MasterPlan di Malpensa: una minaccia che continua ad incombere

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Ancora una volta in Lombardia, ed in particolare nell’alto milanese, ci troviamo ad affrontare l’ennesima minaccia di cementificazione, inutile oltre che dannosa per la salute pubblica: si tratta del MasterPlan di Malpensa, un progetto da un miliardo e trecento milioni di denaro pubblico.

Lo scorso aprile, con la delibera n.ro X/13, la giunta regionale della Lombardia ha approvato il cosiddetto MasterPlan di Malpensa, sottolineando il valore strategico dell’aeroporto e sostenendo che tale progetto “risulta coerente con il contesto pianificatorio regionale […], nonché con il Piano Nazionale Aeroporti, con le prospettive del traffico passeggeri e con gli obiettivi di aumento della competitività e razionalizzazione dei flussi di traffico merci“. Nella delibera si fa riferimento anche alla “piena valorizzazione degli immobili acquisiti da Regione Lombardia oggetto di delocalizzazione, in relazione al Polo logistico previsto dal MasterPlan stesso”, il quale dovrebbe occupare un’area che include, oltre a località di interesse paesaggistico come Tornavento, anche l’area della brughiera e del bosco di “via Gaggio”, importante sia dal punto di vista naturalistico che storico.

La Regione ha chiesto inoltre la costituzione di un “Osservatorio Ambientale per garantire la risoluzione delle criticità ancora esistenti” dal punto di vista ambientale. Nessun accenno però in merito ad una più stringente Valutazione Ambientale Strategica, come invece richiesto dalla provincia di Varese e da numerosi comuni – confinanti e non con l’aeroporto. V.A.S. che sarebbe in questo caso necessaria, dal momento che il MasterPlan aggiorna il precedente piano regolatore aereoportuale ed è quindi da considerarsi un atto di pianificazione territoriale.

Per anni i cittadini si sono sentiti ripetere, dalle istituzioni nazionali e regionali, che la realizzazione della terza pista è di vitale importanza per lo scalo aeroportuale varesino e che tutto questo porterà lavoro, sviluppo e ricchezza. Le solite promesse altisonanti che si scontrano con una diversa realtà dei fatti. Il traffico attuale dell’aeroporto è, infatti, di circa 18,5 milioni passeggeri/anno e di 400.000 tonnellate di merci/anno (dati 2012), a fronte di una capacità di 35 milioni di passeggeri e tra le 500 e le 560.000 tonnellate di merce annua. Come se non bastasse, le previsioni di SEA si sono dimostrate completamente sbagliate a distanza di pochi mesi: nel 2011 si prevedeva, per l’anno successivo, un aumento di movimenti pari al +5,6%, e invece si è registrato un -8,4%, anche in seguito all’abbandono di alcune compagnie di grande rilievo come Alitalia e Lufthansa.

Il nuovo MasterPlan dell’Aeroporto di Milano Malpensa prevede l’ampliamento di 437 ettari del sedime aeroportuale e, tra i vari interventi, la realizzazione della terza pista dell’aeroporto e di 200 mila metri quadrati di superficie dedicata a polo logistico (capannoni). Questo non solo verrà costruito senza pagare gli oneri di urbanizzazione, ma esenterà dal pagamento dell’IMU chi, in futuro, dovesse insediarsi, trattandosi di strutture che ricadono all’interno del sedime aeroportuale. Ne consegue che le imprese locali si troveranno a fare i conti con una nuova e sleale concorrenza.

Dal punto di vista della salute pubblica, vale la pena di segnalare che dal 1997 i ricoveri e i decessi per problemi respiratori derivati dall’inquinamento aereo sono aumentati del 50% nelle popolazioni dei Comuni del CUV (Consorzio Urbanistico Volontario: Somma Lombardo, Arsago Seprio, Casorate Sempione, Cardano al Campo, Ferno, Golasecca, Samarate, Vizzola Ticino). Anche il consumo di ansiolitici per lo stress e l’insonnia causati dai rumori dovuti al traffico aereo è aumentato considerevolmente, per non parlare delle famiglie costrette ad abbandonare le proprie abitazioni, divenute ad alto rischio dopo l’entrata in vigore del progetto Malpensa 2000.

Inoltre SEA ed ENAC non hanno correttamente valutato gli aspetti relativi alla sicurezza e al disastro ambientale che si verificherebbe in caso d’incidente aereo, soprattutto in considerazione dei sorvoli a bassissima quota sulla centrale termoelettrica di Turbigo, identificata come sito a rischio incidente rilevante.

Ad aprile 2013 la Commissione tecnica del ministero dell’Ambiente ha congelato per nove mesi il MasterPlan (che era stato da poco approvato dalle neo giunta regionale guidata da Roberto Maroni) per una più completa valutazione di compatibilità ambientale dell’opera. Una decisione d’indubbia importanza per chi si è sempre battuto a tutela dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini. Ma ancora non basta. Questo progetto continua a costituire una grave minaccia ambientale. Basti pensare soltanto che causerà la perdita di 437 ettari di terreno del Parco (l’Aeroporto di Malpensa è situato all’interno del Parco Regionale della Valle del Ticino, una zona grande quanto 4000 campi da calcio) e la distruzione della brughiera che fa parte del programma MAB e delle riserve della biosfera dell’UNESCO.

Per sensibilizzare la popolazione e per diffondere una maggiore informazione sull’argomento sono sorti, nei paesi dell’alto milanese, comitati ed associazioni, riunitesi lo scorso maggio nel “Coordinamento NO Terza Pista”. L’obiettivo principale del coordinamento è avviare la raccolta-firme per la petizione che verrà consegnata al Ministero dell’Ambiente per chiedere alla Commissione Tecnica di Valutazione di Impatto Ambientale che venga espresso parere negativo sullo Studio di Impatto Ambientale relativo al progetto.

Nel mese scorso abbiamo potuto leggere sulla stampa le dichiarazioni di Maurizio Del Tenno, Assessore alle Infrastrutture e Mobilità di Regione Lombardia, che annunciava come il MasterPlan di Maplensa non fosse più all’ordine del giorno. Soltanto qualche mese prima, tuttavia, lo stesso Del Tenno aveva approvato la famosa delibera della giunta regionale n.ro X/13, nella quale si ribadiva la necessità della Terza Pista e la compatibilità del MasterPlan.

Quale credibilità e peso possiamo dare dunque alle sue dichiarazioni? Quale impegno ha formalmente assunto nei confronti dei suoi colleghi di giunta? Il Coordinamento No terza Pista ritiene di dover continuare la sua battaglia finché una nuova delibera non metterà nero su bianco che il MasterPlan di Malpensa “non s’ha da fare”.

Comitato Salviamo Il Paesaggio di Iveruno e Furato

 

2 commenti

  1. Cercate in ogni modo e con tutti gli strumenti di legge possibili e ricorsi vari di fermare questo scempio.Non se ne può più di ampliamenti di piste di aeroporti, di tangenziali, ecc. ecc. quando poi sia le merci che i passeggeri calano a vista d’occhio, data la crisi in Europa e sopratutto da noi. Abbiamo bisogno di salvare quel che resta del nostro paesaggio, altrimenti oltre a perdere le industrie perderemo anche i turisti che non vengono da noi per vedere le piste degli aeroporti.

  2. sono senza parole e sempre più convinta che la vigilanza dei cittadini che hanno un pò di buonsenso è essenziale.

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