La Costituzione e la cittadinanza ai tempi del virus. I beni comuni: quando sarà finita non tutto potrà essere come prima

Lettera inviata da “Noi per la Costituzione” al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato.

Egregio Presidente Conte,
siamo donne e uomini, cittadine e cittadini di questo paese, che hanno deciso di impegnarsi per difendere la Costituzione su cui è fondata la nostra Repubblica e per chiederne la completa attuazione. Dal 2006, dopo la vittoria nel referendum costituzionale abbiamo continuato a vigilare, confrontarci e informare, nelle nostre diverse città, come semplici cittadini o in ‘comitati’ spontanei, senza perderci di vista. Alcuni di noi costituirono la ‘Rete per la Costituzione’, tutti aderiamo ora al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, nato nel 2015, per promuovere la campagna per il NO nel referendum costituzionale del 4.12.2016.

Anche in questi giorni di grande preoccupazione, di forzata segregazione, di dolore per molti, la nostra ‘rete’ ha continuato a funzionare, consentendoci di dibattere fra noi, in video-conferenza dalle nostre case, e definire un appello, rivolto alle Istituzioni che ci governano, ma anche alle cittadine e ai cittadini italiani.

Le esprimiamo innanzitutto il nostro apprezzamento per l’impegno del Governo nell’indicare le regole e gli strumenti necessari a superare la pandemia da coronavirus contenuti nei provvedimenti emanati per il controllo dalla Fase 1 del contagio. Oggi, i dati del contagio mostrano segnali positivi, ma non occorre abbassare la guardia nemmeno in questa Fase 2, che prevedendo un maggiore mobilità, necessita di maggiore chiarezza, nelle norme che famiglie e imprese dovranno ancora rispettare.

Con questo nostro appello, vogliamo sottoporLe alcune riflessioni su temi cruciali oggetto dei futuri interventi del Governo, diretti a far ripartire e rilanciare l’economia del Paese. Le scelte, che il Governo ha assunto con il “Cura Italia” e con l’ultimo “Decreto Rilancio”, per una ripresa controllata e per il rilancio dell’economia, sono state correttamente sottoposte alla prassi del dibattito parlamentare e presentate alla comunità nazionale in modo chiaro: si tratta di un dovere istituzionale necessario a colmare il profondo distacco, creatosi da anni tra i cittadini e le Istituzioni e, nel contempo, un atto di trasparenza che possa inaugurare una nuova stagione di perseguimento del “Bene Comune” per la collettività nazionale. Ci auguriamo che i provvedimenti deliberati, siano tempestivi e congrui,per venire incontro alle difficoltà di questi mesi di famiglie e di imprese.

Il momento drammatico che stiamo vivendo induce a una profonda riflessione sul nostro modello di vita e di sviluppo economico: si sta facendo strada la consapevolezza della necessità del definitivo superamento di una fase in cui a prevalere, a scapito dell’interesse generale, sono stati egoismi, individualismi, scellerate politiche neoliberiste, privatizzazioni incontrollate, interessi di lobby legate alla politica.

Lei ha affermato: ”i prossimi provvedimenti dovranno semplificare il nostro sistema, la nostra Pubblica Amministrazione, la nostra burocrazia.
Il tema, come sa, non è nuovo: solo negli ultimi 26 anni abbiamo avuto quattro riforme, che hanno affrontato il problema, con scarso successo e la cui vigenza non ha semplificato alcunché, al contrario, ha ulteriormente complicato le procedure. Se il nostro Sistema richiede ancora interventi di semplificazione, ai quali per principio non siamo contrari, occorre capire quali e soprattutto dove servono. Come cittadine e cittadini, siamo consapevoli, a seguito di vicende precedenti (terremoti, alluvioni, frane, ecc.) che le semplificazioni sono spesso servite, ad eludere ogni regola, provocando scandali, corruzione, infiltrazioni mafiose, intervento della magistratura. Si può semplificare quanto si vuole, ma senza ridurre i controlli. Controlli che invece troppo spesso sono riesumati con ritardo, come recenti eventi hanno evidenziato: Autostrada A14 2017 frana di un ponte vicino ad Ancona, crollo del ponte Morandi 2018, crollo del viadotto di Albiano 2020, sono solo alcuni esempi.

Oggi un Nuovo Modello di Sviluppo Sostenibile, dovrebbe essere elaborato per dare concretezza, coerenza e significato al rilancio della nostra economia. Un rilancio, che deve avvenire, attraverso una Agenda Urbana e Territoriale nazionale, che abbia come obiettivi l’uso efficiente delle risorse disponibili e una indagine seria e scrupolosa di quello che realmente necessita nei diversi contesti del territorio nazionale, avendo il coraggio di dire NO ad opere inutili e dannose.

Siamo a conoscenza dell’esistenza di un “Decreto Cantieri”, proposta giacente in Parlamento da pochi mesi, che prevede un commissario con ampi poteri decisionali rispetto agli enti locali. Se ciò corrispondesse a verità, è fondato il sospetto che esiste in Italia chi aspetta le catastrofi come manna dal cielo.

Non possiamo non ricordare il 1° e il 2° Piano Casa del Governo Berlusconi, dove in base al concetto della semplificazione vennero consentiti interventi edilizi “in deroga alle disposizioni legislative, agli strumenti urbanistici vigenti o adottati e ai regolamenti edilizi”. Piani Casa tutt’ora in vigore in tutte le Regioni e che tanti danni hanno provocato nelle nostre città e in tutto il territorio nazionale. Apprendiamo anche dalla stampa di questi giorni, che nella bozza del “Decreto Rilancio”, sarebbe stata inserita una norma dal Ministero degli Affari Regionali e delle Autonomie (Ministro Francesco Boccia) che introduce una sorta di condono edilizio, norma che modifica l’art. 36 della legge n.380/2001, la quale consente la sanatoria in modo permanente degli immobili realizzati abusivamente. Ci auguriamo che non compaia nel testo definitivo del Decreto.

Anche perché l’ultimo rapporto dell’ISPRA 2019 (dati aggiornati al 2017), in cui si afferma che il consumo di suolo in Italia non conosce soste: il suolo consumato è passato dal 2,7% degli anni ’50 al 7,6% nel 2017. In termini assoluti, il consumo di suolo si stima abbia intaccato ormai oltre 23.000 chilometri quadrati del nostro territorio, una superficie immensa, grande quanto l’Emilia Romagna. Mentre una indagine ISTAT ha verificato che nel nostro paese sono presenti 7 milioni di abitazioni vuote.

A nostro avviso è invece necessaria e urgente una maggiore attenzione, e conseguenti investimenti, per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio e del territorio in generale. Senza una nuova mentalità di approccio ai suddetti problemi, e alle azioni che hanno guidato sino ad ora le agende e le pratiche urbane e la valutazione attenta delle Opere Pubbliche necessarie, non vi è futuro per l’Italia. Serve maggiore chiarezza, coerenza e trasparenza, soprattutto nell’espletamento dell’azione politica di governo, che non può che essere conseguenza del dibattito parlamentare e deve tener conto delle tante sollecitazioni che provengono dalla società civile e dal mondo della cittadinanza attiva.

Da una crisi di tale portata si esce tutti insieme, ma con la convinzione che “che non tutto potrà essere come prima”. E’ vitale pensare che ogni intervento che introduca ulteriori norme di ‘semplificazione’ di iter procedurali e di spesa, debba avere come fondamentale elemento di riferimento il “Bene Comune” e non più gli interessi di pochi.Una seria sburocratizzazione è utile e necessaria, se nel ridurre i formalismi e nello snellire alcune procedure, raggiunga l’obiettivo di dare certezza ai diritti dei cittadini e delle imprese, e avere un’amministrazione che funzioni meglio e costi meno.
E’ pertanto necessario mantenere l’obbligo di gare a evidenza pubblica per gli appalti, scongiurando il dilagare della corruzione e garantendo la qualità delle opere, confermando il ‘codice degli appalti’. Per il superamento della crisi socio-economica che inevitabilmente seguirà “all’emergenza coronavirus”, dovranno essere ripensate e messe in campo azioni dirette a realizzare opere pubbliche realmente necessarie allo sviluppo del nostro Paese e a fermare la sua distruzione in termini di ambiente, di paesaggio e di territorio.

Ciò che occorre, a nostro avviso, per rilanciare una economia sostenibile che crei migliaia di posti di lavoro, sono:

  • interventi di riqualificazione e di rigenerazione delle città (senza più espansioni);
  • programmi di messa in sicurezza dell’intero territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico;
  • la bonifica delle aree lasciate nel più totale abbandono;
  • opere pubbliche strettamente necessarie e utili, che escludano la distruzione dell’ambiente e del Paesaggio;
  • seri interventi di edilizia scolastica e sanitaria, privilegiando dove possibile ristrutturazioni e adeguamento delle strutture esistenti;
  • una severa normativa per l’arresto del consumo di suolo;

Non è mai ripetitivo ricordare, a questo proposito, l’art. 9: (” La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della nazione”) e gli artt.li 41 e 42 Cost. che con il nostro impegno quotidiano ci battiamo affinché trovino attuazione.

Vorremmo che le Sue affermazioni e le azioni del Suo Governo, trovassero traduzione nell’orientare tutto il comparto edile verso il riuso dei suoli urbanizzati, la riqualificazione delle città, il rispetto dello splendido Paesaggio Italiano, che tutto il mondo ci invidia, a cui non bisogna infliggere ulteriori devastanti ferite. Pensiamo che per tenere unite salute, occupazione, economia, benessere sociale e tutela ambientale sia necessario impegnarsi per l’attuazione delle azioni previste dall’Agenda 2030, e dare concretezza al Green Deal Europeo, anche sostenendone il rilancio sul piano europeo.

Da queste riflessioni è nata l’esigenza di portare alla Sua attenzione e a quella dei partiti che sostengono il governo da Lei presieduto, le azioni e le metodologie, che noi riteniamo imprescindibili, per il rilancio del Paese dopo l’emergenza sanitaria. Siamo convinti che, passata l’emergenza, i mesi e gli anni che ci aspettano saranno difficili. Dovremo sfruttare questo tempo, tutti assieme, con una visione di medio e lungo termine, in cui trovare le strategie più adeguate, per coniugare progresso e benessere ambientale, sociale e economico. Il nostro paese è di nuovo chiamato ad una prova difficile. Occorre coraggio, lucidità, lungimiranza e una nuova visione, affinché questa esperienza, oltre gli aspetti di dolore che ha toccato tante famiglie, porti i frutti di un nuovo benessere e di una rinnovata coesione sociale per tutti i nostri connazionali di oggi, ma con il pensiero rivolto al futuro delle generazioni più giovani.

Concludiamo questa nostra lettera riprendendone il titolo: “Quando sarà finita non tutto potrà essere come prima” e ricordando quanto affermava Antonio Cederna nel 1961, sulla rivista Casabella: “La lotta per la salvaguardia dei valori storico-naturali del nostro paese è la lotta stessa per l’affermazione della nostra dignità di cittadini, la lotta per il progresso e la coscienza civica contro la provocazione permanente di pochi privilegiati onnipotenti”.

Le auguriamo buon lavoro, Sig. Presidente, perché i difficili impegni di Governo possano essere assolti con la massima chiarezza e trasparenza.

Con sincera cordialità, Noi per la Costituzione
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Un commento

  1. Che la solita prepotenza di pochi privilegiati sia finalmente esclusa dal contesto di una democrazia degna di questo nome!

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