Roma: abbattute 50 piante secolari per i lavori della Metro C

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A Roma sono state abbattute più di 50 piante secolari nell’ambito dei lavori per la Metro C. Le associazioni chiedevano di valutare soluzioni alternative. Intanto, nonostante la nuova legge, la strada per una vera tutela del patrimonio arboreo è ancora lunga.

L’Associazione Culturale ‘Respiro Verde Legalberi’ ha scritto nei giorni scorsi al Sindaco di Roma Ignazio Marino. “Avevamo chiesto soltanto di riunire la commissione ambiente prima di far tagliare gli alberi” così si apre la lettera che ricostruisce quanto accaduto dopo l’abbattimento di 42 tra querce e platani secolari effettuato a via Sannio per aprire un cantiere della Metro C. “Abbiamo incontrato gli assessori, chiesto di sospendere il taglio e di riconsiderare tutte le alternative esistenti. Per i cittadini, il giardino di Via Sannio, circondato dalle Mura Aureliane e sovrastato dalla facciata della Basilica di San Giovanni, rappresentava un luogo speciale della città, un bene comune di grandissimo valore”.

Ma è successo altro: il lunedì successivo a Piazzale Ipponio sono stati tagliati altri 15 alberi di alto fusto (pini, platani, olmi) bellissimi e in ottima salute. Come ha detto una nonna presente : avevamo sognato un Paese dove le forze dell’ordine difendono gli alberi”. L’abbattimento è autorizzato, dice il Comune. “laddove gli abbattimenti fossero autorizzati non è detto che siano sentiti come legittimi dalla popolazione” risponde l’associazione che ricorda: “gli Alberi sono un bene comune primario. Nel centro storico fanno parte di paesaggi culturali patrimonio dell’umanità e sono un bene indisponibile per il benessere dei cittadini e la qualità della vita di tutti”.

Questo il messaggio delle associazioni che hanno dato vita  nei giorni scorsi anche alla Marcia degli Alberi 2013 di fronte al Ministero dell’Agricoltura e Foreste. Iniziativa a cui ha partecipato anche il coordinamento Salviamo il Paesaggio Roma e Provincia.

Tutela per legge ma con carenze ed insidie

Come dovrebbero essere gestite tali situazioni e a che punto è la nuova legge per la tutela degli alberi monumentali? Sono purtroppo casi isolati i comuni che si sta attivando per la predisposizione dell’apposito registro. Abbiamo chiesto a Giovanni Poletti di Promoverde un parere a riguardo.

Non ci sono ancora dati. La legge approvata, pur disattesa, nasconde insidie, quale ad esempio il fatto che l’attenzione si concentra sull’albero “monumentale” e non sul “patrimonio arboreo”. Il concetto di “patrimonio” include forzatamente anche un principio di qualità. In ambiti urbani o fortemente antropizzati dovrebbe prevalere la qualità alla quantità. Oggi non è certamente così“. Una precisazione sulla valutazione del pregio:Il valore dell’albero non è dato dalla specie ma da una serie di parametri endogeni (dimensioni, stato di salute, conformazione, ecc.) ed esogeni (distribuzione sul territorio, quantità, localizzazione, fruizione, ecc.)”.

In caso di abbattimenti collegati alla realizzazione di opere pubbliche?Tale aspetto deve essere considerato nei costi di realizzazione dell’opera. La perdita di alberi è un costo non percepibile nell’immediato ma reale. Solo così valutando la perdita di territorio e di patrimonio arboreo e prevedendo reali opere di mitigazione si può condividere la scelta. Altrimenti è giusto chiedere di fermare gli abbattimenti“.

8 commenti

  1. La burocrazia “uccide” l’albero
    Esistono leggi, codici, regolamenti che sanciscono la tutela degli alberi, ma nonostante quest’affollata normativa, si continua ad abbattere, impunemente, alberi con caratteristiche d’indubbio valore culturale, paesaggistico, botanico. Le ragioni di ciò vanno riscontrate nell’assoluta mancanza di una chiara e precisa normativa giuridica in grado di definire in modo puntuale che cosa è un albero, come e perchè deve essere tutelato.
    Lo stesso “ Albero Monumentale” definito e individuato con precisi criteri scientifici da leggi Nazionali e Regionali il più delle volte non è tutelato. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs n.42/2004) modificato dal Dlgs n.63/2008, che definisce gli alberi monumentali come “ beni di notevole interesse pubblico” e quindi da tutelare in modo assoluto al pari dei beni archeologici o monumentali, fino ad oggi non è stato in grado di svolgere un adeguato ruolo di tutela. A tale riguardo c’è da chiedersi: le Commissioni provinciali istituite dalle Regioni e dalle Provincie Autonome hanno effettuato il censimento degli alberi monumentali di pregio scientifico-naturalistico, storico-culturale e paesaggistico, come richiesto ? Sono stati organizzati incontri con il pubblico e con i proprietari dei beni? Quante dichiarazioni ufficiali riguardanti gli alberi monumentali di notevole interesse pubblico sono state approvate dalle Regioni? Quante Regioni sono state sostituite dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali per le loro inadempienze?
    Naturalmente durante tutto questo tempo di immobilismo, c’è chi non è stato fermo, abbattendo numerosi soggetti arborei che possedevano i requisiti di alberi monumentali, ma non censiti come tali.
    La nuova legge n. 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” divenuta esecutiva da circa 1 anno, pur presentando notevoli novità, non ha risolto il problema della tutela dell’albero perché bene d’interesse pubblico. Infatti, l’art. 7 definisce che la tutela degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, è demandato al censimento che i Comuni dovranno redigere, dopo che i vari Ministeri competenti avranno indicato i criteri per la sua redazione. Si tratta di un intrigato processo che alimenta unicamente la burocrazia senza stabilire i tempi né tanto meno provvedimenti per gli inadempienti. Per coloro i quali abbattono senza autorizzazione i soggetti arborei descritti, la legge prevede sanzioni elevate da un minimo di 5.000,00 euro a Max di 100.000,00 euro, ma nessun comune ha avviato il censimento richiesto dalla legge.
    Lo stesso codice dei beni culturali, modificato nel 2008, prevede la punizione con la reclusione da 1 a 4 anni per quelli alberi dichiarati “ beni di notevole interesse pubblico” ma non esiste alcun elenco per tali alberi!
    Ci troviamo di fronte a leggi nate con lo scopo di tutelare gli alberi ma paradossalmente non sono in grado di farlo. Occorre una forte mobilitazione culturale capace di proteggere l’albero in quanto tale, come organismo vivente necessario per l’interesse pubblico. Sono d’accordo con chi sostiene di tutelare dal punto di vista giuridico anche gli “alberi vetusti” indipendentemente da dove sono ubicati e che non necessariamente devono essere censiti come alberi monumentali, basterebbe una relazione del Comune a classificarli quali alberi d’interesse ambientale e trasmettere l’elenco di “alberi vetusti” alla Regione. In questo modo si potrebbe salvaguardare un patrimonio arboreo che ogni giorno è minacciato e allo stesso tempo sburocratizzare l’iter previsto dalle leggi approvate.
    Giuseppe Sarracino
    Agronomo

  2. Mi vergogno di appartenere alla specie umana; l’unica specie che è capace di rovinarsi con le proprie mani e ci sta riuscendo perfettamente.
    E’ ora di finirla di pensare solo a noi stessi e a tutto questo materialismo!
    Se non si cambia rotta saranno guai seri!

  3. Un albero ha qualcosa di mistico, nasce in terra ma e’ proteso verso il cielo, miracolo della vita, mistero di vigore e insieme legiadrezza, re della natura, imponente opera d’arte. Vicino ad un grande albero l’uomo diventa cosi’ piccolo da poter comprendere di non essere il padrone indiscusso della terra.

  4. Ci doveva pensare la giunta Alemanno che ha avuto 5 lunghi anni, ora purtroppo i progetti sono chiusi e cantierati così come sono e ci toccherà vedere il sacrificio di alcuni alberi. Vigilare per pretendere sacrosante re-integrazioni

  5. bella schifezza! a via oderisi da gubbio avevano detto che avrebbero reimpiantato gli alberi tagliati e invece niente. anche a piazza venezia c’erano dei bellissimi pini che non ci sono più, vittime anch’essi della metro. ogni tanto vedo un mozzicone dove prima c’era un albero e proprio nelle strade dove un albero in meno equivale a tonnellate in più di co2.
    questo sindaco nel quale riponevamo tante speranze delude ogni giorno di più. mia nonna l’avrebbe definito un lumacone senza la coccia.

  6. Senza gli alberi siamo condannati. Sono creature viventi e per segno di civiltà li dovremmo rispettare come gli animali, ma c’è un motivo ancora più importante, e cioè che, senza di loro, anche la nostra vita sarebbe impossibile. Per esperienza ho compreso che se li vogliamo salvare ci dobbiamo mettere noi, col nostro corpo, davanti alle seghe meccaniche ed alle ruspe. Quando succedono di questi scempi si ripetono la beffa e la presa in giro che, mentre si va a protestare civilmente presso gli amministratori o si scrivono lettere per fermare il disastro, gli operai procedono ed eseguono l’ordine di abbattimento. Per un albero perso, quanti anni dobbiamo aspettare perché ricresca!! Se veramente li amiamo e veramente li vogliamo salvare ci dobbiamo prendere cura noi , di loro, non fidandoci di nessuno. Quando arrivano le ruspe, chi vede deve fare un passa parola veloce e poi tutti lì , a metterci davanti coi nostri corpi, come se al posto degli alberi ci fossero i nostri bambini !!per ora non c’è altro rimedio.

  7. L’albero non è un arredo urbano che si può spostare o modificare come un lampione o una panchina. E’ un essere vivente. Ma la mentalità materialista e utilitaristica continua a imperversare, purtroppo.

  8. Dal programma elettorale di Ignazio Marino:
    “Pianteremo nuovi alberi, a partire dalla
    sostituzione dei tronchi d’albero mozzati
    presenti nei marciapiedi di Roma: sono oltre
    4.000 gli alberi persi in questi ultimi due anni.
    Questa iniziativa prevede la predisposizione
    di un progetto pilota “Gli alberi di Roma”
    attraverso il quale i nuovi alberi oltre ad
    avere una funzione urbana contribuiscono
    ad assorbire il carbonio della CO2 con effetti
    benefici sulla salute e di riduzione dell’effetto
    serra.”

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