Pedemontana Lombarda: asfaltare il territorio costa caro, in tutti i sensi

3O SETTEMBRE 2012
Manifestazione contro la Pedemontana a Desio

La partenza del corteo sarà verso le ore 15 da piazza Conciliazione fino all’area di via Molinara, dove ci sarà un presidio fino a sera con dibattiti, spettacolo teatrale etc..

Locandina >

 

 

 

____________________________________________________________

Crisi interna e difficoltà economiche che per una volta sono ben gradite

Si è dimesso lo scorso 10 settembre l’Amministratore Delegato della società Pedemontana Bruno Soresina, in carica dallo scorso dicembre.

Una carica travagliata (4 Amministratori cambiati in meno di 3 anni) ed un indizio forte: c’è una crisi interna che condiziona il futuro dei cantieri già aperti e la partenza del secondo maxilotto di lavori.

Dissidi e diversità di visione, ma soprattutto una tensione derivata dalla mancanza di nuovi rifornimenti economici che potrebbero spegnere definitivamente il motore dei lavori.

L’opera doveva essere conclusa in tempo per EXPO 2015 con un costo stimato di 5 mld di euro. Ma nelle attuali condizioni i lavori non potrebbero continuare se non per qualche mese.

Gli istituti bancari non intendono concedere il “prestito ponte”  e la Provincia di Milano non riesce a ricapitalizzare. Si tenta di salvare l’opera alzando la percentuale di quella parte dei costi coperta da finanziamenti pubblici fino all’80%, in barba alle promesse di grande opera finanziata da privati. Difficoltà analoghe si registrano per un’altra opera, la Tangenziale Est Esterna di Milano, che pesa anch’essa sulle risorse economiche della Provincia.

Un groviglio di strade devastante

Questa è la rappresentazione dell’opera nel simbolo del movimento NO PEDEMONTANA che ben descrive l’effetto della nuova autostrada e delle opere connesse sul territorio del nord Milano. Da Varese a Bergamo, attraversando un’area densamente popolata tra cui la provincia di Monza e Brianza, la più urbanizzata d’Italia come emerso da un rapporto del Ministero delle Politiche Agricole dello scorso luglio.

Lavori cominziati nel 2010, 87 km di autostrada e 70 km di nuova viabilità provinciale e comunale, tra cui le tratte più critiche e contestate sono:
– La tratta B2 che attraverserà una zona particolare, quella del Bosco delle Querce di Seveso. Un’area bonificata in cui però è dimostrata ancora una consistente presenza di diossina legata al famoso disastro dell’ICMESA del 1976. Gli scavi dell’opera rappresentano quindi un grave rischio;
– La tratta D che si origina dalla Tangenziale Est a Usmate e arriva a Osio Sotto attraversando il Vimercatese e l’Adda.
Nel complesso l’opera appare chiaramente come uno spropositato consumo di suolo e i significativi valori ambientali e paesistici presenti non vengono tutelati a sufficienza dalle mitigazioni previste.

Fronte compatto delle associazioni: no all’opera inutile

INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE, raccoglie 14 associazioni, gruppi e comitati che in un comunicato stampa hanno spiegato perché aderiranno alla manifestazione NO PEDEMONTANA del prossimo 30 settembre a Desio (MB), promossa dal Comitato Beni Comuni.

Da 5 anni il coordinamento è attivo per coinvolgere, informare e sensibilizzare sui rischi di quest’opera, rischi sia economici che ambientali.

Numerose iniziative, incontri e manifestazioni:

– per sottolineare che non c’è nessuna soluzione al problema della mobilità se si punta ancora sul trasporto su gomma di persone e merci, con un’opera di vecchia concezione e costosa

– perché in questo territorio così urbanizzato, le compensazioni ambientali sono necessarie, anche senza il devastante impatto della nuova autostrada.

– perché i terreni limitrofi al tracciato sono a rischio di edificazione pesante e selvaggia a discapito dell’agricoltura, che deve essere tutelata e rilanciata.

– per conservare un bene pubblico, il territorio, le ultime aree a verde ed i boschi. Una risorsa limitata da tutelare con l’istituzione di vincoli forti e nuovi parchi.

– per cambiare prospettiva: no grandi opere inutili ma piccole opere utili, no grandi mostri mangiasoldi ma economia capillare e diffusa, no inquinamento, rumori ed emissioni, ma sostenibilità e green economy.

Luca D’Achille

Un commento

I commenti sono chiusi.