A dicembre attiva la nuova Soprintendenza speciale per la gestione dei fondi del Pnrr

Il MIC-Ministero della Cultura ha reso note le graduatorie degli esperti (architetti, archeologi, avvocati e ingegneri) tra i quali verranno selezionati i 35 soggetti a cui verrà conferito l’incarico di gestire – fino al 31 dicembre 2026 – la nuova Soprintendenza speciale che dovrà occuparsi della corretta e rapida “cura” dei fondi dedicati alla cultura e di tutti i progetti previsti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

Dal 9 al 15 novembre i 66 candidati inseriti in graduatoria (su 332 curricula ricevuti) dovranno sostenere un colloquio con la commissione per la valutazione finale. E’ previsto che la segreteria
tecnica possa iniziare ad operare già dal 1° dicembre.

In questo nuovo “strumento” gestionale passeranno quei progetti infrastrutturali del Pnrr – di interesse statale o che riguarderanno almeno due soprintendenze territoriali – che prevederanno una Valutazione di Impatto Ambientale.

L’obiettivo esplicito di questa nuova “Task Force” è di rispettare il cronoprogramma previsto dal PNRR e per raggiungerlo si è ritenuta indispensabile la riduzione dei tempi per i pareri dovuti dalle Soprintendenze, a cominciare dai dieci progetti indicati nell’allegato 4 al decreto legge 77: sei ferrovie (Palermo-Catania-Messina; VeronaBrennero; Salerno-Reggio Calabria; Battipaglia-Potenza-Taranto; Roma-Pescara; Orte-Falconara); un’opera di derivazione sulla diga di Campolattaro, in Campania; la messa in sicurezza e ammodernamento del sistema idrico del fiume Peschiera, nel Lazio; il potenziamento delle infrastrutture del porto di Trieste, la realizzazione della diga foranea a Genova.

La creazione di questa Soprintendenza speciale ha creato preoccupazioni e malumori all’interno tanto delle forze sindacali quanto di quelle ambientaliste, che hanno sottolineato come i poteri di intervento sostitutivi sulle Soprintendenze territoriali rappresentino una forma di “commissariamento” di fatto, un’operazione che servirà come foglia di fico alla cosiddetta semplificazione nel rilascio dei pareri di VIA, bypassando norme essenziali per la tutela del patrimonio archeologico. Così come, in nome della transizione ecologica, si rischia di indebolire l’azione di controllo a tutela del paesaggio.