A Poggetto (Ferrara) la lunga storia della distruzione di un’oasi

Patrimonio storico ed ambientale cancellato da tempo, senza batter ciglio, per far posto ad un’azienda agricola.

Tutto comincia nel 2009 quando è stata fatta tabula rasa dell’Oasi del Poggetto, nella frazione di Sant’Egidio, a Ferrara.

Abbattimenti selvaggi e terra bruciata (è stato usato anche il fuoco per ripulire l’area!) dove c’erano bacini palustri, gli storici maceri destinati alla lavorazione della canapa, boschi e alberi secolari, flora e fauna tipica del territorio.

La storia di quest’area di  circa 200 ettari, che una volta era una tenuta privata controllata e mantenuta, è cambiata quando la nuova proprietà ha deciso di cancellare tutto quello che c’era per far posto ad un’azienda agricola e per trasformarla in fruttetto.

Cittadini ferraresi, esperti ed associazioni ambientaliste segnalano da tempo la situazione, ma nonostante accertamenti e sanzioni, il danno è ormai irreparabile.

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STORIA DI UNA DISTRUZIONE

La storia della vicenda nell’articolo di Stefano Dalla Casa (da Oggi Scienza) >>

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IL VIDEO

5 commenti

  1. Ciao a tutti
    sono la ragazza che ha scattato queste foto. L’oasi della tenuta ex-Ferraguti non era riconosciuta come tale dalle autorità, ma ne aveva tutte le caratteristiche. Circa 15 ha di boschi secolari, aree di palude e prati umidi praticamente alle porte della città. L’avidità del nuovo proprietario, un latifondista veneto senza alcuna lungimiranza, oltre che totalmente privo di sensibilità ambientale, ha fatto tabula rasa per poter impiantare un frutteto. Di oltre 200 ha acquistati, ha voluto coltivare anche quei 15 ha occupati dall’oasi.
    Una parte dell’oasi era stata realizzata con il contributo della UE alla rinaturalizzazione di terreni agricoli, cioè utilizzando soldi pubblici. Ora il governo Monti ha deciso di permettere alle Regioni di autorizzare i proprietari terrieri a distruggere TUTTI i boschi e le aree umide realizzate con i contributi comunitari. Un incredibile patrimonio di biodiversità sta dunque per essere distrutto, patrimonio che questa oasi rappresentava in tutta la sua bellezza.

    L’Italia, come il resto del mondo, è in corsa verso la rovina, se il denaro resterà l’unico obiettivo alla base dell’agire degli uomini.

  2. Penso che i “cittadini” che si occupano di questi problemi in Italia siano una minoranza tale che è impossibile immaginare che le loro istanze possano avere il peso necessario ed indispensabile. La gran parte della gente prosegue ad occuparsi del proprio orto domestico immaginando, per prorprio comodo, che tanto ci saranno “altri” ad occuparsi di tutto il resto. Quindi sino a che non arriva il risveglio dal “proprio comodo” queste storie avranno tutte il finale scontato, perchè una guerra per essere vinta deve essere combattuta capillarmente da TUTTI e non delegata in eterno ad un pugno di combattenti.
    francesca

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