Rinnovabili, assalto alle terre rare in Italia?

di Fabio Modesti.

Tra le fonti energetiche rinnovabili la geotermia italiana ha una sua storia. Ma ora da quei giacimenti, soprattutto in Italia centrale, si parte per ricavarne litio, una delle terre rare necessarie per una transizione ecologica sempre più difficile. Con tutti i rischi per risorse naturali e paesaggio.

Ci siamo. Dopo l’invito della presidente della Commissione UE, Ursula von Der Leyen, a tutti i Paesi dell’unione affinché, dopo aver chiesto di riempire i territori di impianti di energie rinnovabili dovunque e comunque, si attivino per la ricerca di terre rare nei propri territori, ecco arrivare le prime richieste di esplorazione in territorio italiano. La notizia è di qualche giorno fa e la nostra fonte è “Thinkgeoenergy – Notizie sull’energia geotermica”: la società mineraria australiana Altamin ha annunciato la richiesta di due licenze esplorative (EL) nel Lazio. Altamin è titolare del “Gorno Zinc Project” (progetto di ripristino delle attività di estrazione della miniera di zinco sita in località di Gorno, in provincia di Bergamo, chiusa nel 1982) ed ha un portafoglio di altri progetti di esplorazione mineraria nel nord Italia e in Australia. Le richieste di autorizzazione riguardano siti geotermici a Campagnano romano (circa 1.200 ettari) ed a Galeria (2.040 ettari). Nel primo sito è già stata rilasciata un’autorizzazione di prospezione alla società Vulcan Energy Resources per produrre litio da salamoie geotermiche.

Che cosa diranno le popolazioni?

Il litio è incluso, insieme al cobalto, nell’elenco dei 30 materiali critici stilati dall’Unione Europea per la loro importanza economica e rischio di approvvigionamento. Le salamoie geotermiche ricche di litio rappresentano una risorsa potenziale non sfruttata in Europa. Ci si chiede quali saranno le reazioni delle popolazioni e delle amministrazioni locali interessate dalle nuove prospezioni oppure dal ripristino di miniere chiuse. Già sulla produzione di energia geotermica in Toscana si sono formate a livello locale schiere di associazioni e cittadini che chiedono la moratoria di autorizzazioni. In particolare Italia Nostra ritiene che in Toscana oltre all’aria insalubre determinata dalle emissioni delle centrali geotermiche vi siano rischi per la salute a causa dell’inquinamento dell’aria da rilevanti quantitativi di mercurio, radon, arsenico, boro, antimonio, idrogeno solforato e anidride carbonica, della diminuzione di risorse idriche, acque potabili e termali e dell’aumento della presenza di sostanze inquinanti quali boro e arsenico e della subsidenza. La possibilità di trovare riserve di litio, per lo sviluppo di energie rinnovabili, legate alle salamoie geotermiche ad alta salinità è stata verificata a Cesano, a nord di Roma, dove un test ha prodotto salamoie da una profondità di 1.390 m con un contenuto di litio di 350 mg/l e 380 mg/l. Concentrazioni medie di litio superiori, ad esempio, ai 200 mg/l delle salamoie del giacimento geotermico di Salton Sea in California, considerata la risorsa di salamoia di litio più significativa negli Stati Uniti.

La transizione ecologica col sedere degli altri

Finora la transizione energetica ed ecologica europea si sta compiendo, con obiettivi poco realistici di decarbonizzazione a distanze temporali molto prossime, con l’estrazione di terre rare – come litio e cobalto – da siti localizzati in altre zone del mondo, in particolare nei paesi africani. Sono le materie prime per la produzione di batterie delle auto elettriche e degli smartphone ed utilizzate per moltissime ulteriori applicazioni “green”. Lì ad estrarre nelle miniere in galleria o a cielo aperto ci vanno i bambini ed i poveri cristi sfruttati e sottopagati e per questo il costo delle materie, pure in sensibile crescita sui mercati internazionali, è relativamente basso. Ma la folle richiesta di approvvigionamento aumenta ogni mese ed è necessario andare a scavare dovunque sia possibile per portarle alla luce. Sarà questa, insieme al contrasto all’impazzimento da rinnovabili dovunque e comunque, la prossima battaglia per la tutela del paesaggio e delle risorse naturali in questo Paese e nell’intera Unione europea? Una battaglia, che a ben guardare la mappa della geotermia italiana prodotta da Altamin, potrebbe non coinvolgere il sud del Paese – se non per alcune zone della Campania, della Basilicata e della Sicilia –, concentrandosi in particolare nel centro Italia.