Muri a secco nel Patrimonio dell’umanità. La rivincita della pietra sul cemento

Manarola – Cinque Terre. Foto Sergio Ontano

A cura di Italia Nostra.

Italia Nostra è felice dell’inserimento dei Muri a secco nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità a seguito della richiesta presentata da 8 Paesi europei (Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera). L’UNESCO ha riconosciuto il valore universale di una relazione fra l’uomo e la natura più armoniosa, basata sulla pietra e non sul cemento.

Da decenni assistiamo alla distruzione dei muri a secco, sostituiti con terribili muri di cemento, sulla scorta dei costi, della facilità, del dilagare della omologazione fin nei luoghi più delicati e sensibili del nostro Paesaggio. L’abbandono dell’agricoltura di piccola scala ha significato il degrado dei terrazzamenti lungo le pendici scoscese, ove sono nati i paesaggi storici più amati del nostro Paese. Praticare e difendere questa agricoltura è quindi fondamentale per curare il buono stato del territorio, per controllare il dissesto idrogeologico e le alluvioni; come è necessario riconoscere l’importanza della sovranità alimentare, dell’agricoltura familiare e della multifunzionalità del territorio terrazzato.

L’antica arte dei muri a secco prevede esclusivamente l’uso delle pietre locali i cui colori sono gli unici che ben si armonizzano con il contesto e richiede una tecnica sapiente che attualmente si sta differenziando in diversi livelli di scuola (ne esistono già anche in Francia, Gran Bretagna, Austria) e offre una qualifica professionale. Il cemento non avrà mai la capacità di sostituirsi con naturalità a questi metodi di antica fattura e saggezza, che sono stati garanti per filtrare le acque e assicurare quel drenaggio che impedisce gli smottamenti e le frane del terreno.

Da anni Italia Nostra è presente nella tutela del paesaggio terrazzato, sottoscrivendo una convenzione con l’Alleanza Mondiale del Paesaggio Terrazzato per la tutela di questo sapere millenario. E’ stata presente all’Incontro Mondiale di Padova e Venezia nell’ottobre 2016 ed ha pubblicato con la Treccani uno strumento didattico nella collana “La Lampada di Aladino” proprio su questo paesaggio. Diverse sezioni in tutta Italia hanno collaborato attivamente, dalla Liguria al Veneto, alla Campania, alla Calabria, esponendo in mostra le foto dei terrazzamenti di tutto il mondo e promuovendo iniziative. Gli alunni hanno fatto alternanza scuola/lavoro su questo tema e hanno vinto, sia il concorso di Italia Nostra “Le pietre e i cittadini”, sia il Concorso promosso in occasione dell’Incontro Mondiale di Venezia con un bellissimo filmato.

Dunque Italia Nostra reclama questa nobile fattura e chiederà la tutela, la conservazione ed il rinnovamento di questa tradizione ovunque possibile, con il sostegno al ripristino e manutenzione da parte dello Stato. Siano pronte le Regioni a individuare e chiamare i maestri di arte capaci di insegnare questa tecnica, solo all’apparenza semplice, ed invece complessa e preziosa come ogni artigianato.