Campania: il cimitero delle fabbriche abbandonate

In Campania esiste un problema grave e sottovalutato che interessa il suolo campano nella sua totalità: le fabbriche abbandonate.

Questi colossi di cemento ammuffito si trovano quasi in ogni singolo comune esistente in Campania.

Tali edifici dismessi, arrugginiti e fatiscenti si estendono per chilometri sia in lunghezza che in larghezza e in altezza e sono complici di un’incresciosa occupazione di suolo pubblico. Questi edifici che si trovano, chi più chi meno, vicini al mare subiscono l’erosione dovuta alla salsedine marina che corrode più velocemente il cemento; le erbacce che crescono folte e indisturbate tra le fessure degli ex complessi industriali e il pavimento antistante possono essere causa di pericolosi dissesti idrogeologici alla prima giornata di pioggia.

I colossi di cemento non solo ci ricordano che qui il lavoro è stato portato via gettando in pasto alla miseria, la disperazione e l’emigrazione un intero popolo, ma evidenzia anche l’ostinazione di una classe dirigente lontana e disinteressata alle problematiche territoriali.

Al posto di quegli immensi edifici potrebbero sorgere parchi, giardini botanici, luoghi che ospitino fiere; infiniti sono i modi per riqualificare questi spazi regalati ai ratti e alla ruggine ma bisogna ricordarsi che è compito di cittadini attenti e coscienziosi pretendere degli spazi che riportino l’urbs alla polis poiché laddove non esistono posti in cui poter lavorare, né esiste natura nella quale rifugiarsi esiste solo un’insensata, improduttiva distesa di pericoloso cemento.

Tratto da I 50 km (ovvero Il Paese Sordo)

8 commenti

  1. La zona di Case Rosse a Salerno è interamente abbandonata, e probabilmente molte delle tettoie di queste fabbriche dismesse sono in Eternit.
    Come potremmo mai sapere davvero se lo siano? A chi ci dobbiamo rivolgere? Chi sono ancora i proprietari di questi stabilimenti dismessi, c’è l’obbligo di rimozione dell’eternit?
    Abbiamo bisogno di tutte le info per poterci muovere come cittadini, e sopratutto delle persone competenti in materia, grazie!

  2. I piani regolatori dovrebbero essere attualizzati incrociandoli con “il registro degli immobili industriali/commerciali” che riporta lo stato d’uso di ogni unità produttiva. Per quelli inutilizzati, totalmente o parzialmente, il comuni dovrebbe obbligare i proprietari a presentare una dichiarazione di utilizzo con la quale si impegna a utilizzarli entro il biennio successivo o immetterli sul mercato degli affitti, perna l’applicazione dell’IMU triplicata. Ogni soggetto che invece ha intenzione di aprire un’attività deve prioritariamente prevedere di riutilizzare quelli che il registro riporta come disponibili. Solo in caso di carenza di strutture può essere rilsciata l’autorizzazione per nuove edificazini. Per andare incontro alle eventuali spese di recupero degli immobili dismessi dovrebbe essere invece prevista una moratoria per l’IMU proporzionale, ad esempio, alla cubatura recuperata.

  3. Il Coordinamento “Salviamo il Paesaggio” di Salerno ha sollecitato l’Assessorato all’Ambiente del Comune a farsi carico del problema per la dignità e la salubrità del nostro habitat quotidiano.

  4. Vergognoso è 1 termine minimo e troppo democratico,tali pezzi di archeologia Industriale,deturpano il paesaggio e la “mente” vanno subito
    abbattuti e riqualificati è indubbio!3.set.2012 alessio

  5. tra alcuni decenni demoliremmo i vecchi capannoni industriale per ripristinare i campi dove coltivare come si faceva prima dell’industrializzazione!

  6. A Nocera Inferiore altro che parchi, giardini botanici, luoghi che ospitino fiere. Hanno pensato bene di cementificare le antiche MCM degli svizzeri. Ecco gli infiniti i modi per riqualificare questi spazi.

  7. Sarebbe un”ottima idea, Ma L”italia e nata cosi” e andra” avanti sempre COSI”

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