Aree umide del Veneto: un mondo diverso

Un incontro e una mostra di Salviamo il paesaggio Asolano e Castellana in collaborazione con Salviamo il paesaggio Mogliano.

Venerdì 25 marzo, alle ore 18, presso la saletta Guidolin della Biblioteca Comunale di Castelfranco Veneto si terrà l’incontro “Cave, golene, lagune e… presenze umane nel mirino di un fotografo” a cura del fotografo naturalista Paolo Spigariol, organizzato da Salviamo il Paesaggio Asolo e Castellana in collaborazione con Salviamo il paesaggio Mogliano (Comitato a difesa delle Cave di Marocco), l’associazione IAMS, la biblioteca di Castelfranco Veneto e il patrocinio del Comune.

L’incontro è ad ingresso libero fino ad esaurimento posti ed introduce l’inaugurazione della mostraAree umide del Veneto: un mondo diverso” realizzata da Salviamo il paesaggio Mogliano, col contributo dei soci Coop Alleanza 3.0.
La mostra sarà allestita nella galleria della Coop di Castelfranco V.to e resterà esposta al pubblico dal 26 marzo al 9 aprile, negli orari di apertura del negozio (per info. Morena 3487249102).

Le immagini del fotografo Paolo Spigariol e i testi di Paolo Favaro (Salviamo il paesaggio Mogliano) ci introducono nel paesaggio di alcune aree umide del Veneto catturate dal mirino del fotografo nel corso del 2019.
Aree come il Bosco delle Lame (Concordia Saggittaria-VE) l’Oasi Lycaena (Salzano-VE) il biotopo del Fontanazzo (Grigno-TN) l’Oasi di Gaggio (Marcon-VE) di recente ampliata e quello dell’Oasi cave di Noale recuperate o salvate da un’oculata collaborazione tra Comuni, Province, storiche associazioni vocate alla difesa dell’Ambiente come LIPU e WWF ed il Consorzio Acque Risorgive.

Fino agli inizi del XIX secolo, nell’Europa occidentale le lagune, gli stagni, le torbiere, le marcite, le grandi aree golenali, erano considerati come luoghi ostili, contrastati dall’attività dell’uomo per recuperare terreni utili a fini produttivi. Con la firma della Convenzione di Ramsar nel febbraio del 1971 venne riconosciuta a livello internazionale l’importanza delle zone umide, sia da un punto di vista naturalistico per l’eccezionale biodiversità che le caratterizza sia da un punto di vista di termoregolazione del clima, essendo degli straordinari serbatoi di cattura dell’anidride carbonica.

Nella nostra zona le aree umide sono rappresentate dai “fontanassi” molto diffusi lungo la linea delle risorgive tra i comuni di Vedelago, Castelfranco e Resana, dove nascono il fiume Sile, lo Zero, il Dese, il Marzenego. Dei fontanassi del Dese, dello Zero e del Marzenego che sgorgavano nei territori dei Comuni di Castelfranco e Resana, non resta quasi più alcuna traccia, “risanati” dall’attività di rettifica e bonifica dell’uomo, intubati e/o incanalati nelle acque di altri corsi d’acqua superficiali.
I fontanassi del Sile, invece, sono stati salvati dall’istituzione del Parco Regionale del fiume Sile nel 1994 ma oggi la loro sopravvivenza è minacciata dai cambiamenti climatici e dalle maggiori pressioni antropiche.

Auspichiamo che questa occasione oltre a permettere di capire l’importanza delle aree umide, sia di stimolo per una riscoperta e una valorizzazione di analoghe realtà anche nella nostra zona.