Per molti Sindaci il verde pubblico è un nemico, anziché un alleato contro l’inquinamento

alberi

Ormai da tempo la scienza ha dimostrato che il verde, all’interno delle aree urbane, svolge un ruolo importante per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini attraverso le numerose funzioni legate alla sua vita biologica.

Le città italiane sono malate, ogni anno le statistiche indicano il continuo peggioramento del livello di vivibilità, dovuto al forte inquinamento atmosferico prodotto essenzialmente dalle attività antropiche.

I dati indicano come la popolazione continua a concentrarsi soprattutto nelle aree urbane, basti pensare a Roma con 2.600.000 abitanti, Milano con 1.200.000 abitanti, Napoli con circa un milioni di abitanti. Tutto questo richiede una grande concentrazione di cibo, acqua, energia e lo smaltimento di tonnellate di rifiuti, liquami, misure contro gli  inquinati dell’aria e dell’acqua, nonché un  forte consumo di suolo che ha raggiunto livelli non più sopportabili. Nel 1900 ogni persona sul pianeta aveva a sua disposizione circa 8 ettari, attualmente ha 2 ettari, si stima che nel 2050 un uomo avrà a disposizione appena 1,40 ettari di suolo libero.

Tornando ai problemi legati all’inquinamento, si sa che nel nostro Paese ci sono città che hanno il primato da inquinamento da polveri sottili, eppure le uniche e spesso inutili misure che vengono prese riguardano il divieto di circolazione dei mezzi a motore.

Si tratta in genere di provvedimenti di facciata la cui efficacia è in genere di breve durata e che in mancanza di una diversa mobilità non potrà mai impedire alla gente di usare l’auto. Si tratta di un limite culturale legato spesso a una miopia politica, che aggrava ulteriormente le condizioni della vivibilità urbana.

Il verde orizzontale e verticale nelle sue diverse tipologie ( alberi, arbusti, prato ecc.), svolge un ruolo non indifferente per la qualità della vita dei cittadini in grado di fornire  “servizi ecositemici” quali:

  • servizi di approvvigionamento (cibo, legno, minerali, principi attivi per la farmacopea e composti chimici naturali, carburanti fossili),

  • servizi di regolazione (filtraggio e la potabilizzazione dell’acqua, la decomposizione dei prodotti di scarto, la regolazione del clima e della qualità dell’aria),

  • servizi di supporto (filtraggio e la potabilizzazione dell’acqua, la decomposizione dei prodotti di scarto, la regolazione del clima e della qualità dell’aria),

  • servizi culturali (attività ricreative, culturali, turistiche, estetiche e spirituali).

La consapevolezza di tali funzioni non è più circoscritta al mondo scientifico o agli addetti ai lavori ma è largamente presente nella coscienza di milioni di cittadini.

Nel nostro Paese i Comuni hanno una responsabilità enorme nella gestione del  verde. Secondo i dati Istat del 2011 riguardante il verde urbano delle 103 città  capoluogo, risulta che  il verde fruibile occupa 550 milioni di mq delle città, e la disponibilità di verde urbano è pari 30,3 mq per abitante, naturalmente con variazioni da città a città.

I  comuni gestiscono il più grande e importante patrimonio arboreo che caratterizza il paesaggio urbano italiano (milioni di alberi). Nonostante ciò essi  sono fortemente inadeguati rispetto ai compiti che dovrebbero e potrebbero svolgere per una città ecosostenibile.

Infatti la maggior parte dei comuni è privo di un regolamento del verde urbano, il verde è materia  dei  lavori pubblici con figure professionali non adeguate, mancano strumenti di pianificazione quali piano del verde, censimento  del patrimonio arboreo, le risorse finanziarie sono quasi sempre residuali e mai strategiche.

Occorre superare al più presto quel limite culturale presente tra numerosi pianificatori, urbanisti e progettisti nonché tra la maggior parte degli amministratori locali, che utilizzano il verde unicamente come elemento di arredo, mentre la scienza ci dice che le piante perenni ed in modo particolare la vegetazione persistente hanno un ruolo importante nel migliorare la qualità dell’aria, nel ridurre l’anidrite carbonica e gli altri gas serra.

Una soluzione sembra essere rappresentata dalle città intelligenti ovvero le  “ Smart city” dove l’intero modello di sviluppo viene  totalmente rivisto. Le città vengono riprogettate secondo nuovi indicatori di qualità urbana, e dove il verde “greening” rappresenta un  indicatore di forte qualità urbana superando il vecchio concetto secondo il quale  il verde nelle aree urbane ha  una funzione di arredo ed estetico.

Giuseppe Sarracino
Agronomo

16 commenti

  1. A Roma, il verde urbano non viene più gestito come si dovrebbe e secondo le più idonee regole sulla salvaguardia delle alberate e del verde, non c’è la regolare sostituzione delle alberate di alberi abbattutti o morti per vari motivi. L’amministrazione comunale da decenni non ha più effettuato il ricambio del personale qualificato n el servizio giardini che si occupava della manutenzione del verde urbano. Nel tempo sono stati abbattuti alberi ed essenze senza scrupoli, mentre non si è provveduto all’eliminazione di alberi nati spontaneamente e nocivi per l’ambiente perchè non idonee per l’arredo urbano o infestanti come le acacie o gli ailantus che vengono abche potati e mantenuti dal servizio competente. Il taglio di prati e arbusti è stato affidato agli operatori dell’AMA, che non hanno competenza per questo servizio precedentemente svolto da personale qualificato del servizio giardini (ora in estinzione) oppure consegnato a ditte private senza nessuna esperienza sul verde urbano, nel tempo sono stati perpetrati danni sul verde urbano senza alcuna giustificazione con un danno ambientale ed economico, es l’abbattimento dei pini ad Ostia e nella Pineta di Castel Fusano, essendo le essenze abbattute di età che va dai 50 ai 100 anni e non si riuscirà più ad avere la quantità di specie abbattute con una perdita di flora naturale di inestimabile valore ambientale e paesaggistico. Non si capisce con quakle criterio vengano scelte le essenze arboree per le alberate stradali, parchi, giardini e ville storiche, sostituendo essenze idonee con altre senza rispettare la tipologia arborea preesistente.

  2. Anche se molto in ritardo vorrei aggiungere che anche a Torino il verde viene molto massacrato e mai come in questi ultimi anni, assolutamente trascurato, vorrei dire considerato con fastidio dal comune, il che fa si che anche i cittadini ne abbiano sempre meno cura. E’ un vero peccato, però si sà, gli alberi non votano….. e non distribuiscono mazzette…

  3. Purtroppo non si può rispettare ciò che non si conosce e ciò a cui non si fa caso e dal punto di vista della conoscenza della natura la formazione delle nuove generazioni è purtroppo molto spesso decisamente carente.

  4. Purtroppo è così, nel mio Comune di Ostra(AN) hanno la fissa di tagliare, dicono potare, gli alberi molto piccoli, fanno pena, lo fanno non solo vicino alle strade anche nei giardini, è una vergogna. Sembrerebbe che gli operai che fanno i lavori siano interessati al prendere la legna per bruciarla. Adesso è arrivata una nuova amministrazione e tra le cose promese in campagna elettorale c’era la autogestione del verde, ” chi pulisce i fiume gratuitamente prende la legna” ossia giù gli alberi. Bisogna intervenire

  5. Il problema è molto più di quanto possa apparire, consumo di suolo,alterazioni del paesaggio,cementificazioni inutili ed irrazionali, distruzione del verde pubblico e privato nelle aree urbane e perurbane, potature scriteriate delle alberature urbane, etc. sono tutte conseguenze di un approccio al mondo della natura divenuto completamente materialistico ed utilitaristico. Questa connotazione del rapporto verso la natura è purtroppo notevolmente più accentuata nelle nuove generazioni e di conseguenza in molte delle attuali amministrazioni comunali. La causa risiede soprattutto nella scuola, che negli ultimi decenni, nonostante le apparenze, a causa del cambiamento dei programmi scolastici in genere non stimola più gli studenti alle “osservazioni scientifiche” del mondo che ci circonda, quindi a prendere coscienza della bellezza, della ricchezza, della biodiversità e del valore degli ecosistemi presenti anche negli ambienti urbani e periurbani, dove si svolge gran parte della vita quotidiana degli alunni. Programmi fatti di verità scientifiche preconfezionate che non spingono alla scoperta e relegano la natura in luoghi esotici e remoti hanno purtroppo devastato la sensibilità ambientale delle nuove generazioni. A questo si aggiunge l’atteggiamento dei mezzi di comunicazione di massa e della televisione in particolare, che molto spesso avvalla questo approccio meramente materialistico al mondo naturale, allontanando i giovani dallo stupore per la scoperta e l’osservazione degli esseri viventi presenti accanto a loro. Tutto questo rende il verde solo uno sfondo, che può essere cambiato o sostituito con altro come le piante stagionali delle aiuole, senza rendersi conto che le piante e gli animali che le abitano sono esseri viventi e parte della natura come noi.

  6. Con Flaavio Tosi sindaco di Verona abbiamo assistito ad una vera e propria escalation di violenza sul patrimonio di verde urbano
    http://www.veramente.org/wp/?p=13699 e del SIC (sito d’importanza comunitaria) nelle immediate vicinanze del centro cittdino
    http://www.veramente.org/wp/?p=10418
    L’atteggiamento dell’amministrazione sembra perseguire la logica della rappresaglia nei confronti delle voci di dissenso democratico, altrimenti non si possono spiegare certe scelte.

  7. I boschi hanno una grande importanza nella salvaguardia dell’ecosistema e del clima di un paesaggio. Curarli con la potatura degli alberi nei periodi previsti dalla natura e pulirli delle sterpaglie, mantenere puliti alvei e sponde di piccoli e grandi corsi d’acqua, attendere a tutte quelle misure preventive necessarie per salvaguardarli dagli incendi insieme alle abitazioni circostanti (a mio avviso le tecnologie oggi non mancano!), tenere in giusto rapporto la loro preservazione e i problema della pastorizia(dietro i quali si nascondono spesso le cause di tanti incendi!,degli allevamenti e delle colture tipiche vuol dire non solo salvaguardare un patrimonio pubblico di grande valore, ma anche preservare una Comunità da eventuali rischi alluvionali. Vuol dire anche preservare lavoro, culture, esperienze di lavoro e di vita delle loro Comunità, vuol dire garantire un giusto rapporto abitativo tra città e periferia, cosa non secondaria.Una politica di congestionamento delle città (e l’abbiamo visto!) non solo non fa altro che creare solo favelas, bidonville,ecc…) nelle periferie, ma rende sempre più complicata e costosa la gestione dei servizi pubblici con il crescere della popolazione residenziale, di nuove abitazioni e la riduzione di standard urbanistici e di verde pubblico che rischiano di avere u n grosso impatto negativo non solo sul clima di queste città ma anche sulla vita sociale, affettiva e di relazioni umane tra la gente che vi vive.La pianificazione intercomunale deve avere questa prospettiva nell’interesse generali delle Comunità e delle città stessa e gli investimenti pubblici, a mio avviso, non possono essere regolati solo rispetto al numero degli abitanti di ogni singola realtà abitativa, ma devono tenere in debito conto questo equilibrio naturale e la necessità di salvaguardare questo grande patrimonio pubblica e garantire la sopravvivenza stessa delle Comunità che nei boschi vivono, lavorano ed interagiscono.Dietro la logica delle grandi città metropolitane, a mio avviso, si nascondono solo interessi speculativi ed una cultura basa la qualità dei servizi prettamente nel perseguire una politica imprenditoriale basata su larga scala e nella creazione di multiutility. Questa politica a mio avviso è dannosa per una Paese proprio perchè mette in discussione la preservazione ed uno sviluppo economico soprattutto per le realtà interne del nostro Paese, ma anche per la preservazione della biodiversità agricola ed ambientale e la preservazione di tante esperienze vecchie e nuove di colture tipiche, di storie, di tradizioni socio/economiche e lavorative(soprattutto artigianali di cui è ricco il nostro Paese. Altrettanto dannosa per queste realtà boschive e collinari è lo scimmiottamento delle politico turistiche delle grandi città. E’ dietro la politica sconsiderata di sempre nuovi parcheggi e alberghi (anzicchè la valorizzazione dei borghi e manufatti antichi,delle realtà vecchie e nuove di agroturismo e delle piccole realtà produttive e di piccolo artigianato che ancora esistono!) delle realtà boschive e collinnari che spesso si perpetuano i più grandi scempi ambientali. Onofrio Infantile Mercoledì, 18 giugno 2014

  8. penso sia vero,il verde,gli alberi i prati o anche gli orti comuni,non sono valorizzati in moltissimi comuni,ci sono le eccezzioni,si pensa soprattutto a cementificare,costruire anzichè rivalutare,vecchi spazi,vecchi edifici ,piantare nuovi alberi e giardini.

  9. Il Comune dovrebbe avere dei tecnici preposti all’identificazione delle aree verdi, anche private, e al sopralluogo della loro gestione. I boschi non vanno lasciati (o almeno non in prossimità delle abitazioni) al loro ciclo naturale, ma vanno costantemente ripuliti e curati. Questo non solo per un impatto visivo di cura invece che di trascuratezza (poco turistica), ma soprattutto per evitare l’insediamento di insetti, topi e altri sgraditi abitanti. I tagli di codeste cure, si potrebbero raccogliere in centrali a biomassa – magari una ogni tre o quattro comuni, riuniti in associazione per questo tipo di gestione. Ai cittadini che conferiscono regolarmente gli scarti del giardinaggio, il Comune dovrebbe scontare le tasse sui rifiuti. Solo in Italia, infatti, la gestione dei rifiuti è un costo anziché un ricavo.

  10. ….nel frattempo per evitare altre stragi di alberi, tagliati senza alcuna giustificazione e senza una doverosa spiegazione di tale scelta,propongo di sottrarre ai Comuni almeno la competenza decisionale in materia di abbattimenti delle piante…. in attesa di una piu’ adeguata organizzazione della gestione del verde pubblico.

    1. Occorre che i Comuni utilizzino personale qualificato e approvino il regolamento del verde urbano pubblico e privato come previsto dalla legge 10/14

      1. Occorre soprattutto che i Sindaci, come tutti coloro che amministrano la cosa pubblica, sentano il sacrosanto dovere di comunicare con i cittadini ,di rispondere alle loro petizioni spesso propositive e ricche di suggerimenti anche relativi al verde pubblico, di non comportarsi come tanti ,piccoli ,squallidi satrapi autoreferenziali !Con gli uffici del verde pubblico occorre collaborare purche ‘le loro porte siano aperte ai cittadini “colpevoli” solo di amare la propria citta’!Ai responsabili dell’ufficio verde pubblico della mia citta’ di residenza ho proposto l’organizzazione di civici itinerari didattici e di sensibilizzazione sugli alberi salernitani e la sulla loro storia anche in base alla mappatura e al censimento in corso di attuazione .Mi hanno risposto positivamente ma… come cittadina mi devo riarmare di tenace pazienza e di insistenza per raggiungere il traguardo .E’ successo cosi’ anche nei miei ripetuti e faticosi tentativi di sottrarre gli alberi a tagli “poco motivati”.Credo ,pero’,di non reggere piu’ a lungo il peso di tale responsabilita’ visto che devo lottare contemporanemente contro il cemento ,il petrolio, il rinnovabile selvaggio,la distruzione di beni storici ed artistici preziosi e tutto cio’di cui dovrebbero occuparsi Amministratori e funzionari competenti e pagati per questo!Se non lo fanno, e’per un problema di assenza di etica e di sensibilita’e di senso di responsabilita’e, se questa è una costante ,e’ una vera e proria emergenza democratica!Una democrazia che non riesce ad esprimere Amministratori colti ,sensibili e disponibili a 360 gradi verso il bene comune, E’ UNA DEMOCRAZIA BOLLITA!

    1. Condivido il testo, molto interessante, e la risposta del dott. Sarracino. Manca personale qualificato a dirigere gli uffici comunali e spesso gli amministratori mostrano poca/scarsa considerazione nei confronti della gestione del verde pubblico. Tenendo ben presente questi fatti, l’associazione Italia Nostra a Crotone si è impegnata, a partire dal 1976, per sensibilizzare i giovani nelle scuole con dei corsi di educazione ambientale, rivolti anche agli adulti, così da divulgare il messaggio che accrescere la dotazione delle aree verdi urbane fa bene alla salute, quindi alla qualità della vita (benessere), all’ambiente, al paesaggio. Grazie alla collaborazione di alcuni docenti, gli studenti avevano messo a dimora numerosi alberi che, grazie ai successivi interventi di manutenzione del Comune, nel tempo sono diventati parchi pubblici, evitando così cementificazione e densificazione edilizia nel centro urbano.

      Ancora oggi, Italia Nostra ed altre associazioni operano attivamente per promuovere “l’etica della cura” nei confronti delle aree verdi, Beni Comuni, Patrimonio pubblico. Appello rivolto a tutti, dagli amministratori fino ai semplici cittadini. A ciascuno, la sua responsabilità!
      Teresa Liguori Italia Nostra Crotone

      “Un’area verde rappresenta il più puro dei piaceri umani ed il più grande ristoro per lo spirito” (Francis Bacon).

I commenti sono chiusi.