Cremona City-HUB: il progetto urbano che divide la città

(Cremona City HUB - foto da Repubblica Parma)
Lanciato nel 2010 dal Comune di Cremona, il progetto Cremona City-HUB prevedeva “più spazio alla partecipazione ”. Tre anni dopo, comitati cittadini e personalità della cultura si scagliano verso le promesse non mantenute.

Cremona, 2010: allo scopo di riqualificare e ristrutturare una vasta area del centro cittadino il Comune di Cremona lancia l’appello di uno “schema aperto” per raccogliere idee, indicazioni e contributi dei cittadini, e lasciare alla cittadinaza l’opportunità di poter concorrere alla definizione degli obiettivi e delle scelte operative riguardanti la propria città.

Lo spazio in questione rappresenta un nodo importantissimo del tessuto cittadino: denominato Area ex-Annonaria, copre circa 200.000 metri quadrati adiacenti al centro cittadino, e comprende siti di estremo interesse collettivo come lo Stadio Comunale Zini, il parcheggio del Foro Boario e vari spazi recuperati da funzioni pubbliche ormai scomparse, come il vecchio macello, il mercato ortofrutticolo e il mercato del bestiame.

Per la qualificazione del sito è stato richiesto ai cittadini, nello Schema d’Assetto Preliminare, di partecipare alla definizione di un documento aperto, una base di riferimento, la cui principale finalità è proprio quella di poter innescare un ampio confronto con la comunità locale cui verrà richiesto di concorrere alla definizione degli obiettivi finali e delle scelte strategiche.

L’iniziativa è accolta con entusiasmo da comitati cittadini, associazione di categoria, ordini professionali e partiti. Le proposte pervenute all’Amministrazione Comunale vertono su una serie di punti legati al benessere e alla vivibilità del comparto che avrebbe dovuto sorgere:

– la creazione di ampie aree verdi a uso pubblico, integrate con rete ciclo-pedonale
– una edificazione contenuta e di qualità, integrata nel contesto storico e urbano, con particolare attenzione alle relazioni di quartiere
– la possibilità di modificare la mobilità urbana, abbandonando l’attenzione esclusiva al veicolo privato.
rifiutare l’edificazione estensiva di nuove aree edilizie residenziali o commerciali.

Cremona come esempio pioniere di un piano edilizio condiviso? Forse no, perchè già l’anno successivo l’associazione LUCI (Laboratorio Urbano di Civica Iniziativa) accusa il Comune di aver tradito le proposte avanzate dalla cittadinanzaSiamo nel novembre 2011, e il Comune ha appena ceduto per undici milioni di euro l’intero complesso immobiliare Area Ex-Annonaria, o Cremona City Hub, a AEM S.p.A., la società municipale di gestione di servizi come energia elettrica, acqua potabile, nettezza urbana, viabilità cittadina, fognatura e depurazione, trasporti e telecomunicazioni.

Gli interrogativi avanzati da LUCI riguardano non solo l’appropriatezza dell’investimento da parte di AEM (vengono utilizzate risorse che potrebbero essere investite nell’ambito di definizione del lavoro di AEM, cit. LUCI) ma anche il destino delle richieste pubbliche sul futuro della zona: dopo un anno i contributi partecipativi lì giacciono, probabilmente sepolti per sempre, ma il progetto di riqualificazione è andato avanti, escludendo la partecipazione dei cittadini si legge su un comunicato dell’associazione del novembre 2011.

Il piano di edilizia partecipata si avvia quindi al suo epilogo; il Comune bandisce infatti il “Concorso Internazionale di Idee”, aperto agli architetti, pianificatori territoriali e ingegneri, per l’acquisizione di un proposta ideativa di riqualificazione urbana. Al termine della selezione, il progetto vincente risulta essere della società Jacobs S.p.A. Secondo le parole del Vicesindaco Carlo Malvezzi, il concorso avrebbe dovuto rappresentare uno strumento di proficua mediazione tra amministratori, cittadini e professionisti; l’implementazione e la messa in pratica delle richieste e proposte raccolte. Questa interpretazione è stata invece fortemente contestata da varie associazioni e esponenti della cultura, LUCI in testa, che accusano il Comune di aver completamente ignorato le indicazioni della cittadinanza.

(Cremona City HUB - foto da Repubblica Parma)

In particolare alcuni aspetti contestati del progetto sarebbero:
la scarsità di verde pubblico, con la destinazione di circa 97.000 mq su 200.000 alla costruzione e all’edilizia, (escluse le strade e la viabilit), secondo un editoriale di Antonio Leoni su “Il Vascello”; una percentuale descritta dall’architetto Michele de Crecchio come “una colata di cemento” e “horror vacui”.
La scarsa attenzione rivolta a pedoni, ciclisti e mobilità alternativa, dimostrata dalla mancanza di percorsi ciclistici e pedonali integrati e alternativi all’auto.
-come fa osservare LUCI, nella Verifica Regionale del Orogramma Integrato di Intervento si legge: Fra le principali risorse umane, una delle più controverse è costituita dall’elevata densità residenziale, la sola in grado di permettere aree verdi e servizi, ma soprattutto trasporti pubblici efficienti alla scala urbana. Tale definizione di alta densità carica di buone intenzioni, secondo l’associazione, celerebbe con artefizi linguistici la precisa intenzione di procedere a una cementificazione massiccia della zona, abbandonando i primitivi progetti legati al verde pubblico.
-Nel solco dell’alta densità, ciliegina sulla torta sarebbe costituita da “la torre”, un edificio di 42,7 metri che andrebbe a minare l’unità dello skyline storico della città, contraddistinta dal Torrazzo, il campanile storico.

A seguito del Programma Integrato di Intervento è possibile inviare le proprie osservazioni al Regione entro il 19 gennaio.

Con un annuncio pubblicato sul proprio sito web, LUCI Cremona invita tutti i cittadini a documentarsi e a esprimere la propria posizione, sottolineando che noi lo faremo, comunque consapevoli della inutilità del gesto: a Cremona, infatti, è passato tutto sotto il silenzio, nessun approfondimento, nessuna critica, nessuna alternativa, la “politica” si è dimostrata ancora una volta assente (viene da chiedersi se i consiglieri comunali conoscano il progetto), per cui è probabile che quello in Regione sia solo un passaggio burocratico. Il problema è che se passa questa colata cementizia la qualità della vita, in precipitosa discesa negli ultimi anni, non potrà che peggiorare: questo progetto è nato vecchio di decenni, altre città europee vanno in direzione contraria ma qui qualcuno è ancora convinto che per diventare una grande città sia necessario edificare ad oltranza, con anche una “torre” definita come segnale urbano di riferimento sia per la città che per il territorio che si apre alla campagna padana.

Link Utili:

Rassegna stampa: http://www.vascellocr.it/diretta3.htm
Sito di LUCI: http://www.lucicremona.it
Sito del progetto Cremona City HUB: http://www.progettacremona.it/

2 commenti

  1. Bisogna tenere conto del fatto che nell’area è ricompreso il grosso parcheggio – parzialmente alberato – del Foro Boario (grosso modo 25.000 mq), situato a circa 150 metri dal centro storico. Fondamentale sarebbe potenziare il ruolo di “interscambio” tra auto privata e mezzo pubblico (penso a bus-navetta, parcheggio biciclette, bike-sharing, ecc). I posti auto a raso verrebbero in buona parte eliminati per realizzare nuove cubature, e verrebbero realizzati parcheggi interrati. Non conosco la dotazione complessiva di posti auto prevista, so che i cremonesi andranno abituati ai parcheggi interrati, che hanno dimostrato di digerire un po’ a fatica (ma soprattutto: resteranno gratuiti o verranno dati in concessione?).
    Era poi l’occasione per creare nuove aree verdi, che avrebbero sicuramente migliorato la vivibilità della zona. Di verde sulle planimetrie invece se ne vede proprio pochino.

  2. se i cremonesi non si svegliano, gli si mangiano i gnocchi in testa… le case sfitte si svalutano sempre di piu’ anche per eccesso di offerta di case, invece che ristrutturare (che non conviene con edificazioni a poco prezzo sempre permesse su nuovi terreni, altro che costruire solo sul costruito, stop consumo territorioooo) si cementaaaa.. grazie amici comunaliiiii

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