No al quinto ponte sul Natisone

Da quando esiste insediamento umano, nell’area che sarà poi occupata dalla città di Cividale del Friuli, esiste il legame col fiume: il Natisone. 

A Cividale è documentato l’attraversamento su ponte fin dal medioevo e l’antico manufatto, costruito nel XIV secolo, è rimasto integro e funzionale fino al 27 ottobre 1917. Ricostruito nel 1918 con disegno architettonico simile al precedente, è ora affiancato da un nuovo ponte urbano, collocato a poche centinaia di metri di distanza, che consentirebbe (e la cui costruzione prevedeva) la chiusura al traffico veicolare sul vecchio ponte. Il ponte, detto “del Diavolo” dalla popolazione, ha la vocazione di belvedere. Collocato a più di venti metri sul piano dell’acqua, sfrutta, un grande masso naturale sul quale poggia il pilone centrale: è il luogo ove quotidianamente i cividalesi e i numerosi turisti che visitano la nostra città ammirano dalle spallette, sfidando l’inutile traffico, il paesaggio fluviale contornato dalle abitazioni costruite sul precipizio della forra e dalle Alpi Giulie che fanno da corona.

La forra, anche nel tratto che interessa l’abitato di Cividale, è oggetto di tutela fin dal 1 luglio 1955, data nella quale il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali procedeva alla definizione di un vincolo ambientale lungo la fascia delle rive dal Comune di San Pietro al Natisone al Comune di Premariacco. Il Ministero attesta quindi il notevole interesse pubblico costituito dalle sponde del fiume Natisone a partire dall’abitato di San Pietro al Natisone fino a quello di Premariacco.

Dal 1955 però in zona sono stati costruiti già tre ponti (oltre ai due già presenti del Diavolo e di Ponte San Quirino): Firmano, il nuovo ponte ANAS sulla SS 356 (variante Gagliano – Zona Industriale di Cividale), e il nuovo ponte urbano di Cividale. Un ulteriore ponte è previsto presso San Quirino e il PRGC di Cividale ne prevedeva un altro ancora. Per fortuna tale infausta decisione è stata per il momento scongiurata da una petizione popolare e dall’imposizione, da parte della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, di provvedere allo stralcio di quella parte di PRGC.

Ricordiamo che territori con un peso antropico ben maggiore non sono serviti da una tale quantità di ponti: a nostro parere si tratta di un eccesso d’infrastrutture.

In tempi recenti e in più riprese, la realizzazione di opere di consolidamento delle sponde, realizzate in palese contrasto con quanto sostenuto negli elaborati progettuali, ha sconvolto l’intero alveo del fiume in tutto il tratto compreso tra Borgo Brossana e San Giorgio in Vado.

Una strada camionabile è stata realizzata in alveo spostando centinaia di cubi di ghiaia, con ciò devastando l’equilibrio ecologico del fiume. Uno studio pubblicato sul 26° volume dei “Quaderni ETP” (Ente Tutela Pesca) nel 1997 riportava gli interessanti rilievi effettuati sulla fauna bentonica e illustrava la sua importanza per l’ecosistema fluviale: ironia della sorte, direttore responsabile della rivista, era l’allora sindaco della città di Cividale, il dott. Attilio Vuga.

L’area nella quale doveva sorgere il nuovo ponte, e che recenti dichiarazioni a mezzo stampa dell’assessore regionale alle infrastrutture Riccardo Riccardi, riconfermerebbero come possibile localizzazione del manufatto, che ricadeva già nelle tutele della legge 431/1985 – Galasso, rientra in una delle zone definite ARIA (Aree di Rilevante Interesse Ambientale) tutelate dalla Regione Friuli-Venezia Giulia.

Il ponte è un’opera che reputiamo non necessaria, e l’Amministrazione non ha mai argomentato in modo convincente in senso contrario, affidandosi piuttosto ad affermazioni. Per questo riteniamo l’opera configgente con quanto previsto dalla citata legge regionale.

Proprio l’area prevista per la costruzione del ponte è sempre stata scelta e frequentata dai cividalesi come luogo di svago, pic-nic, passeggiate e balneazione per le sue elevate qualità ambientali. Soprattutto in questo caso è facile prevedere come l’impatto dell’opera sconvolgerebbe completamente la vocazione del luogo.

E’ da rimarcare il fatto che i margini della città, altrove completamente alterati, qui sono di una straordinaria qualità. Il Borgo Brossana, estrema propaggine est dell’abitato storico di Cividale, delimita in maniera precisa il limite tra la città e la campagna. Quest’ultima è costituita da prati, seminativi e aree vitate di particolare interesse, che trovano maggior valorizzazione nei terrazzamenti e nei sentieri che conducono o seguono la sottostante forra del fiume Natisone e che permettono la vista sul centro medioevale con le emergenze delle chiese e del palazzo Pretorio.

Parole e immagini non rendono completa giustizia alla bellezza dei luoghi, poco distanti dal centro abitato, inseriti in un ambiente naturale unico nel quale è possibile apprezzare tanto il silenzio quanto lo scorrere del fiume o il canto degli uccelli, che qui nidificano numerosi. I prati fioriti, spesso mossi dal vento, la visita sul fiume dalle acque smeraldine e popolate di specie ittiche dimostrano ancor di più le qualità irriproducibili del sito che, una volta alterato, perderà per sempre le sue qualità.

La raccolta di firme, rivolta a tutti i residenti ma aperta ad ogni eventuale interessato (i fogli, però, saranno distinti), mira a impedire il rilancio dell’ipotesi della costruzione di un ulteriore attraversamento del fiume Natisone.

Ecco il testo del documento: «I firmatari della presente petizione di iniziativa popolare si oppongono all’edificazione di un altro ponte sul Natisone nel territorio di Cividale del Friuli. L’opera comporterebbe un danno all’ambiente, con la rovina irreversibile di un luogo tra i più belli: la forra del Natisone fra lo sbocco del torrente Lesa, in sponda sinistra, e i terreni appena a est dell’abitato di Borgo Brossana in sponda destra. Sarebbe un intervento costoso e inutile, che rappresenterebbe un incentivo alla speculazione edilizia».

Luciano Marcolini Provenza – Cividale del Friuli

9 commenti

  1. Sugli interessi è sempre la stessa vecchia storia che ci ostiniamo a non credere ed il conflitto di interessi non è prerogativa esclusiva del nostro ex-presidente del consglio: C’è ben poco da dire: nuovo ponte, ergo nuova edificabilità dei terreni a nord di Cividale; basta quindi vedere la relazione tra proprietari e giunta. Che il valore degli immobili sia oggi più alto a Cividale che a Udine, significa solo maggir appetibilità e la fame dei poveri immobiliaristi indigenti è assai nota.

    Nota a margine: leggo che a luglio 2012 si terrà un concerto di Ligabue proprio nella zona interessata (un terreno denominato “parco” del Lesa dove son preveiste circa 30.000 persone) e l’amministrazione ha dichiarato che è stato concesso (o favorito?) l’evento per dimostrare che l’amministrazione è sensibile all’ambiente (!!!).

  2. In Provincia di Gorizia si è costituito il Comitato locale della campagna “Difendiamo il Paesaggio”. Perchè da Cividale non proponete un comitato anche per la Provincia di Udine?

  3. Prima che sia troppo tardi, cerchiamo di capire e sapere quali sono i reali interessi per questa folle costruzione; non possono essere interessi della cittadinanza (traffico, commercio in centro storico o altro); ci dev’essere dell’altro sotto, scopriamolo e facciamo fronte comune contro un progetto indegno.

    Firmato Roberto, un cividalese innnamorato di Cividale

  4. Per chi conosca anche soltanto un poco la storia di questo straordinario sito, che ha dato il nome a tutta la regione – Civitas Forum Iulii -, Cividale del Friuli rappresenta un simbolo di storia e cultura che non deve essere assolutamente alterato, in nome di un “progresso” fittizio, che ha fatto dell’Italia il paese più cementificato al mondo. Mi auguro che prevalga il buon senso, in una amministrazione che ha il compito di tutelare la popolazione ed il suo teritorio, non di favorire pochi interessati.

  5. Per i cividalesi o persone interessate che si trovano sul posto le firme di raccolgono anche presso:

    Libreria Ubik (corso Mazzini)
    La Libreria Boer (via Manzoni)
    Edicola Birri (sotto l’arco di Borgo San Pietro)
    Edicola Bront (Piazza Paolo Diacono)
    Edicola “Buffetti” (Piazza della Resistenza)
    Bicisport Cividale (Via Udine, località al Gallo)
    Farmacia Minisini (Largo Boiani)
    Farmacia Fornasaro (Corso Mazzini)
    Trattoria alla Frasca (stretta De Rubeis)
    Bar Morandini (Ponte del Diavolo)
    Trattoria “Alla speranza” (Foro Giulio Cesare)
    Bar “Da Remigio” (via Manzano)
    Antica Osteria (Spessa)
    Pizzeria “Al giardino” (Gagliano)
    Bar “Da Nevio” (Sanguarzo)
    Bar “Cozzi” (Purgessimo)
    Edicola (Rualis)
    Trattoria “S. Marco” (Rubignacco)
    Bar “Al capriccio” (Grupignano)
    Osteriute (Fornalis)
    Bar “Da Mario” (Carraria)
    Vineria Crosato (Fornalis)

    Grazie a tutti. p.il Comitato Marcolini Provenza Luciano

  6. Cividale è da poco entrata a far parte dei siti tutelati dall’UNESCO per storia, ambiente e cultura, pertanto mi sembra logico che debba essere mantenuta con le sue caratteristiche. Un’opera come il terzo ponte stravolgerebbe ulteriormente non solo la viabilità, ma anche la vita dei cividalesi. Il centro storico viene lentamente privato dell’anima.

    1. Sono d’accordo con te perchè le risorse finanziarie che verrebbero impiegate per la costruzione di un ulteriore ponte potrebbero venire impiegate in maniera più proficua ed ecologica. Ad esempio con l’istituzione di un servizio di trasporti pubblici che colleghino la periferia al centro, in modo da ridurre il traffico e mantenere inalterato l’assetto urbano.

  7. Nel 1973-74 feci il militare a Cividale e conosco bene i luoghi interessati
    Appoggio in pieno la petizione contro la costruzione del ponte sul Natisone

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