Il Piano Operativo Comunale di Pescia e l’insostenibile nuovo consumo di suolo

Spiace che l’Amministrazione Comunale di Pescia abbia scelto di far coincidere il periodo per la presentazione delle osservazioni al Piano Operativo con i mesi estivi, quando gran parte delle persone è in ferie. Non a caso il numero di esse è risultato molto contenuto.

È noto, anche per articoli di stampa, che si sono palesate molte preoccupazioni per l’ingente consumo di suolo previsto dal Piano per nuove costruzioni residenziali o assimilate (61.000 mq, cioè oltre sei ettari).
La Regione Toscana stessa, stando alle ultime notizie, sta sollevando pesanti critiche alle scelte del P.O. di Pescia. Insediamenti e carichi urbanistici nuovi caleranno su un territorio già segnato da una “cattiva urbanistica“, pervasiva, dissipatrice di suoli e di risorse economiche pubbliche, da disservizi infrastrutturali e dalla cancellazione di elementi storici del territorio, che avevano valore costituzionale del patrimonio territoriale (basti pensare alla disarticolazione completa del rapporto coevolutivo fra città e campagna, uno dei portati storici più significativi e identitari del territorio pesciatino, disarticolazione di cui abbiamo un esempio conclamato nella zona periurbana di Via degli Orti).

Tutto ciò in un territorio, come quello di Pescia, in cui le volumetrie decadute e abbandonate e, quindi, disponibili per il recupero, anche a fini residenziali, sono ingentissime. E sappiamo tutti molto bene che il consumo di nuovo suolo farà aumentare i carichi urbanistici, mentre stenteranno nell’incertezza gli adeguamenti infrastrutturali, le opere di salvaguardia del territorio e del paesaggio, l’adeguamento dei servizi (tenendo anche conto della precaria condizione finanziaria del Comune di Pescia).

Ci si aspettava un riordino razionale delle funzioni e del sistema dei servizi, una rigenerazione urbana efficace, un recupero di volumetrie dismesse, non certo un nuovo e consistente consumo di suolo. Tanto più in zone delicate, come quelle di Alberghi e Pescia Morta, aree a rischio idraulico, nell’Utoe 5 Collodi, nella quale al carico urbanistico già esistente non corrisponde già un sistema infrastrutturale adeguato, nell’area di Veneri e, infine, nell’Utoe 1 Centro storico, per il quale sarebbe stato necessario definire interventi di rigenerazione urbana, che invece restano sfumati.

Si insiste ancora sulla crescita edilizia in aree periurbane già interessate in passato da eccessivi insediamenti rivelatisi lesivi della qualità del territorio (Via XXVII Aprile, dove si sono manifestati anche problemi di stabilita’ geologica, e Colleviti). Emblematica è la previsione nell’area di Via Della Torre, già congestionata: il Piano indica una serie di interventi di ricucitura e di dotazione di servizi senza precisare in che modo tutelare un antico gorile e un recinto murario storici, e poi, dopo aver indicato giustamente l’obiettivo di non aumentare il consumo di suolo in quest’area, apre un ampia porzione di terreno libero a nuova edificazione (una contraddizione evidente e incomprensibile!).

Pensiamo che ancora si possa rimediare ai deficit che il P.O. di Pescia presenta, se prevale un senso di ragionevolezza…

Legambiente Valdinievole e un gruppo di cittadini di Pescia