A San Cristoforo, sulla sponda settentrionale del lago di Caldonazzo in Valsugana, si sperimenta la cosiddetta perequazione: cioè la facoltà di trasferire un diritto di edificare da un terreno a un altro. Un privato cede al Comune un terreno e in cambio riceve l’autorizzazione ad aumentare i metri cubi da edificare su un altro terreno di sua proprietà.
In questo modo il Comune evita di ricorrere a espropri e risparmia, ma a San Cristoforo il risultato sembra essere uno soltanto: cemento e tanti, tanti posti-macchina, tre volte quelli attualmente esistenti, e questo in un luogo in cui esiste già una stazione ferroviaria. Mentre le attese della popolazione – il parziale spostamento e l’interramento della strada provinciale – vengono lasciate all’iniziativa provinciale con i suoi tempi e costi.
Com’è possibile che la “riqualificazione” di una località turistica venga fatta passare per il cemento e l’asfalto? Niente disastri ecologici qui, nemmeno grandi speculazioni edilizie: ma questa prima applicazione della perequazione è importante perché rappresenta un precedente per operazioni gestite in segreto dalla pubblica amministrazione per il bene di alcuni privati e delle casse comunali, senza contare i costi ambientali.
Per cui, in guardia.
Leggi l’articolo originale di Emanuele Curzel su Questotrentino