Droni in volo sul Po, i corrieri del futuro

A cura di Pro Natura Torino.

Proponiamo qui una lettera inviata da Emilio Soave per conto di Pro Natura Torino aglli assessori comunali all’Ambiente e all’Innovazione.

“Siamo rimasti alquanto stupiti dalla notizia comparsa su “La Stampa” del 16 ottobre scorso col titolo sopracitato, con cui si annunzia l’intento della Città, di concerto con l’azienda Leonardo, di utilizzare i fiumi di Torino per una “logistica innovativa”, che prevede di sfruttare i fiumi come vie di comunicazione per la consegna delle merci tramite droni, con punti di consegna e di ritiro lungo il Po. Vi si annunzia anche che i primi test potrebbero coinvolgere tratti del fiume Po e dei suoi affluenti tra Moncalieri e San Mauro.

Premettendo che non conosciamo ancora i dettagli di questa proposta che viene annunciata come di “prossima realizzazione”, ci pare necessario evidenziarne non pochi punti critici. In primo luogo i fiumi di Torino sono “corridoi ecologici”, da tutelare e potenziare nel contesto del più ampio progetto Torino Città d’Acque, e non da considerare come corridoi infrastrutturali snaturandole la funzione.
Anche i progetti che concernono la navigabilità del fiume hanno sempre preso in considerazione il tratto di bacino del Po assai più ampio che si sviluppa dal tratto casalese-alessandrino fino al Delta, mentre il tratto più tipicamente urbano del Po non è da ritenersi adatto alla navigabilità turistica e commerciale non solo per lo scarso “pescaggio”, ma anche per i numerosi sbarramenti che lo caratterizzano.
Analogamente anche per un eventuale utilizzo finalizzato al trasporto delle merci mediante droni va rilevata la presenza di molti ponti e traverse che porrebbero molte criticità, anche in rapporto con il tema della sicurezza.

Ma soprattutto, essendo da molto tempo stato riconosciuto il fiume Po con i suoi affluenti nel tratto torinese un fondamentale corridoio ecologico, vanno tenute presenti le interferenze di tale progetto con le rotte dei migratori e con la ricca avifauna che caratterizza in particolare l’area della Confluenza, Zona di Protezione Speciale, oggetto anche dalla Direttiva Uccelli della Comunità Europea. Non riusciamo ad immaginare come si concilierebbe tale progetto con il rispetto di questo grande patrimonio avifaunistico, da potenziare in quanto tale, anziché immaginare di sfruttarlo come fosse una sorta di infrastruttura viaria che lo svilirebbe.

Ultimo, ma non ultimo: il tratto urbano del Po, dalla Diga Michelotti fino a Moncalieri, è caratterizzato da un’intensa pratica sportiva da parte delle Società Remiere, e da reti di fruizione pedonale e cicloturistica che verrebbero sottoposte a forte rischio, che in una visione di tipo “infrastrutturale” ne comprometterebbero la sicurezza e lo stesso valore paesaggistico.

Ci permettiamo quindi di chiedere che, in base ad un principio di cautela, vengano valutati tutti questi aspetti prima di procedere a qualsiasi forma di sperimentazione.