Un esperimento: realizzare un servizio giornalistico multimediale, con l’aiuto di tutti voi.
Mentre l’Italia è inghiottita dal cemento – o meglio, da quella complessa filiera che distrugge il paesaggio, che parte dalle cave e arriva alle grandi opere- esistono numerosi enti locali che lavorano per opporsi all’“incendio grigio” e alle sue “conseguenze”.
Vogliamo raccogliere le storie di sindaci e cittadini che non cadono nella “trappola” degli oneri di urbanizzazione, né in quella delle “compensazioni”, tantomeno cedono al “ricatto” occupazionale. Ecco come possiamo farlo insieme.
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Vogliamo provare a raccontare queste storie di “resistenza locale”, e vogliamo farlo col vostro aiuto. E attraverso la Rete.
Avete tempo fino al 29 febbraio 2012
Fate un salto su www.timu.it: si tratta di una piattaforma realizzata dalla Fondazione <ahref di Trento (www.ahref.eu) al servizio di persone, associazioni e comunità che “vogliono informarsi e partecipare a una nuova informazione come bene comune”. È del tutto pubblico e gratuito. La parola “timu” è swahili e significa “squadra”. È un esperimento inedito in Italia di giornalismo partecipato. Timu propone un metodo comune di raccolta delle informazioni, con la garanzia che la proprietà dei contenuti è di chi li fa.
Il meccanismo è molto semplice: andate sul sito e cercate la nostra “storia”. Si chiamerà -ovviamente- “Salviamo il paesaggio”. Poi ci si deve registrare: bastano una mail e una password.
Chiunque potrà, rispettando la “deontologia” che è descritta sul sito, caricare materiale video, audio, fotografico e testuale sulla piattaforma. Potrà inoltre accedere a quello caricato da altri, e interagire con tutti i partecipanti. Cerchiamo interviste, documenti, foto, testi che raccontino in tutto il Paese le storie di amministratori locali che fermano il consumo di suolo, e si immaginano un’alternativa per il loro territorio, insieme ai concittadini. Storie che magari avete sotto casa, e che nessuno ha mai raccontato. O di cui siete portagonisti voi stessi. Il metodo “timu” si basa su quattro semplici principi: accuratezza, indipendenza, imparzialità, legalità. Che poi sono anche i principi con cui da 12 anni facciamo giornalismo qui su Ae.
Noi ci prenderemo la briga di analizzare, verificare e selezionare tutto questo materiale. Poi, lo riorganizzeremo e sintetizzermo, per farlo diventare composito e coerente. Avete (abbiamo!) tempo fino al 29 febbraio.
Il risultato – se tutto andrà come speriamo-, sarà un’inchiesta multimediale che pubblicheremo sul nostro sito a metà marzo, e in forma testuale sul numero di aprile di Altreconomia
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3185