Anche a Parma il business legato al dorato mondo del football prevede un progetto per la ristrutturazione dello stadio della formazione locale. E, anche in questo caso, si parla di un grande progetto destinato a diventare una “nuova piazza” fondamentale per l’intera città e una “restituzione alla cittadinanza”.
Frasi ad effetto che non paiono però rispondenti alla realtà, come facilmente desumibile da quanto illustrato dal rendering del progetto che mostra un futuro luogo non “per” i cittadini ma solo per i cittadini “consumatori”, con un piazzale di asfalto compreso tra due ingombranti rampe di accesso al primo piano della struttura, dubbi sulla sicurezza, pertinenze che non rispondono alle caratteristiche di sostenibilità e inclusione dichiarate tra gli intenti del proponente e puntualmente sostenute dall’amministrazione comunale, assenza di aree verdi, tanto e tanto cemento.
Il Comitato Tardini Sostenibile, formato da più di un migliaio di aderenti e guidato da professionisti, avvocati, esperti in diritto amministrativo, urbanisti, architetti, ingegneri, docenti universitari ha analizzato a fondo la proposta progettuale e realizzato un dettagliato dossier in cui viene ripercorsa la storia di questo tempio del pallone, le vicissitudini giudiziarie che hanno caratterizzato il suo ampliamento e la crisi finanziaria del Parma Calcio, il suo fallimento, la costituzione di una nuova società ripartita dalle serie minori e tornata ai fasti della massima serie (ma in odore di retrocessione nelle prossime settimane).
Il Comitato giudica il progetto come un intervento fortemente invasivo che ipotecherà il futuro di un intero quadrante della città e dei suoi abitanti per molti decenni e ritiene sia da considerare come un preciso diritto un confronto preliminare tra istituzioni e cittadinanza.
Qui potete leggere e scaricare il dettagliato dossier prodotto dal Comitato Tardini Sostenibile.
Penso che questa opera non sia razionalmente proponibile, che non debba essere fatta, che sia giunto il momento giusto per affermare che non si vuole uno stadio in centro città e in mezzo alle case, e che il tutto sembra essere stato concepito in spregio delle leggi.
La reazione giusta e’ proprio “Non fatelo, o fatelo ALTROVE”, come gia’ suggerito.Francesco