Oro (Lecco): come stravolgere il paesaggio di un piccolo borgo antico

Oro è una frazione di Bellano (Lecco) e sorge sul sentiero del viandante; contrariamente ad altre frazioni (Bonzeno, Costa, Ombriaco), mantiene la sua caratteristica di piccolo borgo, le ristrutturazioni sono state fatte in alcuni casi mantenendo ove possibile anche tetti, pavimenti e infissi, rimangono anche delle vecchie cascine utilizzate per l’attività agricola.

Lungo un sentiero apparentemente inaccessibile abbiamo la vecchia filanda. Infatti l’economia locale si basava essenzialmente sui bachi da seta, oltre naturalmente all’allevamento, alla coltura della vite e dell’ulivo grazie a una felice esposizione.

Attualmente assistiamo a una ritorno alla coltura dell’ulivo (tanto che i proprietari dei terreni si aiutano secondo le antiche usanze nella potatura e nella raccolta). Ci sono stati alcuni tentativi di allevamento di capre (falliti per mancanza di costanza). Sono nati nel frattempo alcuni bed-and-breakfast e, a tale proposito, si segnala l’ottima ristrutturazione di una grande casa visibile dal lago per le dimensioni e il colore bianco, adibita appunto attualmente a B&B.

Nel 1997 si verificò una frana causata dall’esondazione anche del torrente dei mulini e questo impedì per alcuni anni che la zona venisse considerata interessante per la speculazione edilizia di cui esiste un progetto in qualche cassetto relativamente a un’ampia area a nord, proprio nella zona in cui si trova la vecchia filanda.

Nel 2010 circa si verificò un’altra piccola frana che portò con sé la camera da letto di una casa sottostante, fortunatamente vuota, causata da una strada in cemento che permette di raggiungere una nuova costruzione (ovviamente di speculazione nata su una vecchia casetta): la strada ha occluso quella che i vecchi chiamavano una sorgente traditrice, che appunto ha tradito ed è esplosa (acqua che compare o scompare a seconda delle piogge più o meno forti nell’anno).

Ora ad essere interessata alla speculazione è una casetta che sorge lungo uno dei due sentieri che rappresentano le strade del paese, sotto il sentiero del viandante. Fino ad oggi (dal 1997 circa) è rimasta abbandonata e vuota, il tetto è stato rifatto come si può vedere da una delle foto allegate. La ristrutturazione consisterà nell’abbattimento e nella ricostruzione di due appartamenti. Quello che preoccupa è sia la volumetria che sicuramente non rimarrà la stessa (sembra che il progetto preveda di scavare sotto la casa oltre ad abbassare la volta di quella che attualmente è una cantina), sia il fatto che queste ristrutturazioni non tengono conto della caratteristica dei paesaggi e dei luoghi, sicuramente verrà modificata la facciata: in realtà non si tratta di ristrutturazioni ma di abbattimenti e rifacimenti con conseguente aumento della cementificazione e perdita dei materiali di costruzione locali che permettevano ad esempio alle case di rimanere fresche in estate. Il rischio è lo stravolgimento e la difformità del paesaggio che almeno fino ad oggi ha mantenuto delle caratteristiche di uniformità.

Si consiglia di osservare attentamente dal lago la zona per vedere lo scempio che è stato fatto in alcune zone vicine a Oro e come invece la frazione presenta al momento una uniformità che la contraddistingue dal resto. Dal sentiero del viandante la cui parte asfaltata recentemente termina con un posteggio nella frazione di Oro, si arriva a Dervio e poi avanti fino al termine del lago e anche oltre lungo la strada dei contrabbandieri e dei pastori.

Tutta la zona dovrebbe essere preservata mentre in realtà assistiamo al totale abbandono dei terreni che guardano verso il lago con caduta sassi, intasamento delle valli con rami e alberi caduti e rischio anche per i pochi che ancora coltivano un po’ di terra.

Preservare la zona potrebbe permettere anche di creare molto lavoro (visite guidate, trecking, ricezione turistica in B&B, agriturismi, allevamento, ecc), come ampiamente sviluppato da una giovane della zona nella sua tesi di laurea che propone sviluppo turistico sostenibile contro la cementificazione.

R. Dosualdo

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