Lettera di una chiesetta di campagna alla nuova autostrada A31

La Val d’Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord.

Quest’opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere.

Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione.

Il 5 maggio scorso ad Arsiero il presidente della provincia di Vicenza, Attilio Schneck, nonché presidente di Brescia-Padova (ndr), ha illustrato ai cittadini il progetto preliminare del completamento dell’autostrada A31.

L’incontro fa parte dell’iter previsto dalla legge regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale, che entro fine estate decreterà la fattibilità o meno del progetto ed è stato tenuto dai tecnici dell’Autostrada Brescia Padova e del consorzio Raetia, incaricato della realizzazione del progetto.

Trentanove chilometri, di cui 27,8 in galleria, per 4,6 km in viadotto sono i numeri dell’opera che, secondo il presidente, giustifica i sacrifici richiesti al territorio a vantaggio del “bisogno di connettersi ai corridoi strategici nazionali ed europei in cui circolano le merci, gli investimenti, le idee”.

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera “ideale”, scritta dalla “chiesetta di Sant’Agata” a commento della serata.

Cara A31,

ero presente anch’io venerdì 4 maggio ad Arsiero, all’ assemblea pubblica per la presentazione del tuo possibile  proseguimento verso nord.

Indossavo, non casualmente, una sciarpa viola; molti tra i presenti mi si sono avvicinati per salutarmi, altri pur lontani l’han fatto con un cenno del capo o della mano; nessuno dei relatori seduti a quel tavolo vestito a lutto ha incrociato il mio sguardo: mi hanno volutamente ignorata. Forse la mia storia o ciò che rappresento o il semplice fatto di “esserci” nonostante i miei anni, incutono timore?

Ho avuto però ben chiara la sensazione che loro, i tuoi presentatori, non abbiano nemmeno notato le centinaia di donne e uomini presenti quella sera: presenti per sentire, sapere,conoscere ed avere ulteriori chiarimenti sul tuo tracciato. Peccato! Occasione persa per aprire un dibattito, un confronto che, anche se non previsto, avrebbe fatto onore ai tuoi sostenitori. Onore non prestigio.

Gestazione lunga la tua cara A 31, sei rimasta congelata allo stato embrionale dal 1966 ed ora, per giochi e scopi a me non del tutto chiari, vieni scongelata con le parole “ORA O MAI PIU’”.

Povera te: non deve essere piacevole venire al mondo preceduti da una simile affermazione. Meglio sarebbe il nulla, rispetto alla tua forzata presenza.

Tu sei il giovane virgulto della Società Autostrade Brescia-Padova: il tuo progetto è stato illustrato con enfasi come opera irrinunciabile, da una perfetta, anche se lunga e territorialmente poco realistica presentazione; presentazione che sfociava nella propaganda, tanto da far sorgere in me un lieve, ma subito svanito, senso di colpa nel desiderare di non voler vederti proseguire verso nord.

Eppure ciò che mi ha colpita e profondamente rattristata è stato il constatare nei vari interventi la mancanza, il vuoto, l’assenza ben percepibile di una parola: HOMO o, termine a me molto caro, CREATURA UMANA. Parola che pulsa vita, parola che è vita. 

Ho trascritto a fatica sulle mie vecchie pietre parole tratte dal discorso fatto dal tuo Presidente, il Signor Schneck: obbligo di legge- governo- interessante struttura strategica- sviluppo territoriale-soldi- provincia- fruizione servizi-investimento- opera irrinunciabile-sgravi- economia- turismo-velocità… E la creatura umana dov’è?

Vorrei che tu dicessi al tuo Presidende da parte mia che la velocità non è un valore, come non lo è il denaro o le grandi opere e che non lo è neanche l’ economia se allontana o se esclude la creatura umana; digli che son certa che se l’ economia stà rivelando la sua fragilità è proprio perché si è allontanata troppo all’ uomo, lo ha messo da parte mettendo in primo piano e sopra ad ogni logica di buon senso, i propri interessi e l’ esagerato profitto: proprio a descapito dell’ uomo.

Dio non voglia che anche il proseguimento dell’ A 31 non sia frutto di logiche lontane dal bene comune. E se mai un giorno lo dovessi incontrare gli vorrei chiedere guardandolo negli occhi:” Signor Schneck, prenda in considerazione il fallimento della Cartiera Valposina o della Bella Zoilo o la situazione della Filivivi: lei crede veramente che un’ autostrada le avrebbe salvate? Venga, venga, si prenda del tempo: faccia un giro a piedi ed in auto in questo bel territorio dell’ Alto Vicentino, parli con le persone, si guardi attorno e comprederà che se stà morendo, come lei ci ha fatto notare quella sera, non è certo per il mancato proseguimento dell’ A 31. Forse è il caso mi creda, di ripartire dalle piccole opere, dai bisogni vicini al quotidiano vivere.

Torno a te, cara A 31, per dirti tutta la mia tristezza nel constatare come alcune persone non tengano conto del valore della terra, dei campi che in seguito al tuo proseguimento non potranno più essere coltivati; o del mutamento della qualità della vita che si andrà a creare con tale opera.

E il preservare la bellezza del paesaggio come gesto d’ amore verso il territorio ove si vive: dov’ è? 

E il gusto di avere a cuore ciò che è bello? Ciò “Che dà per li occhi una dolcezza al core…”. E il salvaguardare la storia che io rappresento? Dove mettono tutto ciò?

“Paroni in casa nostra” ci è stato urlato per anni nelle orecchie da chi, nel voler separare una patria ha preso gusto nel puntare il dito contro gli altri. Al tuo Presidente vorrei chiedere ancora una cosa: ”Ma quali xei i paroni?”

A volte penso che i politici e i tecnici, a furia di voler essere lungimiranti dimentichino il presente: il qui e ora. Ecco, la mia sciarpa viola vuole essere un segno di solidarietà per tutti gli operai che hanno perso il lavoro, per questa forzata Quaresima che durerà ben oltre i 40 giorni.

Sono e mi sento piccola: la mia storia e il mio sapere coprono un’ arcobaleno d’ anni che a qualcuno sfugge.

Chi mi ha voluta e costruita non ha presentato grandi progetti, ne studi su possibili impatti ambientali o astrusi grafici, però ha considerato il valore che il mio essere portata a compimento avrebbe donato alle donne e agli uomini che in questi luoghi abitavano e avrebbero abitato nei tempi a venire.

Sono e mi sento piccola rispetto a te, cara A 31 e dal mio piccolo guardo negli occhi le creature umane perse tra parole e azioni calate dall’ alto e forzatamente adagiate nel loro vivere quotidiano come opere indispensabili. Se il tuo proseguimento si realizzerà mi passerai accanto: 60 metri di terra e cielo tra te e me!

Ci dividono centinaia d’ anni ma i metri sono e saranno 60: forse riusciremo a creare un dialogo, io ci metterò tutta la mia buona volontà, ma non so se reggerò all’ umiliazione: non solo mia credimi ma anche e soprattutto per quella della creatura umana.

Tua Chiesetta di Sant’Agata

P.S.

La chiesetta di Sant’Agata sorge nell’aperta campagna di Cogollo del Cengio, verso il fiume Astico. Pare che l’edificio risalga all’ottavo secolo, quindi è una delle chiese più antiche della zona. La struttura è spoglia e molto semplice, a navata unica e con un piccolo campanile; l’ingresso è caratterizzato da un esonartece, ovvero un portico esterno che immette all’interno della chiesa. L’intera chiesetta è stata recentemente restaurata e viene utilizzata talvolta per celebrare alcune funzioni. Per arrivare a Sant’Agata bisogna percorrere tutta la stradina sterrata omonima a piedi, in un breve percorso di circa 10-15 minuti che si insinua nella campagna circondato da ciliegi e vigne.

 

Irma Lovato

 

4 commenti

  1. vorrei proprio che questa A31 non proseguisse, sarebbe un’ulteriore
    spreco di denaro e abuso di costruzione senza una valida neccessità. Ely

  2. Oggi, di fronte e questo progetto, o altri analoghi ovunque in Italia, si dovrebbe porre una sola, secca, condizione : si costruisce Tot soltanto dopo che si è demolito e riconsegnato al suo stato originario Tot dell’ambiente naturale circostante e attualmente sfregiato da manufatti degradati, abbandonati, abusivi.

  3. Bersani ha ripetuto mille volte: rimbocchiamoci le maniche.
    A me fa solo cascare le braccia!Lui e tutti gli altri capi del PD

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