Abbattimento Alberi Villa Pamphilj ph Italia Nostra Roma

È ora di applicare il Regolamento del verde e del paesaggio di Roma Capitale e non di cambiarlo

Italia Nostra Roma

Comunicato stampa dell’11 dicembre 2023

Roma non può più aspettare. Questa urgenza è emersa chiaramente durante l’incontro cittadino, in difesa delle alberature, che si è svolto domenica 10 dicembre a Largo Ravizza con la partecipazione, in collegamento da Varese, del noto dottore agronomo Daniele Zanzi.

Italia Nostra Roma ha preso parte, insieme ad altre associazioni, al lungo lavoro per la redazione del testo di questo Regolamento del Verde e del Paesaggio, divenuto vigente da maggio 2021.

Pensavamo che da quel momento, con l’introduzione di regole certe, il “far west” fosse archiviato per sempre. Ci sbagliavamo e oggi accusiamo l’amministrazione, innanzi tutto, di “furto di speranza”. Dopo lo shock per gli abbattimenti dei pini di piazza Venezia, i tagli indiscriminati continuano ovunque e oggi Italia Nostra deve necessariamente essere con i tanti cittadini di Monteverde che esprimono sofferenza e sgomento per questi continui abbattimenti.

Italia Nostra Roma CHIEDE che l’amministrazione adempia finalmente all’obbligo di realizzare e rendere accessibile il censimento completo degli alberi come previsto dal Regolamento del Verde e che i vari interventi di abbattimento, potatura o cure, per ogni singolo albero, vengano registrati in un fascicolo elettronico, aperto a tutti, che ne rappresenti la storia e che permetta di risalire, se ce ne fosse bisogno, ad eventuali responsabilità. Vanno inclusi nel fascicolo anche gli interventi di scavo, visto che a Roma esiste un apposito Regolamento.

Le questioni affrontate durante l’incontro di Largo Ravizza che impongono un serio cambio di passo sono le seguenti:

1 –ABBATTIMENTI: BILANCIO PASSIVO

Da un recente accesso agli atti, richiesto da consiglieri di opposizione, è risultato che dal 2021 al 26 settembre 2023 a Roma ben 17.825 alberi sono stati tagliati a fronte di 2.403 nuovi alberi messi a dimora.

2- LA PAROLA DELL’ESPERTO

Durante l’incontro di domenica è intervenuto anche il noto dottore agronomo Daniele Zanzi, responsabile dell’ISA (International Society of Arboriculture), nonché fondatore dell’European Arboricultural Council, dove ha contribuito a mettere a punto standard operativi come la VTA (Visual Tree Assessment) su cui, purtroppo, si basano quasi tutte le perizie agronomiche attuali. Zanzi stesso ha sottolineato come questa si sia trasformata in uno strumento “applicato a casaccio”, cioè “visual” viene interpretato come valutazione stabilita da una semplice “occhiata” che troppo spesso diventa sentenza di morte per l’albero, quando invece i protocolli della VTA prevedono tutta una serie di analisi strumentali.

Questo modo di agire continua ad avvenire nonostante una importante sentenza del Consiglio di Stato di fine 2022 abbia stabilito che per abbattere un albero occorre dimostrarne in modo certo il grave e attuale pericolo.

“Albero a fine ciclo” per Daniele Zanzi è l’ultima insensata giustificazione delle amministrazioni. Alberi di 10 anni possono essere già vecchi e alberi di 150 anni essere vivi e vegeti. “Non possiamo parametrare con questi slogan antropocentrici la vita di un albero. Dovremmo allora abbattere le foreste millenarie”?

Sempre Daniele Zanzi ha reso nota l’importante novità che oggi disponiamo di un algoritmo messo a punto dal Ministero dell’Agricoltura e Foreste degli Stati Uniti, chiamato i-tree che calcola il danno ambientale ed economico di un albero abbattuto, in termini di carbonio sequestrato, ombra, ruscellamento delle acque, ecc., mettendo in rapporto l’altezza ed il diametro dell’albero. Dunque sappiamo con certezza che non basta sostituire un grande albero che supera i 20 metri di altezza con un nuovo giovane albero di 10 cm di diametro perché per compensarne il volume d’ossigeno e la CO2 assorbita dalla pianta, di nuove piantumazioni ce ne vorrebbero ben 472. Dove lo troviamo lo spazio?

E ripetiamo ancora che a Roma, da quanto appunto è emerso dall’accesso agli atti di cui sopra, a fronte dei 17825 abbattimenti dal 2021, solo 2403 sono stati messi a dimora. La maggior parte dei quali sono già morti perché non c’è controllo sugli appalti.

I cittadini non credono più ai tanto pubblicizzati programmi di “forestazione urbana” perché è sotto gli occhi di tutti che le strade romane di oggi sono una lunga e desolata infilata di ceppaie e spazi di pertinenza degli alberi vuoti, secchi e pieni di immondizia.

3 – STILLICIDIO. Un pezzetto alla volta si cancellano per sempre le grandi alberature

Pini abbattuti a San Pancrazio, a villa Pamphilj, a Largo Ravizza.

In via Virginia Agnelli, mesi fa, le motoseghe sono state fermate perché si è scoperto che addirittura mancavano alcune perizie, ma ciò non è bastato a salvare quei bellissimi pini, abbattuti proprio in questi giorni. E poi c’è l’incubo di tutti gli olmi di via Ozanam che saranno abbattuti a breve e che erano stati appena potati durante l’estate e, se ne deduce, in modo errato.

 E si teme per il pino di S Giovanni di Dio, un albero che per i residenti ora ha anche un valore simbolico perché è emerso che è l’ultimo rimasto della distesa dei Pamphilj che donarono quell’area inizialmente per la costruzione di una scuola.

4 – POTATURE

Le potature sono sempre eccessive e totalmente al di fuori di quanto prescritto dalle varie normative a livello europeo e nazionale, recepite dal Regolamento del verde comunale. Potature che, come è noto, privano l’albero delle capacità energetiche e lo condannano a morte prematura.

CONCLUSIONI

Le grandi alberature romane sono un patrimonio dal valore incommensurabile: a quello paesaggistico oggi possiamo sommare quello ambientale e quello economico. In passato molte furono pensate con criteri di architettura del paesaggio da importanti progettisti, ma altre furono piantate semplicemente per abbellire le strade, in anni in cui l’amministrazione comunale forse sentiva di dover rimediare con la bellezza arborea ai brutti palazzoni che andava costruendo per soddisfare la crescente domanda spinta dal boom demografico.

Non accettiamo che questa ricchezza composta da una grande varietà arborea con il pino domestico sovrano assoluto del paesaggio romano, ci venga sottratta.

Italia Nostra Roma è a fianco dei numerosi cittadini che si mobilitano, a Monteverde e in tutta la città, contro i continui abbattimenti.

roma@italianostra.orgwww.italianostraroma.org