Vento: l’Italia in bicicletta lungo il fiume Po

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Un gruppo di ricercatori e docenti del Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, guidati da Paolo Pileri, ha un progetto di sviluppo economico e territoriale chiamato “Vento“: una sorta di ciclovia lunga oltre 600 chilometri, seguendo il Po da Torino a Venezia: non è questa una delle vere “Grandi Opere” utili per il nostro Paese?

strisciaPaolo Casalis, il giovane autore del film “Langhe Doc” (molto apprezzato e promosso dai Comitati piemontesi di Salviamo il Paesaggio), ha da alcune settimane avviato la circolazione di un nuovo interessante progetto. Si tratta di “Vento. L’Italia in bicicletta lungo il fiume Po“, film-documentario (della durata di 52 minuti), disponibile in streaming e DVD, firmato da Casalis assieme a Pino Pace e Stefano Scarafia.

Vento è il diario di un viaggio lungo otto giorni, quelli necessari a cinque progettisti per attraversare l’Italia in bicicletta seguendo il corso del fiume Po, da Torino a Venezia.

630 km per dimostrare la fattibilità di quella che potrebbe essere la ciclabile più lunga d’Italia e una delle più estese d’Europa, un progetto che significherebbe migliaia di nuovi posti di lavoro, green economy, sviluppo sostenibile, ad un costo pari ad appena quello da sostenere abitualmente per soli 2 km di una qualsiasi nuova autostrada.

Un viaggio dalle Alpi all’Adriatico attraverso quattro regioni e lungo tutta la Pianura Padana, che diventa l’occasione per raccontare un pezzo d’Italia da una prospettiva inedita. Un road movie su due ruote tra città d’arte, paesaggi e persone profondamente cambiati in questi ultimi 50 anni.

E’ il Politecnico di Milano (Dipartimento di Architettura e Pianificazione) ad aver messo a punto il progetto “VENTO”, una nuova strada lungo il Po che collegherebbe Venezia e Torino. Ma pensata solo per il passaggio di biciclette. Secondo i progettisti, sarebbe un importante volano per l’attrattiva turistica e, quindi, per l’economia del nord Italia.

Questa è una sintetica presentazione del progetto:

VENTO è una ciclovia? No, VENTO è sviluppo. Un sano e verde sviluppo.
VENTO ha la forma di una ciclovia, ma non lo è. VENTO è un progetto di sviluppo, una concreta e stabile occasione di occupazione e rilancio economico dei territori attraversati (e non solo loro). Questo è VENTO. Questa è una ciclabile lunga.
Andare in bicicletta non è uno sfizio di qualcuno o un capriccio di categoria, ma è uno dei modi per muoversi, viaggiare, andare a lavorare e a studiare. Le ciclovie non sono accessori di una società agiata o di una cultura che non ci appartiene, ma sono infrastrutture come le altre idonee per tutte le culture.

VENTO non è un progetto locale, ma un progetto del Paese: sono 679 km di ciclabile, ma sono anche 679 km di green economy, di green jobs e potenziale crescita dell’economia. I 40.000 km di ciclabili tedesche producono 8 miliardi di indotto all’anno, stabilmente. Centinaia di migliaia potrebbero essere i nuovi flussi di turisti lungo VENTO, che diverrebbero il motore per tante economie diffuse e per far ripartire la crescita … vere green economy: aziende agricole (14.000 sono quelle attraversate dal progetto), attività ricettive (300 per ora), attività commerciali (2.000) e tanti cittadini (oltre 1,5 milioni).

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In parte VENTO già esiste, in parte bastano un paio di accordi politici e tecnici per utilizzare gli argini e in piccola parte deve essere realizzata e messa in sicurezza. Il tutto si potrebbe fare in tre anni.

Occorrono solo poco più di 80 milioni di euro (lo 0.01% della spesa pubblica annuale; il costo di 1-2 km di autostrada), ma soprattutto l’impegno dello Stato, di 4 regioni, di 12 province, degli enti fluviali, di tutti i comuni, coordinati da un soggetto unico. Il giro di affari annuo è stimato in due volte l’investimento iniziale. Per sempre.

Ma VENTO non si ferma qui e potrebbe crescere collegandosi con altre ciclabili (quella del Brennero-Peschiera-Mantova, la Torino-Nizza, Mantova-Ferrara-Adriatico, etc.) e raddoppiando sulla sponda opposta del Po. Sono infinite le potenzialità. Ancora più infinite se si pensa che VENTO è collegato al Treno e alla navigazione fluviale.

VENTO è paesaggio, sviluppo, beni culturali, ambiente, agricoltura, fiume, natura, città, piccoli comuni, cibo, tipicità, sole, vento, salute, lavoro, futuro.

VENTO è anche Eurovelo. VENTO è anche Bicitalia. La realizzazione di VENTO andrebbe a soddisfare una richiesta europea da un lato e ci metterebbe in collegamento con gli altri paesi.

VENTO è un’infrastruttura che si porta dietro innovazione e benefici; vuole dire a tutti noi che un piano infrastrutturale nazionale che si candida a sostenere lo sviluppo del Paese in questa particolare congiuntura, deve farsi portatore di una nuova cultura, di una svolta. Non possono esserci solo i soliti ingredienti nel nostro futuro: autostrade, strade, trafori, ferrovie veloci, piattaforme logistiche. Le grandi ciclovie Europee sono opere per rilanciare lo sviluppo di un paese. Per questo occorre cambiare scala di progettazione e di gestione e stare più in alto.

Non sono forse queste le grandi opere di cui un paese ha bisogno?

Maggiori informazioni le trovate qui, dove potrete anche prenotare il vostro dvd.

16 commenti

  1. Rendiamolo vivo,percorrendolo. organizziamo passeggiate collettive, anche di una settimana con una partecipazione veramente popolare, utilizzando le scuole chiuse d’estate per dormire .. insomma organizziamo, son stufo di bei progetti che restano vuoti di persone. grazie. sanvito.paolo@libero.it

  2. Penso che se la realizzazione dei vari collegamenti ciclabili non comporterà l’occupazione di aree verdi potrebbe essere un’idea magnifica. Se invece per realizzarla verranno sbancate delle aree che costituiscono l’habitat fluviale l’opera non sarà realmente ecologica. Consiglio ai progettisti di non scendere a compromessi in tal senso e di realizzare il progetto sfruttando le strade già esistenti anche a costo di allontanarsi dalle sponde del Po nei tratti dove in esse non vi siano strade, mulattiere e sentieri da adattare allo scopo.

  3. sì, sono queste le grandi opere SANE! noi a milano invece stiamo andando incontro a un’opera insana che è quella della via (che poi è un rigagnolo) d’acqua che devasterà e cementificherà 4 parchi della zona sud ovest. e la chicca delle chicche è che nel progetto, con grande magnanimità, hanno tenuto a sottolineare che ci saranno delle piste ciclabili – ALL’INTERNO DEI PARCHI – dove nessuno ne sente il bisogno. ci sono già le stradine asfaltate o strade bianche ciclabilissime!

  4. progetto magnifico ,e si farebbe conoscere almeno un po’della nostra ITALIA da vicino

  5. Idea fantastica. Mi permetterei di proporre anche l’allacciamento con Mantova lungo il Mincio. Sarebbe sicuramente valore aggiunto.

  6. penso sia un ottimo progetto che come tanti bei progetti rimarrà incompleto come tante piste ciclabili e ammesso vada in porto durerà il tempo dell’entusiasmo o della prima acqua alta perchè i soldi per costruire piste ciclabili si trovano, quelli per mantenerle in ordine non ci sono mai quindi destinate ad essere riassorbite dalla natura circostante, a mio parere se almeno la metà fosse percorribile sarebbe già un buon traguardo….pessimista ? NO!!! realista.

  7. Ottimo progetto che potrebbe generare anche la confluenza sul po di altri flussi ciclabili da nord e da sud, da grandi aree urbanizzate come Verona, Parma, Modena, Padova e Bologna, con servizi turistici nei nodi di innesto. Pedalare!

  8. entusiasmante ! ci porta diritti (culturalmente ) in Europa.Ma,attenzione ,che non succeda come a Novara la cui amministrazione provinciale (centrsinistra),promosse e realizzò una pista ciclabile, denominata “VIE VERDI”,lungo i canali Cavour e Regina Elena,per poi abbandonarla all’incuria vanificando l’opera e conseguentemente sperperando denaro pubblico. Quest’ultimo capolavoro va in conto alla attuale amministrazione provinciale di centrodestra, grazie anche all’impotenza culturale dell’opposizione. Valutare certi rischi è un imerativo morale, non credete?

  9. Un’ottima idea per progettare e costruire un futuro migliore. Un progetto del genere contribuirebbe a porre le basi per un vero cambiamento di rotta e di mentalità.
    A questo potrebbero seguirne tanti altri e in ambiti diversi, ma sempre con le stesse buone intenzioni … quelle che finora sono mancate.

  10. Idea interessante che incontrerà molti ostacoli ma alla fine risulterà vincente. Prepariamoci dunque a pedalare lungo il grande fiume e ad incontrare i dialetti padani, le anse del fiume, cibi saporitissimi e lo stormir delle fronde dei pioppi.
    Sono con voi.
    Tedeschini

  11. Sarebbe una cosa splendida…. che darebbe lavoro a un sacco di gente,per non parlare dell’indotto. Consentirebbe anche un migliore controllo del territorio e monitoraggio delle rive del fiume. Opera assolutamente da fare.

  12. Totale condivisione e collaborazione a coinvolgere soggetti non ancora aderenti. Su HB Consortium prossima uscita articolo dedicato.
    VENTO insieme a idrovia LOCARNO /VENEZIA, di cui procedono celermente i lavori e sarà pronto il tratto Locarno Milano per il 2015, può dare una forte spinta al turismo naturalistico italiano.

  13. Un progetto eccezionale! OPERA URGENTISSIMA, bisogna dare un segnale di inversione di tendenza: + BICI = – AUTO = Aria migliore

  14. sarebbe fantastico, ogni anno io e le mie amiche di bicicletta cerchiamo e migriamo all’estero per vivere una modalità di vacanza che ci sta a cuore, ci regala il piacere del tempo rallentato a mirura di gamba, riempiendoci gli occhi di fantastici paesaggi, la fatica, la libertà, l’indipendenza ma anche la condivisione, la complicità e l’aiuto reciproco sono per noi tratti caratteristici di questo tipo di vacanza, ti fanno sentire viva, forte e una volta montata in sella non scenderesti più. Pensare di avere vere ciclovie anche in questo bellissimo paese, che è il nostro paese, l’Italia sarebbe segno di progresso culturale. grazie per il progetto non vedo l’ora di poterlo percorrere con il vento tra i capelli

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