Olimpiadi 2020: NO alla cementificazione della piana di Tor di Quinto

I Comitati del XX Municipio – Comitato Cittadino per il XX Municipio, Comitato Promotore del Parco di Veio, Associazione Collina Fleming-Vigna Clara per la Mobilità e Associazione Vivere Collina Fleming – guardano con preoccupazione alla candidatura di Roma a sede delle Olimpiadi del 2020.

I Comitati hanno deciso di indirizzare una lettera al Governo nelle persone del Presidente del Consiglio Sen. Mario Monti, del Ministro dei Beni e Attività Culturali Lorenzo Ornaghi, del Ministro dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare Corrado Clini, del Ministro dello Sviluppo Economico, e Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera, nonché per conoscenza al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per esternare le ragioni delle loro preoccupazioni.
I Comitati hanno precisato che non vogliono entrare negli aspetti economici dell’evento limitandosi ad osservare che, nel momento di crisi che l’Italia sta attraversando, è impensabile che lo Stato si renda garante dei costi miliardari dell’iniziativa, destinati a lievitare come l’esperienza insegna (vedasi l’ultima esperienza disastrosa dei campionati mondiali di nuoto), con ritorni del tutto aleatori.

L’aspetto su cui i Comitati desiderano richiamare l’attenzione è che l’iniziativa immobiliare più rilevante dell’operazione Olimpiadi 2020 riguarda la costruzione dei due Villaggi Olimpici, uno per circa un milione di metri cubi per gli atleti e una per i media di circa 300.000 metri cubi.

I due Villaggi verrebbero costruiti nella piana di Tor di Quinto e nell’ansa fluviale del Tevere a Saxa Rubra, distruggendo definitivamente la possibilità di creare il Parco fluviale del Tevere Nord, progettato dalla storica e autorevole Associazione Italia Nostra e dalla stessa sottoposto da tempo al Comune per la sua realizzazione.

In particolare il Villaggio per gli atleti, sorgerebbe in un’area di alto valore storico, archeologico e paesaggistico, dove passava l’antica Via Flaminia, ricca di reperti e tombe romane, paragonabile per importanza all’Appia Antica, e dove il grande Viale alberato di Tor di Quinto si conclude con lo storico ippodromo dei Lancieri di Montebello, per il cui totale rispetto e integrità si è espresso il Presidente Azeglio Ciampi in occasione delle celebrazioni per il 150° anno dell’unità nazionale.

Tutta l’area è soggetta a molteplici vincoli di inedificabiltà e intrasformabilità che verrebbero spazzati via per far posto alle costruzioni. L’area è inoltre, dal punto di vista idrogeologico, a rischio concreto e reale di esondazione.

L’altro aspetto riguarda la situazione del traffico della zona già in grave difficoltà: Viale di Tor di Quinto sostiene infatti, con il Corso di Francia, tutto il traffico proveniente dai quartieri del quadrante Nord di Roma nonché quello originato dal pendolarismo dai Comuni dell’hinterland. . Non ultimo il quartiere è ogni settimana completamente bloccato dalle partite che si giocano allo Stadio Olimpico.

La situazione verrebbe insostenibilmente peggiorata dai due Villaggi, destinati a residenze ed altre attività commerciali dopo l’evento, che generebbero traffico aggiuntivo di altre migliaia di auto portando la mobilità al collasso.

Verrebbe tra l’altro accresciuto il tasso di inquinamento locale che in Corso di Francia raggiunge i livelli massimi a Roma, che risulta essere la più inquinata delle capitali europee. e ben al di sopra dagli standard fissati per legge anche ai sensi delle direttive comunitarie. Ciò comporta, oltre ad un gravissimo danno per la salute degli abitanti che sono pronti a citare in giudizio l’amministrazione per mancata tutela della salute pubblica, anche il blocco costante del traffico veicolare, con gravi danni e ripercussioni sulle attività lavorative, scolastiche e sociali degli abitanti del quartiere e di Roma tutta.
In definitiva verrebbe peggiorata sensibilmente la qualità della vita dei popolosi quartieri circostanti, risultato questo che è esattamente all’opposto di uno degli obiettivi delle Olimpiadi che è appunto quello di ricadute positivi sulle condizioni di vita delle popolazioni coinvolte.

I Comitati ritengono infine che non possa essere approvato un progetto di tali dimensioni senza effettuare preventivamente la VAS- Valutazione Strategica Ambientale, prevista e resa obbligatoria da Convenzioni e normative europee ed italiane, che tra l’altro consentirebbe un’effettiva e reale partecipazione dei cittadini, finora tenuti all’oscuro dei progetti elaborati dal Comune.

Non vanno dimenticate le pessime esperienze concrete realizzate in occasione di precedenti eventi simili, laddove sono state realizzate opere infrastrutturali pubbliche di nessuna utilità futura per il tessuto urbano. Per i Mondiali del ’90 a Roma, ad esempio, sono state costruite anche alcune stazioni ferroviarie con i relativi servizi e rete di binari, come quella di Farneto, dietro al ministero degli Esteri e a due passi dallo stadio Olimpico, e quella sotto collina Fleming e a ridosso di Corso di Francia, rimaste sempre inutilizzate. Ma pagate con i soldi pubblici, non del comitato organizzatore, in una città che ha viceversa bisogno di infrastrutture di trasporto pubblico urbano che scoraggino il sempre più oneroso uso dei mezzi privati. A cui, però, non ci sono alternative. Non sono mai state realizzate le attese opere infrastrutturali per miglioramenti utili alla collettività e non solo ai fruitori contingenti delle Olimpiadi. L’area metropolitana di Roma, invece, ha bisogno di interventi strutturali utili e proiettati nel tempo, pensati per i cittadini residenti e anche per i turisti, quelli spalmati dell’arco dell’anno, veri portatori di reddito per la città e i suoi operatori economici. Riteniamo viceversa che anche in questo caso si operi solo per dare lustro agli amministratori di turno e creare opportunità non sempre cristalline.

Le Olimpiadi – laddove si vogliano perseguire – dovrebbero eventualmente essere l’occasione per creare infrastrutture nelle periferie che ne hanno bisogno, non per sovraccaricare un quartiere già densamente abitato distruggendo gli ultimi spazi verdi e archeologicamente rilevanti.

I Comitati concludono di fare affidamento al senso di responsabilità finora dimostrato dal nuovo Governo e di attendere fiduciosamente una risposta, in mancanza della quale si dichiarano costretti, loro malgrado, a percorrere altre strade, rendendo nota la questione e le loro ragioni a livello italiano e internazionale, difendendo gli interessi dei cittadini in tutte le sedi non escluso un ricorso al CIO per segnalare le gravi carenze indicate.

Per informazioni : 3333613682