A Montalto di Castro si vuole cementificare l’ultimo tratto del fiume Fiora

La regione Lazio ha elaborato un progetto per la protezione di Montalto Marina da future esondazioni del fiume Fiora per il valore di 12 milioni di euro che, però, non tiene conto delle peculiarità di un territorio che ha visto sorgere la civiltà del Rinaldone e prosperare la cultura etrusca. Il gruppo ambientalista locale di Accademia Kronos, capitanato dall’ing. Giovanni De Caro, esprime una completa contrarietà a questo progetto così com’è stato concepito.

Il progetto in menzione prevede la cementificazione dell’ultimo tratto del Fiume Fiora con la costruzione di banchine di cemento armato, un bacino di contenimento in caso di esondazione, alcuni interventi sul vicino torrente, l’installazione di due paratie d’acciaio e l’installazione di 2 pompe idrovore da 17 metri, più altri interventi sul terreno adiacente.

Il gruppo ambientalista locale fa notare che in altre parti del mondo, dove non esistono valori storici e archeologici come da noi, per non sconvolgere il paesaggio hanno adottato sistemi chiamati di “rinaturalizzazione compatibile” in modo da non compromettere il paesaggio preesistente. Il portavoce di Accademia Kronos locale De Caro osserva: ” Visto che il Progetto è stato già approvato dalla Regione Lazio di cui possiamo comprendere la profonda ignoranza storica dei suoi tecnici e/o progettisti delegati, questo Ente ci ha abituato negli ultimi tempi ad eventi di ogni sorta; non capiamo invece come l’Amministrazione Comunale di Montalto sia disponibile a cancellare la propria memoria storica in favore dell’ennesima obbrobriosità a cui da anni questo straordinario territorio ha dovuto subire come la centrale termoelettrica Alessandro Volta, copione dell’inquinante centrale di Civitavecchia, gli insediamenti turistici massivi costruiti in mezzo alla macchia Mediterranea e la cancellazione di 80 ettari di terreno agricolo per far posto alla più grande centrale fotovoltaica d’Europa. Ed ora si vuol continuare con questo scempio fin nelle sue coste….

Il gruppo ambientalista locale si interroga sulla mancanza di una chiara posizione da parte della soprintendenza per i beni ambientali e architettonici del Lazio e ne sollecita una risposta, oltre a ciò chiede all’amministrazione comunale di rivedere il progetto a favore non della solita gettata di cemento, ma di metodologie più soft, più naturali al fine di tutelare l’ultimo lembo storico del territorio della bassa maremma.

Conclude il portavoce ambientalista locale: “Possibile che i tecnici della regione Lazio non conoscano i sistemi di rinaturalizzazione degli argini dei fiumi che invece da anni applicano i nostri cugini francesi, i cinesi e gli americani ? Perché sempre e solo tutto si vuol sistemare con il cemento?

La questione comunque non finisce qui sono in programma manifestazioni varie, esposti e conferenze.

Grazie per l’attenzione

Filippo Mariani
Ufficio Stampa di Accademia Kronos

5 commenti

  1. Il sig.Piero ha ragione ,però personalmente non gli farei neppure lavorare la terrà al fine di evitare ulteriori danni …..
    io credo che prima di tutto su quel tratto di fiume e non solo quello la cosa più importante sia LA MANUTENZIONE e poi il resto.
    Vedete si può fare anche il cemento ,ma con connizione di causa non per mangiarci sopra ,un vecchietto pescatore di Montalto un giorno mi ha detto,te sei giovane ma quando pulivamo i fossi e gli coli del Fiora il mare riceveva anche quando era meno favorevole e poi perchè l’rgine nuovo in pietroni dalla parte che tira la corrente di mare non è stato fatto più lungo dell’altro!!!!
    saluti

  2. Salve a tutti! Io aprirei questo pensiero affermando che “Un metodo risolutivo vale l’altro” purchè alla fin fine si ottenga il giusto e garante risultato tecnico per evitare future esondazioni sul territorio di Montalto marina che per quanto criticato e sottolineato da tanti, ha comunque in breve tempo incrementato ed evoluto l’economia e l’importanza turistica del comune stesso grazie ad un turismo estivo di tutto rispetto che,malgrado la presente e persistente crisi economica, ha dimostrato un incremento espansivo tangibile ed il costante e pieno interesse nello sviluppo di questa cittadina di mare che negli ultimi anni è stata molto spesso classificata come la “piccola Rimini”. Non esageriamo con il dire che la natura e la storia hanno l’assoluta precedenza sugli eventi climatici e sulle calamità naturali. Adottiamo una soluzione tecnicamente efficace e contemporaneamente inoffensiva all’aspetto estetico e naturalistico (impatto ambientale). TUTTO HA LA SUA GIUSTA IMPORTANZA IN QUESTA NOSTRA SOCIETA’!!

    P.S.: parlo da cittadino fortemente danneggiato dall’evento climatico in discussione.

  3. Anche con tecniche più rispettose ci sarebbe molto da lavorare, anche in termini di manutenzione. Ho l’ida che sia proprio un difetto culturale. Quello che rammarica è il silenzio di tutti gli addetti ai lavori che tacciono invece di promuovere un’inversione di tendenza nella pubblica amministrazione. Perché no una bella cassa di espansione che porti anche una rinaturalizzazione di un’area da sempre interessata dalla presenza di paludi.

  4. il cemento è anche in mano alla malavita…tout se tient. povero Fiora, uno dei pochi fiumi puliti d’Italia.

  5. La risposta è semplice: con il cemento si aprono le pappatoie! Comunque battetevi contro questi “tecnici”(?) che andrebbero impiegati in altri lavori, ovvero quelli della terra.

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