No alle trivellazioni in Campania: il 24 luglio giornata di mobilitazione a Taurasi

foto da https://piccolipaesi.wordpress.com/

I comitati locali di “Salviamo il Paesaggio” di Benevento, Salerno e del Cilento esprimono il proprio NO ai progetti di trivellazioni petrolifere, eolico selvaggio ed altro, in atto nei suddetti territori, perchè essi sono in contrasto con un’agricoltura integrata in armonia con l’ambiente. 

Perciò il 24 luglio a Taurasi a partire dalle ore 17,00 è stata organizzata una giornata di mobilitazione contro le trivellazioni petrolifere.

Per informazioni sulla manifestazione:
Slow Food Colline Ufita e Taurasi
http://www.condottaufitataurasi.it/
Per informazioni sulla manifestazione e prenotazioni evento gastronomico: Alessandro Barletta 3385234241 – Oto Tortorella 3356683988 –info@condottaufitataurasi.it

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Alle Comunità dell’Appennino Alle Associazioni Ambientaliste, enogastronomiche, culturali

Alle Associazioni Professionali Agricole Ai Forum , Comitati, Cittadini

STATO DEI BENI COMUNI DELL’APPENNINO IRPINO SANNITA

Questo territorio già martoriato dallo spopolamento dei centri urbani, dall’abbandono dei suoli agricoli con danni ingenti alla tenuta dagli smottamenti frane incendi, in questi ultimi tempi è oggetto dell’interesse speculativo con progetti di trivellazioni petrolifere, eolico selvaggio ed altro.

Questi progetti contrabbandati come occasione di ripresa economica non sono altro che miopia programmatica peggiore dell’incuria che ha contraddistinto la fase precedente.

Il manifesto dell’Appennino e il documento di intenti lanciato da Slow Food Italia intende mobilitare le Comunità dell’Appennino e con esse costruire la possibilità di rimettere al centro di un’elaborazione di livello locale e nazionale il ruolo che le cosiddette “zone marginali” possono avere nella costruzione di un’economia locale di nuova concezione, profondamente legata alle radici culturali, produttive e socioculturali del territorio.

I cittadini e le Comunità fuori dell’Appennino devono riconoscere le zone interne come il luogo di valore inestimabile ricco di un giacimento culturale, antropologico e ambientale Sono sorte tante aggregazioni tra forum associazioni, comitati che è difficile elencarli tutte, ma in modo egregio, tutte stanno affrontando questa problematica e suggerendo delle soluzioni.

Perciò il 24 luglio a Taurasi a partire dalle ore 17,00 è stata organizzata una grande giornata di mobilitazione contro le trivellazioni petrolifere.

È importante essere tutti presenti, ma soprattutto bisogna mobilitare le Comunità legate all’agricoltura perno fondamentale per qualsiasi ragionamento si voglia sviluppare nell’area dell’Appennino.

La giornata finirà con le proposte gastronomiche a base di prodotti agricoli del territorio dei cuochi dell’Associazione “I Mesali” e pertanto sarà anche un momento di “resistenza contadina” e “resistenza gastronomica” Per questa ragione una raccomandazione particolare va a Slow Food ed alle Associazioni professionali agricole per il loro contatto diretto con il settore primario.

RISORSE BENI COMUNI

Tra le risorse più preziose l’acqua è uno dei beni di cui è ricco l’Appennino e serve a dissetare chi è molto lontano da esso e che ignora completamente chi tutelando il territorio consente di avere questo bene.

È la risorsa più a rischio perché andando ad intervenire nel sottosuolo la possibilità di intercettare la falda è pressoché certa; (è utile ricordare che dalle sorgenti dell’Irpinia viene alimentato l’acquedotto più grande d’Europa).

Le essenze arboree boschive coprono la maggior parte del territorio appenninico il castagno da frutto merita una attenzione particolare per l’incuria in cui è piombato (vi sono attacchi di rogna e cinipide oramai incontrollati). La gestione razionale del bosco può diventare fonte di reddito e di tutela dei suoli. Parlare di aria pulita sembra scontato e fuori luogo, ma non lo è se si considera che sempre più spesso si trovano rifiuti abbandonati e vere e proprie discariche abusive nei posti più incontaminati.

AMBIENTE

Le porzioni più caratteristiche ed interessanti sono destinate ai parchi regionali e nazionali che sono dotati dei relativi Comitati di Gestione attraverso i quali dovrebbe essere garantita la tutela ambientale, ma non sempre è così.

Il territorio forestale con la gestione scrupolosa del vincolo idrogeologico è il primo passo per consentire alle falde l’accumulo di acqua. Una parte del suolo è costituito da terre pubbliche come il Regio Tratturo, altre sono destinate a prati e pascoli gravate da usi civici preziosi per gli allevamenti di qualità. La parte rimanente è destinato all’agricoltura che deve continuare ad esistere rioccupando i terreni abbandonati e che dovrà svolgersi con tecniche sostenibili nel rispetto più assoluto dell’ambientale. Sulla manutenzione del territorio, sulle opere di ingegneria naturalistica possono essere organizzati dei progetti affidati ai soggetti residenti, ma anche ad associazioni, istituti di pena, istituti scolastici e volontari.

Una riflessione particolare merita l’energia alternativa che in spregio a qualsiasi regola di buon senso si sta installando proprio sul crinale appenninico; si tratta di aerogeneratori di grosse dimensioni ed in grande quantità e fotovoltaico di grandi superfici che è andato ad occupare i suoli agricoli.

Il tutto mentre continua a mancare una seria azione verso il risparmio energetico, la bio-edilizia l’installazione di piccoli impianti annessi agli edifici pubblici, ad impianti produttivi ed alle abitazioni private.

PAESAGGIO

Il valore “paesaggio” tutelato dalla Carta Costituzionale continua ad essere ignorato e disatteso.

I suoi caratteri identitari appenninici sono le macchie arboree, arbustive, erbacee spontanee, che costituiscono la ricchezza di biodiversità e l’habitat ideale per la fauna e per l’uomo. I profili montuosi con i loro crinali consumati dalle intemperie, le valli profonde dei corsi d’acqua torrentizi e perenni, gli argini vivi fatti di essenze legnose che li costeggiano, i ciglioni, terrapieni, terrazzamenti , le cunette per lo sgrondo delle acque piovane sono gli elementi e le opere che ci sono state tramandate, che caratterizzano i pendii e che hanno reso possibile la conservazione della fertilità dei suoli e l’agricoltura. Una agricoltura costituita da piccole porzioni di territorio impiantate a uliveto, vigneto, frutteto e tanto seminativi (cereali e foraggio) dove è possibile solo una moderata meccanizzazione e tanta manutenzione per evitare che i terreni scivolino a valle.

AGRICOLTURA

Questa deve essere il catalizzatore capace di trascinare tutte le altre attività. L’operatore agricolo, innanzitutto, adotterà in modo resiliente il metodo dell’agricoltura familiare e di piccola scala più funzionale alla realtà territoriale, dovrà essergli riconosciuta la funzione di custode del territorio e delle biodiversità e di tutore del patrimonio faunistico venatorio. In modo integrato, ove possibile, l’azienda agricola sarà anche agriturismo, fattoria didattica, laboratorio di trasformazione delle materie prime affinché le varie attività concorrano alla formazione del reddito. Altra attività potrà essere quella di supportare il turismo didattico, escursionistico dell’ambiente e del paesaggio, dei raccoglitori di funghi, tartufi e frutti di bosco, In alcuni casi adotterà delle forme complesse di organizzazione e diventerà fattoria sociale per includere nei processi produttivi e di cultura materiale quei cittadini bisognosi di recupero.

Un aiuto ai giovani studenti che intendono approcciarsi a questa materia possono averlo aderendo al master per “Manager di Imprese Agro – sociali e di Reti Territoriali” istituito con la convenzione Ufficialmente siglata tra Mediterraneo Sociale scarl e il Dipartimento di Diritto, Economia, Managemente Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi del Sannio – DEMM.

PATRIMONIO ABITATIVO DA RECUPERARE E TURISMO

Il patrimonio abitativo dell’appennino ha nei suoi centri storici le testimonianze che risalgono all’alto medioevo e sono l’aggregato di piccole casette raccolte intorno al castello, fortificazione, torre. Oppure sono piccole abitazioni ottocentesche; sia le une che le altre sono nel più totale abbandono perchè non più adatte a soddisfare le nuove esigenze abitative.

Parimenti nelle campagne, gli antichi borghi, le piccole costruzioni isolate, ma anche masserie importanti versano nell’abbandono più totale.

Esempi di “alberghi diffusi “ hanno saputo dare una seconda vita a questo patrimonio prestandosi all’accoglienza di turismo congressuale e seminariale di piccole dimensioni oltre al turismo in generale. Molta speranza viene riposta nella redazione dei nuovi piani urbanistici comunali che potrebbero prevedere delle azioni di recupero

PATRIMONIO UMANO – GIOVANI E LAVORO

Molti cittadini sono andati via costretti ad emigrare, ma sono idealmente rimasti legati ai loro luoghi di origine; pensare ad un loro ritorno anche se solo turistico può essere un beneficio per tutti.

Nonostante questo depauperamento costante, l’Appennino dispone di un reticolo di custodi e guardiani, che ha mantenuto in vita uno stile di economia e di consumo che, unito al mantenimento dei sistemi di relazione, delle tradizioni e dei saperi, ha consentito il rispetto di una corretta “impronta ecologica” nonché la conservazione (e quindi, oggi, la disponibilità) di un immenso giacimento culturale, antropologico e ambientale.

Per valorizzare questo patrimonio occorre innanzitutto che non venga disperso da operazioni speculative e poi occorre che nuove forze, in particolare giovanili, si uniscano a quelle esistenti per progettare il futuro.

SERVIZI E QUALITA’ DELLA VITA

I servizi essenziali ai cittadini sono la condizione primaria per la permanenza nell’Appennino; bisognerà ridisegnare le modalità di erogazione che non tengano conto del solo bilancio economico.

Per cui occorre innanzitutto: – mantenere efficaci ed efficienti le scuole dell’Appennino, le farmacie , i servizi postali, i trasporti a cui le comunità hanno diritto – un’azione di alleggerimento fiscale per le imprese presenti nei comuni di alta collina e di montagna – la riapertura e la tenuta di distretti socio-sanitari per una qualità diffusa del servizio (vedi servizio domiciliare per persone anziane e/o nascite assistite domiciliari); – lo sviluppo rapido della rete internet con copertura banda larga del territorio.

Franco Archidiacono  – Salviamo il Paesaggio di Avellino
Nicola Sorbo – Salviamo il Paesaggio Caserta
Erasmo Timoteo – Salviamo il Paesaggio Benevento
Domenico Nicoletti – Salviamo il Paesaggio Cilento