Foggia e la sua 167: presente, futuro e storia di una speculazione infinita

È possibile recuperare suolo da cementificare che nella realtà non c’è?

A quanto pare sembra di sì, almeno vedendo quello che sta accadendo a Foggia, dove sono stati destinati all’edilizia 157 mila metri cubi in base ad una logica molto particolare.

Il piano regolatore riconosce ad ogni cittadino volumetrie di servizi pubblici in eccesso rispetto a quelle previste dallo stato. Volumetrie che sono state ricavate da parcheggi e prati dove oggi sono sorti nuovi cantieri.

Il cantiere di via Gentile a ridosso delle case

Via Gentile è una delle strade che attraversano la Macchia Gialla, uno dei quartieri periferici della città di Foggia. Fino a dieci anni fa questa zona era meta di persone alla ricerca di una casa lontana dal caos e circondata dal verde. Tra di loro c’erano anche gli abitanti di questa via che con il proprio appartamento acquistarono un posto auto che oggi non c’è più.

Al posto di quei parcheggi, a ridosso dell’uscio di casa, è spuntato da un giorno all’altro un enorme cantiere dal quale stanno prendendo forma varie palazzine. È uno dei molti progetti che fanno parte dell’espansione della 167, piano di edilizia economico-popolare previsto da una legge del ’62, dedicato al mondo cooperativo ma che con il passare degli anni si è trasformato in un semplice bando di edilizia residenziale.

Il cantiere di via Gentile sorto sul parcheggio dei residenti

La scomparsa del parcheggio di via Gentile insieme a molte zone verdi sono uno dei tanti effetti della cementificazione in corso da almeno un decennio a Foggia, città pugliese ostaggio del mattone, unica economia tenuta in considerazione fino ad oggi dalla politica locale in ritardo di sei anni nell’approvazione di un Piano urbanistico generale.

Non a caso Gianni Mongelli, sindaco di centrosinistra, costruttore ex presidente di Assindustria Puglia e dell’ente Fiera di Foggia per fronteggiare il rischio del dissesto finanziari ha elaborato un piano di rientro di oltre 70 milioni di euro di debiti basato in larga misura sugli incassi derivanti dall’edilizia, pianificati dagli uffici dell’assessorato competente oggi guidato dal presidente dell’Ordine degli architetti, Augusto Marasco.

Una decisione coerente con una politica urbanistica che arriva da lontano e che tra i suoi prodotti ha l’attuale ampliamento della 167 passato alla storia come “Recupero delle volumetrie disperse” approvato dalla precedente maggioranza di centrosinistra il 19 gennaio del 2009. Parliamo di 157 mila 320 metri cubi da cui sono stati recuperati 800 alloggi tutt’oggi in costruzione.

Prima di questa fase c’è stato un intermezzo, agli inizi del 2000, con l’aggiudicazione dei suoli edificabili, avanzati dalla prima fase degli anni ’90, ad alcune cooperative precedentemente escluse e vincitrici di un ricorso al Tar. Ossia la “Manovrina in 167” che ha permesso la cantierizzazione di ulteriori 400 appartamenti che con gli altri 800 del recupero delle volumetrie ha portato in città 1.200 alloggi nell’arco di 15 anni.

E non sembra sia ancora finita dato che le cooperative edilizie (Agci, Confcoopertative, Legacoop ed Unci) hanno richiesto al comune ulteriori 150mila metri cubi edificabili da inserire nel futuro Piano urbanistico generale. Ossia altri 400 alloggi.

La Manovra della 167, disegnata nel Piano regolatore foggiano del 1992, è salita agli onori della cronaca come la più grande mai realizzata in Italia. Dalla prima metà degli anni ’90 centinaia e centinaia di appartamenti sono iniziati a spuntare nelle periferie della città senza soluzione di continuità spingendo Foggia verso un’espansione ipetrofica e invadendo quartieri residenziali. Come quello della Macchia Gialla.

Il Recupero delle volumetrie approvato tre anni fa si basa su un principio senza precedenti: ogni foggiano disporrebbe di 7 metri cubi in più rispetto a quanto previsto dalla legge. Spazio da recuperare e sul quale costruire. In pratica, quella che ha tutta l’aria di essere una operazione speculativa, ottenuta grattando via spazio vitale ad ogni singolo cittadino, è passata come un atto dovuto per legge, davanti al quale l’opposizione in consiglio comunale è rimasta in silenzio.

Se sulla carta tutto è possibile, nella realtà dei fatti è stato necessario individuare quali aree da edificare per racimolare i 157mila metri cubi previsti.

Così, con un colpo di matita sono stati cancellati ampi spazi di verde e servizi pubblici, lasciando il posto a cantieri incastrati tra strade e edifici.

Quello che sta accadendo su via Gentile è un esempio delle conseguenze di una politica urbanistica basata su varianti alle destinazioni d’uso dei suoli: lì dove c’era un parcheggio è spuntato da un giorno all’altro un cantiere per nuove palazzine residenziali. Inutili le lamentele dei cittadini che si sono sentiti derubati di un’area di loro proprietà e invasi da ulteriore cemento.

Da sinistra, l'assessore all'Urbanistica di Foggia Augusto Marasco, il sindaco Gianni Mongelli

Se da una parte si toglie dall’altra bisogna dare. Almeno un po’. Infatti è stato necessario compensare le volumetrie di verde pubblico cancellate. La soluzione scelta è stata un vero e proprio paradosso, perché per raggiungere la quantità di verde che spetta ad ogni cittadino è stata conteggiata persino l’erba piantata lungo gli spartitraffico di via Gentile come delle altre arterie della zona.

Il risultato di questa spietata politica urbanistica  è sotto gli occhi di tutti. Alla vigilia dell’approvazione del Piano urbanistico generale che dovrebbe ridisegnare una città più vivibile, la Macchia Gialla è costellata di avvisi di vendita di appartamenti che in sei anni hanno perso in media il 10% del proprio valore immobiliare.

Francesco Bellizzi
francesco.bellizzi80@gmail.com

A destra una delle nuove costruzioni, attaccata a una villetta a schiera

 

4 commenti

  1. Bisogna avere un tetto dove abitare, ma purtroppo la politica selvaggia dei palazzinari corrotti e ladri continua come un cancro a rovinare questo paese, a spese dei cittadini onesti,
    distruggendo l’ambiente e pensando ad arricchirsi in altri stati del
    mondo . Questo non si pensa al bene comune e all’ambiente. Putroppo
    il proprio tornaconto e la cultura mafiosa ci stanno distruggendo.
    Giuseppe un uomo deluso di questa Italia

  2. il peggio del peggio,cialtroni senza ritegno messi li da gente che merita questa marmaglia di politici da strapazzo..beccateveli !

    p.s. il bello che prima li votano poi si lamentano..

    1. Il livello della classe politica foggiana è molto basso e tra le cause c’è la poca consapevolezza da parte della cittadinanza. Ma è anche vero che entrare nei meccanismi della politica urbanistica vuol dire scoprire le strade che il cemento percorre usualmente in tutto lo stivale. E molto spesso all’insaputa delle popolazioni.

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