L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (2 maggio 2014) al Ministero dell’ambiente – Direzione generale valutazioni ambientali un atto di intervento con “osservazioni” nella procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativa al progetto di centrale solare termodinamica a concentrazione Gonnosfanadiga ltd, nella località Pauli Cungiau e altre, nei Comuni di Guspini e Gonnosfanadiga (VS), su un’area di ben 232 ettari, con potenza complessiva lorda 55 MWe.
Numerosi i motivi che hanno determinato la richiesta di improcedibilità del progetto da parte ecologista.
Oltre alle contestazioni di carattere giuridico (competenza del procedimento, mancanza di Valutazione Ambientale Strategica e mancata pubblicazione completa del progetto), sono pesanti anche le contestazioni sul profilo strettamente ambientale, in quanto la realizzazione del progetto comporterebbe lo stravolgimento del paesaggio agricolo e del contesto socio-economico locale (basti pensare che il consumo idrico annuo – sottostimato – è di 150 mila metri cubi).
Quello proposto per le campagne di Guspini e Gonnosfanadiga è, comunque, solo il secondo di una serie di progetti analoghi che fan della Sardegna la terra promessa della speculazione delle rinnovabili , nel penoso e assordante silenzio delle forze politiche isolane con la sola eccezione del già consigliere regionale Claudia Zuncheddu (Sardigna Libera).
E’ tuttora in corso, infatti, il procedimento di V.I.A. riguardante analogo progetto proposto per l’agro di Villasor e Decimoputzu (CA), anch’esso oggetto di azione legale ecologista.
Sembra impossibile, ma ogni giorno che passa pare proprio che la produzione di energia da fonti rinnovabili sia l’alibi per massacrare il paesaggio agricolo sardo per fini puramente speculativi.
Altro che ecologiche e utili, le energie rinnovabili stanno vampirizzando sempre più ambiente e fondi pubblici . Come tutte le cose, dipende sempre da come si utilizzano.
A chi serve una speculazione energetica di così grande entità ai danni di centinaia e centinaia di ettari di terreno agricolo e pascolativo sardo?
Non alla Sardegna, che già oggi produce molta più energia di quanto abbia bisogno e non ha alcuna garanzia che tale produzione da fonte rinnovabile sostituisca quella tradizionale di origine fossile.
Considerati i forti incentivi per la produzione di energia da fonte rinnovabile, il minimo sarebbe l’ubicazione di tali impianti in aree industriali, già infrastrutturate e prive di valore ambientale.
Questa è una battaglia campale per la nostra Terra. E la combatteremo fino in fondo, speriamo insieme a tanti altri cittadini, associazioni e comitati: è a disposizione, per chi fosse interessato, un facsimile di atto di intervento con “osservazioni” nella procedura di V.I.A. relativa al progetto di centrale di Guspini Gonnosfanadiga e può essere richiesto all’indirizzo di posta elettronica grigsardegna5@gmail.com.
L’articolo completo lo si può trovare a questo link >
follia, basta con lo spreco di denaro pubblico (conto energia, riduzioni fiscali e oneri di urbanizzazione) per distruggere il paesaggio italiano
le rinnovabili devono avere una funzione di recupero di territori già compromessi e sostituzione amianto non profitto con fondi pubblici
come si può attivare una petizione per una proposta di legge popolare che metta la parola fine a questi e altri scempi, oltretutto con fondi pubblici
lanciare una raccolta firme?