Da Matera, Capitale Europea della Cultura 2019…

L’Operazione salviamo l’Ex Barilla, baricentro della riqualificazione urbana del quartiere Piccianello.
NO all’ennesimo tentativo di speculazione edilizia.
La necessità di una legge per l’arresto del consumo di suolo e di una Riforma Urbanistica Nazionale.

Come noto a tutti, Matera è in quest’anno Capitale Europea della Cultura, un evento che ha un sapore di riscatto ma che ha in sé intrinseci controsensi dovuti soprattutto a quanto tale designazione riesca attraverso un programma culturale a rigenerare una città e a proiettarla verso nuovi scenari di futuro. A fronte di ciò, alcune domande sorgono spontanee:

  1. Quanto di questo programma culturale si riverbera sulla riqualificazione dei luoghi con una seria Pianificazione pubblica e Culturale nell’interesse della comunità?
  2. Che cosa questo anno da Capitale lascerà in eredità come nuova opportunità di rilancio per il futuro della città?
  3. Quanto ha inciso sui metodi di governo della città?
  4. Quanto ha inciso sui metodi di pianificazione della città?

A partire da queste domande nasce il lavoro svolto attorno al progetto di riqualificazione urbana di una delle arie più interessanti della città di Matera, rappresentata dal quartiere Piccianello e dall’area dell’Ex Barilla, ampio spazio dismesso di produzione industriale della pasta, ultimo baluardo di quella che è stata una importante tradizione agro-alimentare per la città. Le vicende che hanno caratterizzato la dismissione e l’abbandono di questa area, ne fanno uno dei luoghi più caldi della città, per gli interessi che ruotano attorno alla sua riconversione e trasformazione. Negli ultimi mesi diversi interventi hanno evidenziato preoccupanti azioni amministrative sulla destinazione d’uso dell’area, che vedono al centro il prevalente interesse privato, rispetto ad interventi di riqualificazione e all’insediamento e riattivazione di attività socio-economiche e culturali.

Città Plurale pone l’accento sul destino di un luogo, sul quale interventi errati, comprometterebbero la ricerca di ipotesi alternative legate alla riqualificazione e alla realizzazione di servizi per la comunità e la creazione di un luogo dove attivare nuove opportunità di sviluppo per la città, ma anche per un territorio vasto, quale la regione Basilicata e anche per un contesto meridionale e euro-mediterraneo. Un’area da tempo minacciata da una non corretta pianificazione, sia nei contenuti e sia nei metodi, è mira di molti appetiti speculativi. L’attenzione di Città Plurale si è focalizzata su due studi approfonditi, redatti da due giovani donne architetti, Olimpia Campitelli e Caterina Raimondi, che in una pubblica conferenza dal titolo: “Dal quartiere Piccianello al ritorno della Pianificazione Pubblica e Culturale”, sono stati presentati alla città nel Novembre 2018, con la partecipazione di due esperti nazionali nei settori dell’urbanistica e della produzione Culturale, quali: Vezio De Lucia e Ambrogio Sparagna.

Un momento di dibattito e sensibilizzazione dei cittadini per un nuovo modo di pianificare, che parte dal basso e che mette al centro il cittadino.
Con la riqualificazione degli spazi pubblici del quartiere, che diviene il tassello fondamentale di un’infrastruttura verde che attraversa la città, si riconnette con il periurbano per perseguire quel “germoglio di spazi umani” e di rigenerazione degli spazi pubblici e privati. Attraverso la creazione, dove vi sono luoghi carenti di aree pubbliche di quartiere, di nuovi micro spazi di pubblico incontro, insieme a nuove prospettive di sviluppo territoriale, che a partire da un episodio urbano, quale il recupero dell’area dell’Ex Barilla, mira a proiettare la riqualificazione dei luoghi in un’ottica di investimento pubblico. Un intervento pubblico, che per l’importanza del luogo, per il futuro di un’area e di un intero quartiere, possa perseguire anche la strada dell’esproprio dell’area ex Barilla. Acquisirla al patrimonio pubblico per sottrarla ad interventi speculativi.
Un intervento pubblico che persegua, inoltre, la creazione di nuove ed uniche prospettive di sviluppo nei settori della cultura di produzione agro-alimentare Euro Mediterranea e della produzione culturale in generale, con una reinterpretazione della tradizione e la sperimentazione e lo studio dell’applicazione di nuove tecnologie.

Padula: Distretto Culturale della Filiera Agro-Alimentare Euro-Mediterranea. Disegno tratto da “MATERiA prima il seme della cultura” Tesi di laurea Arch. Caterina Raimondi

Elemento fondamentale di questi due lavori è la necessità di un nuovo modo di programmare le trasformazioni urbane nelle città, attraverso un filo stretto che lega le visioni a lungo termine di programmazione e sviluppo, con la trasformazione dei luoghi della città, che queste visioni devono accogliere e concretizzare. Il messaggio che si vuole portare all’attenzione è quello della necessità di prendere come nuove occasioni questi “non luoghi”, venutisi a creare nelle città a causa del loro abbandono e della loro perdita di significato, divenendo appunto spazi dismessi, per creare dei nuovi punti di riattivazione e rigenerazione puntuale e integrata, che si riverberi non solo sul contesto città, ma anche sul territorio e quindi, come in questo caso, esempio di riferimento per un contesto regionale e nazionale.

Foto quartiere e area ex Barilla Quartiere Piccianello

Vezio De Lucia, intervenuto all’iniziativa, ha posto l’accento sulla necessità di arrestare il consumo di suolo, per bloccare una cementificazione ingiustificata dall’assenza di una domanda abitativa, se non quella di case popolari, attraverso l’imposizione negli strumenti urbanistici “del consumo di suolo Zero” e nel tracciare una linea rossa, intorno a tutto l’urbanizzato, oltre la quale non si può più costruire e la Pianificazione venga concentrata su interventi di riqualificazione e rigenerazione, ed ha sottolineato lo spirito riformatore con cui sono stati concepiti i due studi:

“…riformatrici della società, con una dimensione inventiva (…) sono risorse straordinarie. (…) uno spaccato sul Mezzogiorno che da una parte, per quello che ci siamo detti anche quando ci siamo conosciuti, è deprimente perché la vostra realtà è estremamente difficile, le prospettive si chiudono, al tempo stesso però sapete disegnare, non vi siete arrese di fronte a questa cosa. (…) sono sempre stato convinto che il mestiere che faccio l’urbanistica è la politica, questo è confermato da questa cosa, tutto quello che avete detto è una riforma politica complessiva. Proprio nei livelli che voi avete affrontato, al livello ragionale, a livello del territorio, fino al livello del quartiere, al livello della piazza, a livello degli orti urbani, sono tutte cose che richiedono una riforma complessiva della realtà, della società, delle norme del funzionamento che entusiasma. (…) Alcune cose mi hanno colpito molto, quell’immagine Matera, Sassi, Piccianello, mi sembra fondamentale. Poi Matera è i Sassi, Matera significa i Sassi, il fatto di spostare invece l’interesse dai Sassi a un quartiere che poi infondo è di una banalità (…) lavorare su quello, per vedere come anche partendo da una cosa così modesta, così umile, si arriva alla riforma della società che voi proponete.”

Molti i temi trattati nelle due tesi di laurea che tentano di esplicitare e di sciogliere tanti dei nodi che nel quartiere e nell’area dell’ex Barilla trovano un punto di incontro. Un crogiolo di complessità che necessitano di un approccio integrato, capace di scomporre in parti più semplici un ventaglio di questioni complesse, un approccio ad effetto domino che prevede la risoluzione integrata e consecutiva delle varie parti che ricompongono il tutto. Una riflessione con ambizioni molto alte, che sembra doverosa per stimolare un dibattito che necessita di uscire dalla propria autoreferenzialità e proiettarsi come esempio da portare all’attenzione nazionale, insieme a tanti altri esempi che sono presenti in tante città italiane e soprattutto per l’importante ruolo che la città di Matera ricopre in questo anno.

Matera, Capitale Europea della Cultura, sembra aver dimenticato, non solo il suo illustre passato, che ha visto la realizzazione di gran parte della città, grazie ad importanti interventi che hanno fatto la storia dell’urbanistica italiana, ma dimostra nei fatti di non avere più una cultura urbanistica. Città Plurale vuole partire da questa discussione per ampliare la questione che non è più legata solo alla città di Matera, ma vede l’aprirsi di un dibattito nazionale con al centro la crisi dell’Urbanistica, che oggi viene interpretata come un crogiolo di vincoli e burocrazia che ha come conseguenza quella di provocare la crisi delle città.
Idea questa ampiamente sostenuta anche da Silvia Viviani presidente dell’INU, che all’interno dell’evento organizzato dall’INU, CNAPPC e OAPPC di Venezia presso M9 – Museo900 a MESTRE/VENEZIA IL 24/05/2019 dal titolo “CITTÀ STORICA – CITTÀ CONTEMPORANEA. IL FUTURO È NELLA STORIA” afferma:

“(…) spesso si confonde l’urbanistica con quello che l’urbanistica non è, in questo paese si parla di urbanistica ma in realtà si sta pensando a una serie di pratiche tecnico amministrative che si fermano nel campo dell’edilizia. L’urbanistica è un progetto, un progetto di città che corrisponde a un progetto di società che si occupa prima di tutto di spazi e relazioni. (…)”

Quello che bisognerebbe tentare di fare è rivedere il metodo e gli strumenti, attraverso una semplificazione che faccia chiarezza e che sia capace di riportare la Pianificazione Urbanistica ad essere lo strumento capace di porre un equilibrio tra le diverse istanze e i diversi portatori di interesse che investono oggi sulle trasformazioni delle città. A Matera allo stato attuale, il RU (Regolamento Urbanistico) adottato nell’aprile 2018, non prende in alcuna considerazione l’arresto del consumo di suolo, ne rispetta gli standard previsti per legge. Dunque, a fronte di tutto questo, Città Plurale, vuole cogliere questa occasione per avviare e strutturare un LABORATORIO PARTECIPATIVO sul futuro della Pianificazione e dell’Urbanistica delle città. All’interno di questo Laboratorio, prevedere attività interdisciplinari, con l’intervento di esperti e Università, a confronto con la comunità, per ridare un ruolo alla città di Matera, nel contesto Meridionale, nazionale, europeo e del Mediterraneo. Occorre, un ribaltamento del paradigma sulle possibilità di sviluppo territoriale tra il Sud ed il Nord del nostro paese, per fare in modo che l’anno, che sta per concludersi, di Capitale Europea della Cultura, rappresenti concretamente l’evento storico da cui partire, per riaffermare e ridare alla città quel ruolo che ha svolto nel passato, e potrà svolgere per il futuro. Quindi, ci pare evidente quanto l’area della ex Barilla risulti come un’occasione su cui si possa sperimentare questo ritorno alla città laboratorio, per sviluppare un processo capace di definire una riqualificazione dell’area che non ne stravolga la natura ma che riesca, attraverso interventi più di senso che di aumento di volume, a definire un luogo capace di attivare un nuovo indotto per la città. Un laboratorio capace di trasformare il processo di rigenerazione urbana del quartiere Piccianello e dell’area dell’Ex Barilla, con il rapporto e il contatto con altri esempi presenti in altre città italiane, in un momento di dibattito e riflessione nazionale sui tanti luoghi che necessitano come il nostro, di interventi di riqualificazione del territorio nell’interesse della comunità, della città nel suo complesso. Il laboratorio che Città Plurale tenterà di avviare e proporre, sarà il REGENERATION CITY LAB MATERA 2019 (RCL MATERA 2019).

A fronte di questo, per la complessità sia degli attori da coinvolgere che degli investimenti da attivare, gli strumenti più adeguati di programmazione risulterebbero, oltre allo strumento politico del Piano Strategico, il Piano Strutturale e il Regolamento Urbanistico. Strumenti a cui bisogna ridare un ruolo fondamentale nella pianificazione, cancellando tutte quelle leggi regionali sul piano casa. Inoltre, emerge la necessità, di affrontare questioni complesse, che hanno bisogno di essere strutturate attraverso una coralità che persegua uno stesso obiettivo. A tal fine bisognerebbe attivare importanti precondizioni per la costruzione all’interno dell’Ex Barilla di un Distretto unico nel suo genere di Produzione Culturale nella Filiera Agro-Alimentare Euro-Mediterranea e di produzione Culturale in generale. Si comprende bene, quanto quella che abbiamo definito “Operazione salviamo l’Ex Barilla” unita alla riqualificazione dell’intero quartiere Piccianello, rappresenti una situazione complessa, che necessita della creazione di un vero e proprio Team, come una sorta di cabina di regia all’interno della quale rientrino i diversi portatori di interesse che a differenti scale entrano in gioco. Proprio dallo sviluppo di questo metodo di lavoro, a partire dal Caso Piccianello, con l’attivazione del Regeneration City Lab Matera 2019 (RCL MATERA 2019), Matera potrebbe cogliere l’occasione per portare le istanze legate alla riqualificazione urbana e alla strutturazione di processi di tale natura, all’interno di una proposta di legge Nazionale di riforma dell’Urbanistica, che snellisca e rimetta al centro l’interesse pubblico e una legge per l’arresto del consumo di suolo. Due leggi che devono avere due iter distinti, perché quella sull’arresto del consumo di suolo deve avere una funzione prescrittiva per quella urbanistica. A tal proposito giacciono in parlamento diverse proposte di legge sul consumo di suolo, di cui una elaborata dal Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio (di cui Città Plurale fa parte), in discussione al Senato.

Come ben si comprende, la riattivazione socio-economica e la riconversione di questi contenitori dismessi deve avvenire, non attraverso un aumento volumetrico, ma attraverso la creazione di un nuovo significato e di nuove relazioni fra le diverse parti del territorio, sia urbano che paesaggistico. Per questi motivi, risulta fondamentale rimandare le definizioni delle destinazioni d’uso all’interno di un tavolo di lavoro con tutti i soggetti interessati (Enti, Associazioni culturali, dell’innovazione, della creatività, dell’industria 4.0, Enti di ricerca, Regione, Comune, Università, Aziende del settore Agro-Alimentare e cittadini), per strutturare, in modo coordinato con le azioni di riqualificazione del quartiere Piccianello, un Programma, per definire nuove prassi e metodologie che siano la base di una diversa e seria Pianificazione Pubblica.
Questa nostra proposta non è esaustiva, ma vuole essere lo stimolo per un vero, serio e partecipato dibattito pubblico, per confrontarci con altre idee e altre proposte, per confrontarci con gli organi di governo della città.

E’ anche una sollecitazione, a quanti hanno a cuore il destino di questa nostra città, ad intervenire per fermare una azione che potrebbe risultare senza concrete prospettive di sviluppo socio-economico, facendo sfumare, in vecchie prassi speculative, i nuovi laboratori a cielo aperto. Laboratori che, la riqualificazione di aree dismesse all’interno del tessuto urbano, oggi portano come nuova possibilità il ripensare la città nelle sue prospettive e nei suoi luoghi pubblici e di relazione.

La mobilitazione che si è avuta in città, sembra abbia sortito l’effetto, di rinviare tutto ad un confronto pubblico sul destino dell’area ex Barilla. Infatti, al termine di una iniziativa pubblica nel quartiere di Piccianello, alcuni amministratori e responsabili di partito della maggioranza presenti, si sono impegnati ad approvare la norma che disciplina l’ex area Barilla così come è stata adottata nel Regolamento Urbanistico oltre un anno fa.  Si tratta, per il momento, di una buona notizia.  Esperienze precedenti, però, ci dicono che non si può abbassare la guardia e si deve continuare a seguire la vicenda con estrema attenzione.

“Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme un progresso, lavorare insieme un successo”. (Henry Ford)

Marino Trizio – Città Plurale
Arch. Olimpia Campitelli
Arch. Caterina Raimondi