A Roma i cittadini combattono contro la cocciniglia tartaruga

Roma, la cocciniglia tartaruga e i cittadini che salvano i pini. E’ microscopico l’insetto che sta mettendo in pericolo gli alberi simbolo della città eterna. Dopo un’estate trascorsa ad assistere ad un’evidente colonizzazione delle strade e delle pinete della capitale a macchia di leopardo, cittadini attivi della zona di Saxa Rubra decidono di sperimentare un trattamento endoterapico in grado di salvare i pini del proprio ambito di territorio. Un’operazione coraggiosa e importante messa in campo in primis dall’arch. Paolo Salonia al quale qui abbiamo rivolto alcune domande.

A Roma grazie ai cittadini si sperimentano cure innovative contro la cocciniglia tartaruga. Può tracciare un quadro più ampio del fenomeno all’interno del quale Lei in prima persona ha deciso di intervenire?

Sul termine “innovative” vorrei fare subito una precisazione. In realtà il trattamento endoterapico, così come lo stesso fitofarmaco utilizzato, l’abamectina, sono ampiamente conosciuti, normati e utilizzati nella lotta alla processionaria. L’innovazione sperimentale risiede nella loro applicazione come contrasto alla Toumeyella Parvicornis. Gli Organi preposti alla stesura della normativa che certifichi la validità di metodo e di fitofarmaco nei protocolli ufficiali per la lotta di questo parassita non si decidono ad emettere il tanto atteso provvedimento, nonostante la presenza della cocciniglia tartaruga nel nostro Paese risalga ormai al 2015. Inoltre, questi stessi Organi non tengono minimamente nel debito conto gli esiti più che soddisfacenti delle sperimentazioni condotte dalle Università che dimostrano la validità del sistema con i suoi esiti positivi. Il tanto atteso “protocollo” permetterebbe agli Enti territoriali di intervenire, tranne poi insabbiarsi nelle secche della mancanza di risorse, il più delle volte assurdamente distolte per faraonici progetti di ripiantumazione.

La mancanza di una normativa nazionale, autorizzativa di metodo e di fito-farmaco ammesso, sembrerebbe in pratica diventata il gigantesco alibi dietro al quale nascondere questo inaccettabile e colpevole immobilismo. Così accade che a Roma la pubblica amministrazione sia latitante nella difesa del patrimonio verde, mentre viceversa si tagliano quindici pini a via Flaminia senza che i cittadini possano conoscere i motivi di tale scempio. Tanto meno è dato conoscere chi ha concesso il benestare per l’abbattimento della quinta storica di pini domestici di via di San Gregorio. Qui si apre anche la questione dell’informazione al cittadino.

Piccola ma micidiale. Tale il ritratto della cocciniglia tartaruga, l’insetto che rischia di mettere in scacco per sempre le pinete della capitale. Per far fronte ad una situazione che potrebbe diventare sempre più grave, i cittadini della zona di Saxa Rubra hanno iniziato prima degli altri a prendere provvedimenti.

Non sono d’accordo su “…l’insetto che rischia di mettere in scacco per sempre le pinete della capitale…”. Sicuramente devastante, infatti, è l’attività con la quale la cocciniglia tartaruga (Tourneyella parvicornis) sta “democraticamente” uccidendo i pini romani dovunque si trovino, da quelle stesse via Appia Antica e Villa Borghese a San Basilio o a Mostacciano. Dimostrando, con una velocità esponenziale, di essere “tartaruga” solo di nome. Ma lei – anche se odiosa e criminale – si limita semplicemente ad agire come Madre Natura l’ha programmata con una missione biologica assassina da assolvere. Il vero nemico dei pini, e di Roma, è l’immobilismo di tutti coloro che non svolgono il compito per il quale sono pagati con i soldi dei cittadini.

Ci può riassumere le tappe di questa sua coraggiosa ed importante iniziativa?

Ho promosso un’iniziativa civica, lanciando e sostenendo tra i residenti della zona una libera raccolta dei fondi necessari a realizzare un massiccio intervento di trattamento endoterapico per i 500 pini infestati. Alla fine del mese di luglio 2020, a fronte dell’attacco violentissimo del parassita che in pochissimo tempo ha devastato diverse centinaia di pini sull’intero territorio e della particolare situazione della pineta di Saxa Rubra dove abito, ho reiteratamente inviato denunce e richieste di interventi tempestivi ad un ampio spettro di “decisori” pubblici, direttamente responsabili sulla materia, ma queste sono rimaste totalmente inascoltate e prive della benché minima risposta. Ho, quindi, ritenuto di farmi parte diligente, coinvolgendo tutti i residenti dell’area in una azione civica con la finalità di realizzare un progetto di intervento privato sui beni comuni, e quindi pubblici. A questo scopo contattando direttamente una Ditta specializzata in trattamenti endoterapici per ottenere da questa un preventivo di spesa, da suddividere tra i cittadini “di buona volontà” e liberi di aderire o meno. L’idea è stata quella di dare vita ad un intervento che si configurasse come esercizio del fondamentale diritto costituzionale sancito dall’Art. 118 della Costituzione sulla “sussidiarietà”. Per poi farlo diventare modello di governo del verde urbano esportabile in altre zone della città, in forme che potrebbero rappresentare anche un innovativo modello di governo del bilancio pubblico. Per affrontare con intraprese analoghe l’emergenza in tutta la città, ho contestualmente sviluppato un progetto per creare un vasto movimento d’opinione attraverso la formazione di un network di associazioni. Ho lanciato un appello a quante più possibili di esse per coagulare un numero rilevante di persone, singole o associate, che rappresentano ancora quello che resta della coscienza civile, della difesa del patrimonio, antropico e naturale, del paesaggio, in una parola della cultura. Ma anche per riuscire ad organizzare una class-action contro i cosiddetti “decisori” (ir)responsabili, denunciandoli, se esistono i presupposti, anche alla Corte dei Conti per danno erariale (quali saranno i costi per il taglio di migliaia di piante, per la discarica speciale e a norma di legge della legna infetta tagliata, il danno ambientale, paesaggistico e culturale, le necessarie ripiantumazioni di nuovi alberi, ecc. ecc.?), oltre alle normali “omissioni di atti d’ufficio”.

Allargando, come è giusto fare, il tema dal locale al globale, l’emergenza e la diversa visione di città che questa impone sono state inquadrate all’interno di una cornice nazionale di progetti e documenti che sono rimasti unicamente parole sulla carta e non fatti agiti sul territorio. Verso la fine di dicembre 2020, dopo mesi di email continue, solleciti, appelli, alla fine sul c/c appositamente aperto si era raggiunta la cifra necessaria per sostenere l’intero trattamento (parliamo di decine di migliaia di € che al momento sono in cassa a meno di pochissime centinaia di € attualmente in arrivo).

E il 13 gennaio scorso sono iniziati i trattamenti endoterapici con abamectina contro la Toumeyella Parvicornis per i 500 pini di Saxa Rubra, esplicitamente dichiarati nella richiesta di autorizzazione immediatamente concessa da parte del Dott. Messina del Dip. Tutela Ambientale del Comune di Roma. Ma non finisce qui……

I cittadini dunque hanno fatto le veci degli amministratori. Ci può dire quale potrebbe essere l’evoluzione di un progetto così particolare?

Come detto, l’intervento è interamente a carico dei privati cittadini e nulla è rimasto a carico del Comune o del Servizio Giardini. Ritengo che simili iniziative possano – e debbano – svolgere un ruolo significativo di sensibilizzazione e di stimolo per l’opinione pubblica nei confronti di queste problematiche e come segno tangibile ed esplicito di condanna verso l’immobilismo colpevole della Pubblica Amministrazione. Quindi, piuttosto che lasciarsi andare alle sterili e troppo spesso piagnucolose lamentationes, riempire di azioni concrete la giusta protesta, denuncia e condanna.

Come primo obiettivo futuro, spero che questo “modello” possa produrre effetti emulativi in altre parti della città. A questo proposito, rimango a completa disposizione di quanti, singoli cittadini, Comitati e Associazioni, volessero attivarsi nella loro parte di città, o in altri territori, con analoghe intraprese.

Passando dal “globale” al “locale”, nello specifico di Saxa Rubra, non avrebbe senso l’operazione testardamente portata al suo esito se poi tutto si concludesse con l’ultima “siringata” di abamectina.

Dopo di che… il diluvio, nel senso che la Toumeyella Parvicornis, se lo desidera, tra un paio di anni è libera di tornare a fare il suo comodo e la Pubblica Amministrazione, già da subito, può continuare a disinteressarsi del problema e non agire tempestivamente – e soprattutto p r e v e n t i v a m e n t e come i suoi diversi obblighi e competenze imporrebbero. Penso ad un diverso rapporto pubblico/privato, per cui i residenti di Saxa Rubra, che oggi hanno dato dimostrazione di senso civico, senza soluzione di continuità assumano in “adozione” la pineta oggi da loro curata. Ma non nel ristretto perimetro previsto dallo strumento che il Comune possiede (https://www.comune.roma.it/web/it/scheda-servizi.page?contentId=INF51478), piuttosto mettendo in atto una serie di azioni di osservazione preventiva e di segnalazione tempestiva alle Autorità preposte, svolgendo un ruolo di “sentinelle sul territorio”.

Potrebbe indicare chi sta eseguendo il trattamento e con quali prodotti?

Il trattamento endoterapico utilizzando il fitofarmaco abamectina viene eseguito dalla Ditta specializzata La Farmacia del Verde, leader in Italia per la grande esperienza in questo tipo di trattamenti endoterapici e partner dell’Università di Napoli Federico II nelle sperimentazioni che da tempo vengono condotte anche in Roma all’Eur e finalizzate alla definizione scientifica dei metodi migliori per la lotta contro la Toumeyella Parvicornis. I lavori saranno supervisionati dalla Dottoressa Agronoma Sara Sacerdote che garantirà lo svolgimento e il buon esito delle operazioni.

Dalle notizie di cronaca abbiamo contezza del fatto che il Vaticano ha usato tali metodi e anche l’Eur Spa. Da questo punto di vista i cittadini di Saxa Rubra hanno dimostrato di essere allo stesso livello di istituzioni cariche di storia come queste. Qual’e il suo commento su tutta la vicenda?

Come prima considerazione, mi riallaccio al discorso precedente sull’”evoluzione” del progetto realizzato, osservando che sarà fondamentale fornire ai residenti di Saxa Rubra la più ampia consapevolezza di quanto la loro iniziativa possegga un valore straordinario che la pone “allo stesso livello di istituzioni cariche di storia come” il Vaticano e l’EUR SpA che hanno “ usato tali metodi”.

Sono a conoscenza delle iniziative del Vaticano (vero e proprio intervento) e di EUR SpA (sperimentazione insieme all’Università Federico II di Napoli e la Ditta La Farmacia del Verde). Il Vaticano, Stato Estero, agisce con le proprie normative e non è incastrato nell’immobilismo italiano, e dunque può rappresentare un eccellente esempio di come si debba (e si possa) intervenire sul patrimonio arboreo e specificatamente contro questo parassita. La sperimentazione promossa dall’Ente EUR rappresenta un altro valido esempio di un diverso modus operandi, direi di una “buona pratica” che, virtuosamente, unisce ricerca scientifica e, contestualmente, azione di cura con l’obiettivo di validare metodi e procedure in attesa di ulteriori sviluppi migliorativi, in primis l’antagonista biologico.

A fronte di queste due realtà, risulta evidente che l’apertura di un dialogo tra loro finalizzato al tema, mediante i loro scienziati, tecnici e decisori, sia altamente auspicabile perché foriero di situazioni di contesto (non più solamente nazionale, bensì di un internazionale particolare perché appartenente alle stesse latitudini e sistemi ecologici) sia in grado di attivare un processo che contribuisca alla creazione di un diverso approccio e ad una maggiore tempestività decisionale. Quanto in via di realizzazione sui 500 pini di Saxa Rubra grazie all’iniziativa civica dei cittadini residenti, indubbiamente si posiziona all’interno di questo solco.

Nel piccolo (neanche tanto, è questione di fattori di scala) rappresenta ulteriore contributo, sia alla risoluzione del problema locale, sia come produzione di altro dato scientifico (il monitoraggio delle risultanze del trattamento su un campione significativo di 500 pini), sia come testimonianza di una manifesta volontà di partecipazione da parte dei cittadini. Dunque, si può affermare che si tratti di un esempio che sarebbe bene emulare. Per concludere, richiamo quanto scrissi in un articolo comparso sul numero 36 del 4 settembre 2020 del settimanale Left, per contestualizzare l’intera operazione promossa nel mese di luglio passato in un contesto più ampio relativo al significato di partecipazione e di sviluppo armonico della società e degli ambienti urbani.

Si tratta di azioni fortemente armonizzate con l’insieme dei più importanti documenti e raccomandazioni cogenti nel panorama internazionale e ai quali gli Stati si dovrebbero allineare, dalla Carta di Aalborg sulle Città Europee a quella di Lipsia fino all’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 sulla sostenibilità, dalla New Urban Agenda Habitat III dell’ONU alle Raccomandazioni UNESCO sull’Historic Urban Landscape.

Ascoltiamo l’ammonimento di Salvatore Settis quando scrive: “…o il nostro patrimonio nel suo insieme, nel tessuto vivente della città e del paesaggio ridivengono un luogo di coscienza di sé del cittadino e un centro generatore di energia per la polis, o il loro destino è perire…”.
Questo è il punto. Si tratta di una battaglia di civiltà.

Tratto da: https://www.italianostra.org/a-roma-i-cittadini-combattono-contro-la-cocciniglia-tartaruga-intervista-a-paolo-salonia/

Paolo Salonia è un architetto, Past Director of Institute for Technologies Applied to Cultural Heritage of Italian National Research Council – ITABC CNR, Director of Research Associate of Institute Sciences Cultural Heritage – ISPC CNR, ICOMOS IT Advisor and Executive Board member, International Committee of Architectural Photogrammetry – CIPA Expert Member.