Dimissioni Lupi, Salviamo il Paesaggio: “Atto dovuto, ora fermare opere inutili”

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Il Forum Salviamo il Paesaggio commenta le dimissioni di Maurizio Lupi, ormai ex Ministro per le infrastrutture e trasporti, con una nota ufficiale che viene pubblicata integralmente.

Le dimissioni del ministro Maurizio Lupi sono un atto dovuto, che non ci ripaga delle distruzioni avviate o lasciate in sospeso nel nostro Paese, un territorio violentato dalle lobby della speculazione e dell’interesse privato.

Le dimissioni sono un punto di partenza e non di arrivo: il sistema tracciato dai magistrati, partendo dall’inchiesta della TAV fiorentina, è stato replicato per la gran parte delle grandi opere. Dalle intercettazioni emerge la forte spinta a puntare su un modello di sviluppo fallimentare, cancellando ogni regola ed operando spesso nell’illegalità, solo per interesse privato.

La Orte-Mestre (un’opera difficile solo da sognare) diventa strategica per la cricca Incalza-Bonsignore, strumento per fare cassa, così come l’autostrada Tirrenica (SAT) progetto supervisionato da un altro lacchè, Antonio Bargone e il Corridoio Tirrenico Meridionale (Roma-Latina), supervisionata in passato da Massimo Averardi uomo di fiducia di ANAS, tutti vicini alla cricca.

Un sistema clientelare che si avvicina a quello mafioso.

Non solo, tale meccanismo si apprestava ad essere duplicato anche nel comparto del mattone con la nuova riforma “Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e di trasformazione urbana”. Dopo il fallimento dell’urbanistica contrattata, questa proposta – che speriamo venga cancellata – si apprestava a far diventare legge gran parte dei meccanismi atti a favorire la rendita fondiaria.

Il fallimento di questo Governo nella tutela del territorio, negli appalti pubblici e nelle opere pubbliche è sotto gli occhi di tutti. Per questo chiediamo di fermare tutte le grandi opere sorrette da un modello di sviluppo privatistico e clientelare. E di verificarne la reale utilità.

Molti studi hanno già confermato, per le grandi opere non ancora cantierizzate, l’inutilità di tali investimenti. Per quelle appena inaugurate, come la BREBEMI o il futuro Expo 2015 il disastro è passato dalle carte al mondo reale.

Chiediamo di reinvestire quelle risorse nell’agricoltura, nella messa in sicurezza del territorio e nella cultura.

Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio

6 commenti

  1. E’ opportuno scrivere, quanto prima, al nuovo ministro G. Del Rio, che, ha affermato, pubblicamente, che, debbono essere costruite solo le opere pubbliche utili per il cittadino. Non serve, quindi, l’autostrada Civitavecchia-Mestre, ma, bensì, un aggiramento dei centri abitati della Romea. Serve, invece, un collegamento snello, con meno curve, con una piccola galleria, che metta in contatto l’Umbria con il nord delle Marche. No, quindi, alla finanza di progetto per la Fano-Grosseto. Serve, invece, un collegamento tra la galleria della Guinza, in provincia di Pesaro, e la E45. Sono solo 8 chilometri.
    Saluti.
    Domenico menchi.

  2. ANCOR PRIMA CHE VENGANO ULTIMATE LE OPERE INCOMPLETE
    E CHE VENGANO AVVIATE OPERE “MINORI”, MAGARI DI CARATTERE PIù LOCALE CHE QUOTIDIANAMENTE CREANO DA DECENNI SCANDALOSAMENTE DEI DISAGI ENORMI: UN ESEMPIO: IL PARZIALE RADDOPPIO DELLA FERROVIA MANTOVA-MILANO (TUTTA IN PIANURA), VIAGGI DA INCUBO PER NEANCHE 200 KM CHE IN UN PAESE AVANZATO SI DOVREBBE FARE IN POCO PIù DI UN’ORA (SENZA TAV E CON TRENI NORMALISSIMI)

  3. Il problema è che questi cancri non sono facilmente estirpabili. Come mali incurabili si replicano ovunque ci siano grosse somme di denaro stanziate da uno Stato spesso disattento se non complice in alcuni suoi personaggi. E’ proprio vero che è un sistema clientelare paurosamente vicino a quello mafioso. Voglio comunque essere fiducioso e sperare fortemente che le cose cambino.

  4. D’accordo sul titolo: “ora fermare opere inutili” e nelle conclusioni.
    Ci pareva tuttavia doveroso che nel vostro articolo fosse citata la Torino-Lione: da 26 anni la lotta popolare No TAV si oppone a questo progetto, inutile ma anche il più costoso a livelo europeo!
    Da questa decennale lotta è nata la categoria delle Grandi Opere Inutili e Imposte che da qualche tempo anche i quotidiani più diffusi e le televisioni sono obbligati a citare, dimenticando però l’aggettivo Imposte che fa riferimento all’esproprio della democrazia nel momento della decisione governativa.

  5. il rischio è che subentri uno ancora peggio… come spesso accade in questo teatrino degli orrori
    solo una catastrofe nucelare può salvare il mondo.. tabula rasa e si ripartirà ex novo

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