Roma moderna copertina

Mezzo secolo dopo: “Roma moderna” ci parla ancora del nostro futuro

Segnaliamo l’iniziativa di presentazione della nuova edizione ampliata del saggio “ROMA MODERNA” di Italo Insolera, che si svolgerà il 26 marzo, alle ore 17.30, presso l’associazione culturale Enrico Berlinguer, Viale Opita Oppio 24.

Comunicato di: Paolo Berdini per Roma La Città Pubblica e Anpi Cinecittà Quadraro

A marzo 2024 esce la nuova edizione dello storico insuperato saggio di Italo Insolera su Roma, curata dal collega, amico e collaboratore Paolo Berdini: ne discutiamo con lui insieme a studiosi, cittadini, associazioni, in collaborazione con l’Associazione Enrico Berlinguer, la Sezione ANPI Nido di Vespe Quadraro, il Comitato per il Pratone di Torre Spaccata; partecipa Fabio Sebastiani che cura la diretta radio web su Radio Mir.

“Molte cose succedono in cinquant’anni, scrive Italo Insolera in apertura della premessa per l’edizione di Roma moderna del 2011, l’ultima con lui ancora in vita. Succede che le città mutano il proprio volto. Succede che il clima culturale che alimenta i progetti urbani muti radicalmente.

La prima edizione del volume era uscita nel 1962. Tre anni prima era stato pubblicato un numero monografico della rivista dell’Istituto nazionale di urbanistica dedicato a Roma. Vi scrissero i migliori urbanisti e architetti italiani.

Leonardo Benevolo e Ludovico Quaroni. Mario Coppa e Michele Valori. Insolera aveva compiuto trenta anni, era il più giovane del gruppo ma svolge la parte del protagonista. (…)

Urbanistica era la rivista ufficiale dell’Inu. Ne era presidente Adriano Olivetti, morirà nel 1960. Insolera già collaborava con l’altro fondamentale periodico del pensiero olivettiano: Comunità. Nella “Città dell’uomo” Olivetti scriveva “il piano è un atto di civiltà, un atto di amore verso un paesaggio e un atto d’amore verso un gruppo di uomini”. Negli anni cinquanta, dunque, la cultura si cimenta nel tentativo di dare un volto umano, la comunità, ad una città capitale cresciuta troppo in fretta e male.

Uno dei successi più straordinari scaturito da quel contesto culturale prende forma nel 1981, (…) quando avvenne la prima chiusura domenicale di via dei Fori Imperiali. “Prima i monumenti delle automobili” si disse.

Protagonisti di quello storico risultato furono Antonio Cederna, Adriano La Regina, Italo Insolera e i due sindaci che avevano creduto alla proposta: Giulio Carlo Argan e Luigi Petroselli. La prima chiusura simbolica sembrava delineare un futuro in cui tutto sembrava possibile.

Di sogni altrettanto nobili era del resto pieno il paese. Nel 1978 venne approvata la legge Basaglia che chiudeva secoli di cultura della segregazione della malattia mentale. Nello stesso anno è istituito il servizio sanitario nazionale. Negli anni ’70 viene profondamente innovato il sistema scolastico dell’obbligo. Nel campo dell’urbanistica, alla fondamentale legge sugli standard urbanistici, e cioè il riconoscimento del diritto di ciascun cittadino ad avere verde e servizi pubblici, si accompagnarono in quegli anni le più importanti leggi di riforma.

Negli anni ’80 matura la svolta culturale che tuttora viviamo. Il sistema del welfare urbano inizia ad essere eroso, mentre le leggi di riforma urbanistica vengono sistematicamente smantellate. I piani urbanistici che tanto avevano interessato le migliori intelligenze di cui parlavamo, oggi non esistono più. Una serie di leggi derogatorie consentono infatti di intervenire nelle città a prescindere dalle regole degli strumenti urbanistici. Le città sono governate dalla convenienza economica dei protagonisti in campo, e cioè dalla proprietà fondiaria e dai fondi di investimento internazionali. Diritti collettivi, vivibilità e bellezza divengono lontane chimere. (…)

(…) In poco più di venti anni, a partire dal 2000 l’economia dominante ha diffuso nella campagna romana oltre 50 grandi strutture commerciali che oltre a contribuire alla frammentazione urbana, hanno anche causato la rarefazione del tessuto commerciale delle periferie, specie di quelle più lontane. La convenienza economica ha trasformato nel profondo la città senza che alcuna regola urbanistica potesse porvi argine.

Sempre a partire dal 2000, il fenomeno del turismo di massa ha cambiato profondamente la città storica. Dopo la parentesi Covid, a Roma giungono più di 50 milioni di presenze turistiche all’anno. 150 mila persone ogni giorno che snaturano il centro ridotto ormai ad una fila ininterrotta di locali per la somministrazione di cibo. La sera e la notte, molti quartieri sono preda di ogni tipo di degrado. Il centro storico è diventato un luna park. (…)

(…) Il ragionamento sulla cesura che si è prodotta nella cultura urbana liberale era già presente nell’edizione 2011. Appena chiusa la stesura di quella edizione era stato Insolera a sollecitare di approfondire le radici dei mutamenti culturali intervenuti. Disse che dovevamo iniziare dal pensiero e le idee per Roma capitale di Quintino Sella. Non ne ebbe il tempo. Quel percorso appena avviato è parte integrante di questa nuova edizione di Roma moderna. (…)

(…) Un ringraziamento va infine alle persone e ai gruppi che da tante zone di Roma mi hanno coinvolto nei loro sogni per una città migliore e nelle vertenze contro la famelica speculazioni. Mi hanno permesso di comprendere che l’immagine della Roma luccicante e patinata che ci viene proposta dal mercato turistico internazionale nasconde il vuoto drammatico di prospettive che vivono le periferie abbandonate a sé stesse. Roma moderna deve ancora diventare capitale.”.

(Paolo Berdini, Premessa alla nuova edizione ampliata, marzo 2024)

L’evento del 26 marzo potrà essere seguito anche in diretta streaming su questa pagina.

Per info: mariomusumeci53@libero.it / 3490974286