Centraline e impianti idroelettrici nel Verbano Cusio Ossola.
Nella provincia del Verbano Cusio Ossola, all’estremo nord del Piemonte, si produce il 5,6% dell’energia idroelettrica italiana. Se tale dato viene rapportato alla superficie (2.255 Kmq) si scopre che il VCO è, con Sondrio, il territorio più spremuto d’Italia.
Già profondamente sfruttata nel secolo scorso per il “grande idroelettrico”, questa terra ha visto i propri torrenti alpini sbarrati da 12 imponenti dighe, che raccolgono una capacità totale di invaso di 171 milioni di metri cubi d’acqua. I grandi laghi hanno profondamente
trasformato il paesaggio, sommergendo alpeggi secolari e antichi paesi walser, in nome di un progresso e di un benessere tanto ricercati. Ormai fanno parte integrante dell’ambiente che li ospita, e il paesaggio alpino si è assuefatto alla loro presenza.
Il capitale idrico delle grandi dighe alimenta 27 impianti per la produzione di energia idroelettrica, con una potenza di oltre 300 MW.
Nell’ultimo decennio il VCO si trova ad affrontare un rinnovato sfruttamento delle sue acque libere. Il cosiddetto mini-idroelettrico ha visto in pochissimi anni una crescita esponenziale di richieste e rilascio di autorizzazioni per la costruzione di nuovi impianti, tale da trasformare radicalmente la quasi totalità dei corsi d’acqua.
A oggi vi risultano in essere 189 concessioni idroelettriche di piccole derivazioni, con una potenza di circa 80 MW. Mentre oltre 73 nuove pratiche sono in istruttoria.
A fronte di una produzione idroelettrica davvero limitata, risulta spropositato l’impatto ambientale, paesaggistico, idrologico, geologico, biologico, naturalistico, culturale, in una provincia che basa una grossa fetta della propria sussistenza economica e impegna moltissime energie nello sviluppo di un turismo di tipo sostenibile.
E’ crescente il malumore intorno ai cantieri aperti e alle piste d’accesso, ai prelievi idrici che stanno prosciugando i torrenti, alle trasformazioni del paesaggio e degli ambienti anche in zone di pregio.
Il 14 gennaio scorso una delegazione di comitati e associazioni locali ha presentato alla Provincia VCO e alla Regione Piemonte un documento per chiedere una moratoria alle nuove autorizzazioni, in attesa di una sostanziale verifica della situazione provinciale e del Piano Energetico Ambientale Regionale.
Il mini-idroelettrico sta raggiungendo ormai livelli di diffusione inimmaginabili fino a qualche anno fa, grazie anche agli incentivi statali che rendono interessi finanziari spropositati. Nel 2015, infatti, (fonte GSE) sono stati erogati dallo Stato alle imprese che beneficiano degli incentivi al mini-idroelettrico (ai sensi del D.Lgl. 387/2003) 1,2 miliardi di euro, garantiti per vent’anni, a fronte di una risibile produzione dello 0,16% del fabbisogno energetico nazionale consumato nel 2014.
Il fenomeno è diffuso in Italia su tutto l’arco alpino. Sono oltre 2000 i piccoli impianti idroelettrici in attesa di autorizzazione e ovunque sono sorti comitati di cittadini a difesa dei corsi d’acqua. Nella primavera dello scorso anno tutte le forze si sono riunite nel Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi – Free Rivers Italia, che raccoglie dati e fotografie, elabora azioni e dossier, promuove eventi informativi e inchieste.
Nel novembre 2017 una delegazione del Coordinamento, con anche la rappresentanza di Salviamo il Paesaggio, ha incontrato a Roma la viceministro dello Sviluppo Economico Teresa Bellanova, per consegnarle un documento con il quale si richiede di eliminare gli incentivi al piccolo idroelettrico nei corsi d’acqua naturali e di togliere il concetto di pubblica utilità per gli impianti sotto i 3 MW.
Il tema delle centraline e impianti idroelettrici di piccole dimensioni è quindi oggi di pressante attualità, sia a livello nazionale che locale.
Per far luce sugli impatti che tali opere comportano al territorio provinciale, Salviamo il Paesaggio Valdossola, in collaborazione con il Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi – Free Rivers Italia, ha organizzato l’incontro informativo pubblico “Acque ribelli” Mini Idroelettrico Maxi impatto: sabato 17 febbraio alle ore 14,45 a Toceno (VB) in Valle Vigezzo.
Sono stati ufficialmente invitati tutti i Sindaci e gli amministratori provinciali e regionali, le associazioni, e tutti coloro che siano interessati al tema.
Si spera così di chiarire al pubblico molti aspetti sulle centraline, ignorati dai più e conosciuti sinora solo agli addetti ai lavori, in modo che ognuno possa farsi una propria opinione informata e critica sull’argomento.
Salviamo il Paesaggio Valdossola auspica una maggiore, più responsabile e coraggiosa presa di posizione da parte delle amministrazioni locali nei confronti della Regione Piemonte, che nicchia sull’argomento, nonostante le proteste dei comitati spontanei di cittadinanza attiva abbiano ormai interessato pressoché tutte le vallate.
L’assessorato regionale all’Ambiente ha il potere di proporre una moratoria ai fini di un riesame dello stato di fatto, che le associazioni ambientaliste hanno da tempo richiesto in modo ufficiale.