Ponzano Romano, sequestrate le aree destinate all’impianto di energia da biomasse


Riprendiamo
un articolo, pubblicato da Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus sul proprio sito, relativo al sequestro giudiziario dei terreni destinati all’impianto di produzione di energia da biomasse di Ponzano Romano a nord della Capitale. Il provvedimento è stato disposto dal Commissario per gli usi civici per Lazio, Umbria e Toscana con ordinanza n. 452 del 29 ottobre 2018.

Di seguito il testo integrale dell’articolo:

Il Commissario per gli Usi Civici per Lazio, Umbria e Toscana ha disposto, con ordinanza n. 452 del 29 ottobre 2018, ai sensi dell’art. 74 del regio decreto n. 332/1928 e s.m.i., il sequestro giudiziario (art. 670 cod. proc. civ.) dei terreni a uso civico (legge n. 1766/1927 e s.m.i., regio decreto n. 332/1928 e s.m.i., legge n. 168/2017) in località Brecceto, nel territorio comunale di Ponzano Romano (RM) rientranti nel progetto  progetto “Impianto per il compostaggio e la digestione anaerobica di rifiuti organici di natura agro-industriale da raccolta differenziata con produzione di biometano e CO2” della Sogliano Ambiente s.p.a.

il Comune di Ponzano Romano, il cui sindaco Ezio De Sanctis è stato arrestato nel settembre scorso nell’ambito di un procedimento penale per corruzione e finanziamento illecito, con deliberazione consiliare n. 20 del 12 settembre 2017, ha dichiarato l’interesse pubblico alla realizzazione dell’impianto industriale per la produzione di compost di qualità e biometano da 130 mila tonnellate annue di rifiuti organici di varia provenienza, consentendo di fatto l’avvio del relativo procedimento regionale di mutamento di destinazione d’uso dei terreni. Infatti, in località Brecceto – Bamboccio sussistono 65.062 metri quadri di terreni a uso civico, adibiti a pascolo e seminativo.  La legge n. 168/2017, però, dispone che qualsiasi mutamento di destinazione d’uso non può comportare alcuna modifica della destinazione agro-silvo-pastorale dei beni collettivi (art. 3, comma 3°).

Il provvedimento cautelare afferma che, in assenza dell’associazione degli utenti, il Comune ha compiti di mera gestione dei beni collettivi, di cui è titolare la comunità degli utenti: il Comune deve gestire i detti beni nell’interesse preminente della comunità proprietaria e nel rispetto dei diritti di uso civico della comunità stessa.   Inoltre, i beni appartenenti al demanio civico devono mantenere la perpetua destinazione agro-silvo-pastorale, non mutabile mediante atti amministrativi  Infine, il vincolo paesaggistico imposto sui beni rientranti nei demani civici è mantenuto anche in caso di liquidazione dei diritti di uso civico.

Il provvedimento di sequestro è stato eseguito nei giorni scorsi dai Carabinieri Forestali.

Nei mesi scorsi, l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus aveva inoltrato (28 giugno 2018) un atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di impianto di produzione energetica da biomasse, coinvolgendo la Regione Lazio (titolare del procedimento di V.I.A.), il Ministero per i beni e attività culturali e il turismo, la Città metropolitana di Roma Capitale.

La richiesta è stata chiara e netta: la dichiarazione di improcedibilità o di diniego di compatibilità ambientale per evidente contrasto con le misure di tutela ambientale (comprese quelle riguardanti i diritti di uso civico) esistenti per il paesaggio agricolo a ridosso del Fiume Tevere.

Sono numerose, infatti, le disposizioni di legge a salvaguardia dell’area agricola (e così classificata nello strumento urbanistico comunale) a due passi dal Tevere: si tratta di un’area a uso civico, appartenente al demanio civico (legge n. 1766/1927 e s.m.i., regio decreto n. 332/1928 e s.m.i., legge n. 168/2017) di Ponzano Romano, tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e dal piano territoriale paesaggistico regionale (P.T.P.R.) – Ambito territoriale n. 4 “Valle del Tevere”, con disposizioni che vietano ogni insediamento industriale.  La zona è contigua al sito archeologico di Monte Ramiano, tutelato con vincolo storico-culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

La campagna romana lungo il Tevere non può essere sede di ulteriori insediamenti industriali inquinanti.  Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus è al fianco del Comitato per la tutela della Valle del Tevere e delle amministrazioni locali che si battono per la difesa del patrimonio ambientale e storico-culturale.

 

Scorcio suggestivo della Valle del Tevere dal monte Soratte, a nord di Roma. Non lontano l’abitato di Ponzano Romano, con l’area interessata dal progetto relativo all’impianto di energia da biomasse da poco sequestrato dall’autorità. (foto Marco Bombagi)