I cittadini e il “Dibattito pubblico”

E se cominciassimo da San Siro?

di Donatella De Col, Portavoce del Comitato “Proteggiamo il Monte Stella”.

Dalla discussione in corso sulla gigantesca partita immobiliare che si sta giocando intorno a San Siro è rimasto finora singolarmente tagliato fuori il tema del Dibattito Pubblico. Nonostante si continui a parlare di “interesse pubblico” e a Milano esista addirittura un Assessorato a “Partecipazione, Cittadinanza Attiva e Open Data, le trattative portate avanti dal Comune e dal sindaco Sala hanno finora escluso totalmente i cittadini, che pure avrebbero il sacrosanto diritto di essere coinvolti nelle scelte territoriali più importanti che li riguardano.

Eppure una norma in merito, a volerla bene applicare, esisterebbe, eccome! Mi riferisco al Dibattito Pubblico sulle Grandi Opere, introdotto dal Codice Appalti, DLgs n. 50/2016, art. 22, ed entrato in vigore più di un anno fa col DPCM n.76/2018. (*)

Il principio secondo il quale all’opinione pubblica e ai cittadini va garantito il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia di interventi di rilevante impatto ambientale era stato stabilito più di trent’anni fa dalla Convenzione di Aarhus, un importante trattato internazionale ratificato dall’Italia con legge n. 108 del 16 marzo 2001. Il modello di riferimento più ampiamente citato è quello del débat public francese, introdotto in Francia dalla cosiddetta legge Barnier nel 1995 e successivamente più volte modificato (**).

Finalmente il 24 agosto del 2018 il Dibattito Pubblico è entrato in vigore anche da noi, sia pure soltanto per opere di grande impatto sull’ambiente, sulle città e sull’assetto del territorio. Basti dire che per quanto riguarda le infrastrutture ”ad uso sociale, culturale, sportivo, scientifico o turistico”, come sarebbe il caso di San Siro, il Dibattito è previsto solo per opere che comportino investimenti totali superiori a 300 milioni di euro, al netto di IVA del complesso dei contratti previsti. Ma su questo punto non ci sarebbero proprio problemi, visto il preventivo miliardario di cui si va parlando a proposito dell’area stadio.

Peccato però che, per passare davvero alla fase operativa, manchi ancora un ultimo tassello e cioè la costituzione, presso il MIT-Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di una Commissione Nazionale per il Dibattito Pubblico, composta da 15 membri, con funzioni di controllo e organizzativi.

In particolare questa Commissione ha il compito di: monitorare il corretto svolgimento del Dibattito Pubblico e il rispetto della relativa informazione, proporre raccomandazioni di carattere generale e/o metodologico, garantire idonea e tempestiva pubblicità ai vari passaggi del Dibattito e ai suoi risultati, coinvolgere attivamente gli enti territoriali interessati, presentare ogni due anni al Governo e alle Camere, entro il 30 giugno, una relazione sulle risultanze delle attività di monitoraggio. Purtroppo, però, a distanza di più di un anno dal Decreto attuativo pare che ancora nulla sia stato fatto per insediare questa Commissione, dal momento che sul sito del MIT l’ultimo aggiornamento in materia risale al giugno del 2017.

D’altronde anche lo stesso Comune di Milano apertamente latita, se è vero che sul suo sito compare una limpida sintesi scritta da Agnese Bertello dal titolo ”Il Dibattito Pubblico tra Francia e Italia”, al punto 5 della quale si dichiara addirittura che «Il Comune di Milano partecipa come capofila al Bando LIFE della UE dal titolo “Life 2014 – 2020 – Sub-Programme Environment – Environmental governance and information – Promoting non-judicial conflict resolution”. Il progetto Encomium prevede la sperimentazione della mediazione nella gestione dei conflitti ambientali e la sperimentazione del Dibattito Pubblico su un caso pilota. Il progetto ha un profilo internazionale, coinvolge la CNDP e la Camera Arbitrale di Parigi, e nazionale, attraverso la partnership con il Ministero delle Infrastrutture e alcune Regioni, Università, Istituzioni ed Associazioni italiane che stanno oggi sperimentando e introducendo il Dibattito Pubblico”» (***).

Sperimentazione su un caso pilota? Cosa di meglio allora del caso San Siro?

E’ necessario perciò che tutti noi ci attiviamo da subito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti affinché venga finalmente nominata la Commissione Nazionale, in modo che il Dibattito Pubblico possa diventare operativo al più presto (****).

Appare comunque evidente che, anche se San Siro è per Milano la preoccupazione più immediata, il cuore della questione tocca ben più ampiamente la difesa generale del principio di trasparenza, partecipazione e controllo democratico che riguarda l’intero Paese e per la quale è doverosa la massima trasparenza da parte di chi ci governa.

NOTE:

(*) Vedi:
Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 maggio 2018, n. 76

(**)
Testo della Convenzione di Aahrus, 25 giugno 1998

Loi Barnier

– Per approfondire:
https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/file/repository/UVI/35._Dibattito_pubblico_sulle_opere_pubbliche.pdf

(***) https://www.comune.milano.it/documents/20126/991086/15091701%2B07+Dibattito+Pubblico+Comune+Milano.pdf/6b7a3a1a-f219-3b66-4b3c-2375f02e156e?t=1550848472175

(****) Questi sono i recapiti:
dott. Alberto Stancanelli – Capo di Gabinetto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti;
indirizzo: Piazzale di Porta Pia, 1 – Roma;
telefono: 06-44122300;
email: segr.capogabinetto@mit.gov.it

Tratto da: https://www.arcipelagomilano.org/archives/53962