Turismo a Palinuro: tra speculazione immobiliare ed emergenze ambientali

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Dopo che la prestigiosa posizione turistica di Palinuro si è ridotta al lumicino – soltanto 20/30 giorni di lavoro rispetto ai cinque mesi di una volta –  ragione avrebbe voluto che, in forza della istituzione Parco, le politiche regionali, provinciali e comunali avessero assunto misure più adeguate e strategiche per il recupero della competitività turistica perduta.

Gli anni 90′, che avrebbero dovuto segnarne la rinascita e la svolta, si risolsero invece in un fallimento, incapaci di rimediare ai guasti patiti dall’apparato produttivo e lavorativo per scelte presuntuose e fuori mercato. E a distanza di vent’anni, con il P.U.C. alle porte, i politici hanno ricominciato ad approntare misure non troppo dissimili dalle precedenti, se non addirittura più rischiose.

L’onorevole Antonio Valiante, vicepresidente del consiglio regionale del PD e gran signore di più comuni cilentani, ha indicato, come possibilità per il rilancio turistico, che le volumetrie elargite in forma di quota tessera per i partiti di maggioranza dalla Provincia fossero utilizzate in  «strutture ricettive a rotazione d’uso, per la sola Palinuro». Eppure, la scorsa primavera, la Giunta Regionale aveva autorizzato, per due strutture alberghiere con titoli esistenti o meno, due decreti dei relativi cambi della destinazione d’uso alberghiero, con possibilità di essere incluse nel P.U.C. come volumetrie di case turistiche in luogo di alberghi.

Questo accadeva ai sensi della legge regionale n.16/2000, in cui, all’articolo 5, si consente il riconoscimento del cambio di destinazione, qualora concorrano i dati economici aziendali in difetto di reddito. Ne consegue che tutte le strutture possono diventare case turistiche, essendo tutte nelle stesse condizioni economiche. Anche le «strutture ricettive a rotazione d’uso, per la sola Palinuro» dell’onorevole Antonio Valiante.

Una completa rottamazione alberghiera è quella che si profila nei prossimi anni, anche per quelle strutture oggi sottoposte al completamento delle fasi procedurali delle aste fallimentari in corso; per via di graziare, la concessione tutela anche chi vuole immettere il proprio denaro discutibile e con plusvalenze assicurate già dai cambi di destinazione. Sarà il trionfo della speculazione immobiliare.

Del resto, in qualità di vicepresidente del consiglio regionale, di consigliere regionale dell’opposizione, nonché di uomo politico cilentano, Antonio Valiante non ha prodotto alcuna interrogazione in merito alla questione.

Non da meno il comportamento dell’amministrazione comunale di Centola: tenuta a votare, dietro istruttoria dell’U.T.C., sulle valutazioni tecniche e su quelle giuridico-amministrative, mette in piedi nel consiglio comunale del 31 Luglio u.s. una vera e propria pantomima con la recita dell’argomento del cambio, guardandosi bene dal portare all’ordine del giorno i due decreti demandati dalla Regione al Comune stesso (art. 2 dei decreti).  Corresponsabile anche il circuito burocratico venutosi a creare con metodi bulgari a discapito dell’autotutela dell’ente: si muove come un corpo libero, servendosi di collaboratori esterni, senza che per questi siano stati adottati atti deliberativi da parte della giunta comunale.

Sono questi segnali eloquenti di un vento funesto, che presta il fianco ai nemici del parco, omaggiati invece come enti salvifici delle risorse del luogo.

Di fronte ai danni prodotti, la politica locale è tenuta a rispondere ai cittadini e alle  emergenze del suo territorio ferito, il quale non può essere ulteriormente umiliato da ulteriori fenomeni speculativi che si profilano all’orizzonte:

  • deve affrontare la grande emergenza ambientale della riqualificazione urbana e turistica dell’esistente;
  • deve recuperare la vivibilità dei suoi centri storici quali motori di occupazione e di fattori culturali, insieme al suo patrimonio storico;
  • deve puntare sugli elementi economici di qualità della biodiversità e della dieta mediterranea;
  • deve riconvertire centri nevralgici di ambienti artigianali e turistici in attrattori culturali e competitivi, con la strada nevralgica della Piana del Mingardo da riqualificare e con quella delle Saline da trasformare in lungomare;
  • deve affrontare, di concerto con gli altri comuni viciniori, il gravissimo problema del dissesto idrogeologico in un piano infrastrutturale e comprensoriale dei servizi.

Fiumi che rompono gli argini ed invadono le campagne con l’approssimarsi delle grandi piogge, strade provinciali e comunali che scendono a valle con smottamenti, avvallamenti e buche preoccupanti. Acque piovane che, prive degli antichi sbocchi, vanno  zigzagando tra le pendici delle nostre colline e sui manti stradali da un estremo all’altro.

Un totale disordine urbanistico che, chiamarlo solo di degrado, è poco.

Dinnanzi a queste emergenze, urge costruirne gli anticorpi, da parte di operatori coraggiosi, forze politiche nuove, chiunque voglia cimentarsi in un nuovo corso, aldilà degli schieramenti storici: questa è l’unica strada utile al nostro paese.

Stop al consumo del territorio

Luigi Speranza

 

3 commenti

  1. Errori giganteschi, ignoranza e interessi retrivi, hanno concorso a dilapidare una delle realtà ambientali più belle del mondo: una sorta di paradiso terrestre, come la consideravamo noi nativi del posto, in tempi remoti. Correre ai ripari è quasi impossibile, perchè significherebbe scolvolgere ataviche concezioni dell’essere e del vivere in un posto che rischia di non aver futuro. Metter mani nei problemi del territorio, privileggiandone il recupero e la tutela, è uno dei principali obiettivi; la manutenzione agli immobili antichi e la ristrutturazione dei “mostriciattoli” edilizi sorti prima e dopo la “la legge ponte” ( anti e post 1967), per non dire dello scempio perpetrato prima del 2000, darebbero un impulso positivo per la rinascita del luogo. Inserirei Palinuro tra i luoghi protetti dell’Unesco, per ottenere le forme di salvaguardia dovute ad un luogo magico.Il coraggio di chi governa la cittadina, è il primo degli elementi positivi da mettere in campo: abbattere gli immobili abusivi, imporre i recuperi proponendo forme di finanziamento cumulabili con quelli già in vigore a livello nazionale. C’è altro, ovviamente, che si misura con le capacità o meno della classe dirigente.

  2. Sono innamorato del Cilento ma quando vengo da voi mi deprime molto vedere come non capiate che il futuro per TUTTA la popolazione non può che essere quello proposto nell’articolo mentre la realtà va in direzione opposta in particolare a Palinuro. Eppure l’indirizzo da seguire vi è stato da tempo indicato con chiarezza anche da gente della vostra terra! Coinvolgete i giovani, aiutateli a costruire un futuro nelle vostre terre e non nell’emigrazione

  3. D’accordo sullo stop al consumo di territorio.SMETTERE anche di dare in concessione tutte le spiagge esistenti e soprattutto SALVAGUARDARE dallo scempio già in atto la scogliera del mar Morto! Latitano in troppi,verso questa scogliera!

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