Le conseguenze del cemento

Le conseguenze del cemento

(Luca Martinelli) – Altreconomia

Da vent’anni in Italia si gira un film che sembra pura fantascienza, ma poi si trasforma in thriller. Il titolo è “cementificazione” e la trama è fatta di speculazioni, interessi, paesaggi deturpati da ruspe e colate. Ma i costi di questa pellicola sono tutti sulle spalle dei cittadini. Come tutti i lungometraggi che si rispettino, non mancano i colpi di scena. A un certo punto, però, arrivano i nostri: centinaia di comitati che in tutto il paese si battono contro la devastazione del territorio. E spesso vincono. 

 

 Il titolo del libro è mutuato dal titolo del film “Le conseguenza dell’amore” di Paolo Sorrentino, che termina con l’immersione nel cemento del protagonista, così come l’Italia degli ultimi 50 anni. L’indagine di Martinelli parte dalla storia di “Risanamento Spa” di Zunino, vincitrice dell’appalto per la riqualificazione delle ex aree industriali Falck a Sesto S. Giovanni e Milano Santa Giulia, per le quali l’ex Presidente della provincia di Milano, Filippo Penati, è indagato. “Risanamento Spa” accumula 3 miliardi di debiti nei confronti degli istituti di credito ma questi non la lasciano fallire benché non abbia prodotto reddito e anzi ne diventano azionisti con Intesa San Paolo e Unicredit come istituti con le maggiori quote, con l’obiettivo di “spacchettare” il debito e rinegoziare altri prestiti, avendo in cambio il valore patrimoniale dell’area da ascrivere come immissione nei propri bilanci societari.

Illustrando le operazioni immobiliari di Ligresti e Caltagirone, l’autore ha spiegato come non convenga alle società abbattere le costruzioni inutilizzate o incompiute proprio per il fatto che producono una formale redditività e permettono di ottenere maggiore liquidità dalle banche, creando un circolo vizioso per il quale privati, imprese e banche hanno interesse affinché il valore espresso in mq dei terreni o delle costruzioni sia ampiamente sopravvalutato con conseguenze per i consumatori/acquirenti. E’ il tema della rendita che genera una sperequazione valoriale del bene paesaggio. L’altro fronte del problema sono gli oneri di urbanizzazione in nome dei quali gli enti locali, costretti normativamente a rispettare i vincoli stretti imposti dal patto di stabilità, utilizzano i terreni e i beni comuni per sostenere la spesa corrente, quindi sia per erogare servizi minimi sia per appianare debiti derivanti dall’attività ordinaria dell’amministrazione, procedendo, pertanto, sempre più a lottizzazioni incontrollate – col rischio che l’abusivismo diventi il marchio di fabbrica di una stagione “grigia” non solo metaforicamente –  e depauperando irrimediabilmente il patrimonio pubblico.

In quest’ottica appare più chiara la filosofia speculativa che ha spinto molti enti locali a perorare, nel recente passato, la causa del federalismo demaniale: per poter disporre di aree demaniali da poter mettere in vendita ed aumentare le proprie disponibilità finanziarie. Il giovane redattore di Altreconomia, inoltre, con dati alla mano, ha raccontato come oggi l’attività del costruire non sia finalizzata a soddisfare la domanda di abitazioni o infrastrutture da parte dei cittadini (attualmente il 40% di abitazioni vendute prima della consegna rappresenta il golden standard per le imprese edili, il restante 60% spesso rimane invenduto), ma come questo atto si esaurisca nell’occupare del suolo e nel gonfiare le quotazioni immobiliari di mercato per ottenere maggiori linee di credito. L’Italia è ancora la prima produttrice di cemento in Europa e spesso i cementifici fanno parte delle galassie societarie di costruttori e immobiliaristi. Emerge, quindi, nel corso della lettura una delle tante criticità presenti: l’assenza di un Piano nazionale per l’estrazione dalle cave degli inerti, con l’intento di arrestare quel far west amministrativo per il quale, legittimamente, ciascuna regione fa quel che vuole dotandosi, seppure, di una propria normativa che tuttavia non argina il fenomeno della devastazione del territorio.

Biografia:

Luca Martinelli, è giornalista e redattore del mensile Altreconomia. È autore dei saggi “L’acqua non è una merce” (Altreconomia, alla seconda edizione) e di “Imbrocchiamola!” (Altreconomia, alla quarta edizione).

Le conseguenze del cemento. Perché l’onda grigia cancella l’Italia? Protagonisti, trama e colpi di scena di un copione insostenibile.
di Luca Martinelli
Pagine: 176
Prezzo:  14,00 euro