Altre 250 pale eoliche nella Tuscia

Una vera e propria selva di pale eoliche potrebbe sorgere in provincia di Viterbo, alterando gravemente il paesaggio e modificando irreparabilmente la skyline di scorci memorabili di territorio.

Alle 20 pale eoliche già in esercizio a Piansano si ne potrebbero aggiungere altre 250 circa. Le relative richieste di autorizzazione sono state presentate, da varie aziende, alla Regione Lazio e sono in fase istruttoria. Sono infatti le regioni a detenere tutti i poteri in materia, pur se subordinati alle linee guida emanate dai ministeri competenti.

I vari parchi dovrebbero avere una potenza complessiva di 496 mw. Ogni pala è in grado di produrre circa 2 mw, quindi, per raggiungere la produzione di energia elettrica prevista, ne servirebbero 250.

Ma non è ancora tutto. I tralicci dovrebbero sorgere tutti, o quasi, in Maremma: Tuscania, Tarquinia, Montalto di Castro, Arlena, Tessennano e via dicendo. Un comprensorio ricco di giacimenti archeologici, spesso sottoposto a vincoli paesaggistici. L’area, inoltre, è caratterizzata da un’attività agricola intensa, che sforna prodotti di alta qualità.

Senza contare che quel territorio, dal punto di vista energetico, ha già dato. Basti pensare alla centrale Enel di Pian de’ Gangani e agli impianti fotovoltaici, tra i più grandi d’Italia, realizzati a tempo di record.

Per dare un’idea sulla grandezza dei tralicci, basti pensare che dovrebbero essere alti almeno 10 metri in più di qualsiasi ostacolo naturale che potrebbe impedire al vento raggiungerli. Ad esempio, se l’ostacolo è di 50 metri, l’altezza del traliccio deve essere almeno di 60. Anche la superficie necessaria alla realizzazione del parco eolico è considerevole, in quanto ogni singola pala deve essere installata a una distanza doppia rispetto a all’altezza delll’ostacolo naturale. Ad esempio, se una collina è alta 50 metri, la pala deve essere innalzata a 100 metri di distanza.
A questo si aggiunge l’interminabile querelle in atto tra gli abitanti di alcuni paesi che si oppongono alla realizzazione di impianti a biomasse già autorizzati e, a quelli che, una volta ottenuto il via libera della Regione potrebbe essere costruiti. Richieste che riguardano i comuni di Caprarola, Tuscania e Capranica.
Che la Tuscia sia diventata una sorta di “Mecca” le aziende specializzate in energia alternativa lo dimostrano i dati illustrati ieri mattina dagli assessori provinciali all’Ambiente, Paolo Equitani, e all’Agrcicoltura, Franco Simeone.
  • Impianti a biogas: in fase istruttoria impianti per circa 1 mw di potenza (già autorizzati 0,5 mw);
  • Fotovoltaico: in istruttoria impianti per 513 mw (già autorizzati 870,503 mw);
  • Idroelettrico: in istruttoria una richiesta per 0,213 mw;
  • Gas di discarica: in istruttoria richieste per 0,99 mw:
  • Impianti a biomasse: in istruttoria richieste per 3 mw (già autorizzati 12 mw).

2 commenti

  1. A quanto ne so uno dei siti potenzialmente interessati dall’operazione è l’università agraria della Roccaccia (Tarquinia). Ne sarei addolorato.

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