politiche per il riuso e la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente quale strategia di governo urbano alternativa alla crescita espansiva.

I limiti del nuovo PdL , che si tradurranno in enormi danni per il territorio e per la salute dei cittadini, iniziano dai grossolani errori definitori, proseguono con l’indeterminatezza delle politiche previste (?) per la realizzazione degli obiettivi dichiarati (limitazione, compensazioni, fiscalità, riuso e rigenerazione urbana), per finire con le norme transitorie: tutte le enormi previsioni dei PGT vigenti sono fatte salve, l’adeguamento ai disposti di legge è fissato alla scadenza di validità dei DP.

All’entrata in vigore della legge le previsioni dei PGT potranno essere rese esecutive con l’approvazione dei relativi piani attuativi, da convenzionarsi entro un limite di 3 anni; ancora una volta il ricorso ad un periodo di moratoria rischia di avviare una corsa degli operatori all’attuazione del piano per non perdere le potenzialità edificatorie, anche al di là di una effettiva sostenibilità finanziaria e opportunità dell’intervento urbanistico.

Si potranno edificare quasi 100.000 ettari di terreni liberi che verranno sottratti soprattutto all’agricoltura!! 

Nessuna delle istanze , dei suggerimenti e delle severe critiche esposti dalle forze sociali e dalle organizzazioni professionali è stata recepita, il testo è stato blindato dalla Commissione e approvato dalla sola maggioranza, la discussione calendarizzata in Consiglio Regionale per i prossimi 11 e 18 novembre. Una fretta e una tempistica veramente inusuali!!

Alcune delle istanze che riteniamo imprescindibili sono le seguenti:

  1. che il suolo agricolo e inedificato sia riconosciuto come ‘Bene Comune’;

  2. che venga definito nel PTR il quadro reale di consumo di suolo pregresso e futuro comprensivo delle infrastrutture;

  3. che si realizzi finalmente il censimento del cemento in ogni singolo comune;

  4. che le previsioni di espansione siano coerenti con i trend demografici per determinare le reali necessità abitative;

  5. che si introducano nel PTR invarianti cui attribuire soglia nulla di consumo di suolo;

  6. che le previsioni di potenziamento delle infrastrutture non prevalgano sulle disposizioni dei piani territoriali delle aree protette;

  7. che si preveda la VAS per tutti gli atti del PGT connessi a processi di rigenerazione urbana, con rigorosa valutazione dello stato di inquinamento esistente;

  8. che si rafforzi il ruolo e le competenze dell’Osservatorio regionale per monitorare periodicamente il rispetto dell’obiettivo del contenimento del consumo di suolo;

  9. che si dia certa definizione dei concetti e delle azioni previste dalla legge.

Se le associazioni ambientaliste e agricole, ma anche l’Istituto Nazionale di Urbanistica e l’associazione dei costruttori edili (ANCE), si sono trovati assolutamente concordi nel rigettare i contenuti di questo PdL, significa che gli unici interessi che andrà a difendere saranno quelli del cemento illegale e di una speculazione edilizia funzionale al riciclaggio di capitali.

Quindi, caro Amministratore, noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca a te farti sentire assumendoti le responsabilità che ti competono:

chiedi il ritiro di una proposta inemendabile e prendi una posizione chiara rispetto a una questione seria e urgente quale il consumo di suolo. Perché non si dica, e lo diremo stanne certo, che anche tu vuoi favorire la speculazione edilizia illegale contro gli interessi dei tuoi concittadini onesti.

12 Novembre 2014

Sottoscrittori:

Coordinamento dei Comitati locali lombardi del Forum Salviamo Il Paesaggio – Ecoistituto della Valle del Ticino – Associazione InFormazione InMovimento Legnano – Associazione NOI per la città- Parabiago – Associazione Amici di Cuirone – NoTerzapista Vanzaghello – Associazione 5 agosto ’91 Buscate – LIPU Onlus – Federazione Nazionale Pro Natura

Scarica la lettera in formato pdf >>

3 commenti

  1. PENSO CHE il 18 novembre 2014, CI SARO’!

    Grazie x l’ iniziativa.

    Ciao a tutti

    Maurizio Cremascoli del Comitato Salviamo il Paesaggio e la Terra di Cislago (Varese)

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