La riduzione del Parco della Lessinia è una proposta inaccettabile

di Alberto Ballestriero, VeronaPolis.

Perché va contrastata l’iniziativa dei consiglieri regionali Corsi, Montagnoli e Valdegamberi che punta a ridurre del 20% la superficie del Parco.

È da qualche anno che si parla di ridurre l’area del Parco della Lessinia. L’iniziativa è partita dai consiglieri regionali Enrico Corsi (Lega) Alessandro Montagnoli (Lega) e Stefano Valdegamberi (Gruppo Misto) firmatari di una Proposta di legge che mira a ridurre del 20% la superficie del Parco. Questo giornale si è già occupato della vicenda ed ora la novità è che 72 associazioni veronesi, regionali e nazionali hanno scritto ai consiglieri regionali perché la proposta venga ritirata (L’arena 10.12.19).

Lessinia, località Parpari

Nella lettera le associazioni sostengono che la proposta di riduzione non è supportata da alcuna documentazione che giustifichi un tale provvedimento che risulta in controtendenza rispetto agli altri paesi europei e ciò si ripercuoterebbe negativamente sull’immagine promozionale, turistica e ricettiva della Lessinia. Anche l’esclusione dei vaj dal Parco, con la motivazione di consentire la caccia ai dannosi cinghiali, risulta pretestuosa perché già ora la normativa consente il prelievo venatorio del cinghiale senza alcuna modifica dei confini.

Incomprensibile e assurda è inoltre l’esclusione dal Parco dell’area della Spluga della Preta, sito ricco di specie endemiche che è il più rappresentativo della speleologia lessinica, conosciuto a livello internazionale. Le associazioni chiedono un pubblico dibattito che coinvolga cittadini, istituzioni locali, enti e associazioni di categoria, il mondo produttivo agricolo, turistico e ricettivo, le associazioni naturalistiche e culturali, quelle venatorie, speleologiche, alpinistiche ed escursionistiche, Comuni, Provincia e Regione, con l’ente gestore del Parco per una sua riqualificazione e un suo rilancio, senza lederne l’integrità.

La risposta di Valdegamberi, il più acceso sostenitore della riduzione del Parco, non si è fatta attendere (L’arena 11.12.19) e definisce la lettera un “atto arrogante” senza entrare minimamente nel merito delle osservazioni delle associazioni. Secondo Valdegamberi solo chi risiede nel territorio ha il diritto di decidere sulle sorti del Parco e la maggior parte delle associazioni “sono fuori dal territorio.

È bene ricordare a Valdegamberi che un territorio è un organismo complesso e multiconnesso che non vive solo con i beni e le risorse esistenti al suo interno: un territorio vive in simbiosi socio- economica- culturale con tutto quanto risiede sia dentro che al di fuori dei sui confini. Come gli abitanti della città beneficiano dei beni naturali del territorio montano, così gli abitanti del territorio montano beneficiano delle infrastrutture (scuole, ospedali, raccolta rifiuti, acqua, et.) esistenti nel territorio urbanizzato.

È da secoli che esiste questo scambio continuo tra i diversi territori e si chiama civiltà. Pertanto le associazioni hanno pieno titolo per esprimere osservazioni su un provvedimento come la riduzione del territorio del Parco dei Lessini e quindi Valdegamberi dovrebbe sforzarsi di rispondere nel merito delle questioni sollevate dalla lettera invece di trincerarsi in difesa di sterili sovranità che non fanno altro che danneggiare l’immagine e l’economia della Lessinia.

I Comuni di Bosco Chiesanuova, Erbezzo, Roverè, Sant’Anna d’Alfaedo, Selva di Progno e Velo hanno l’ambizione di iscrivere gli Alti Pascoli della Lessinia al prestigioso Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico istituito dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ed uno dei requisiti fondamentali richiesti dal ministero è “l’integrità del territorio”, garantita finora dall’esistenza del Parco. Se questo viene manomesso è molto dubbio che si possa parlare ancora di territorio integro.

Tratto da: https://www.verona-in.it/2019/12/12/la-riduzione-del-parco-della-lessinia-e-una-proposta-inaccettabile/