Palinuro, la politica del Parco dopo il 2010

villaggio

Il piano urbanistico comunale di Palinuro, di cui si sono perse le tracce, pare sia concluso, e impacchettato pure. Anche di quelle 110 costruzioni previste dalla Provincia per elargizione ai partiti di maggioranza sotto forma di quota tessera.

A riguardo come già si è avuto modo di notare, l’on. Antonio Valiante fu perentorio nel convegno del 27 settembre u.s. a Palinuro: <<siamo chiari, le strutture recettive a rotazione d’uso (cioè case turistiche che chiamano con termini esoterici) si possono concepire solamente nella località di Palinuro per il Comune di Centola>>, per il quale territorio il pensiero dello scrivente presente andò subito all’ex area del club.

Andò lì il suo pensiero, anche grazie al sequestro di quell’area avvenuto in ottobre del 2010. Ad un  mese del delitto Vassallo e dopo che in giugno dello stesso anno la politica istituzionale del Comune, in sintonia con altri uffici, ne avevano arrotato gli arnesi del sequestro.

Con depistaggi e deviazioni, alla stregua del più torbido periodo della giustizia circoscrizionale degli anni 70′ e 80′ e gli inizi del 90′. La casistica del crimine asserisce che l’autore del delitto ritorna sempre nel luogo, dove ha commesso il gesto criminoso. Alla luce di questa massima, ne dovrebbe conseguire che le costruzioni siano state ipotizzate nel p.u.c. proprio in quell’area sequestrata.
Se così fosse, nel disegno di farne sequestrare gli abusi edilizi di vent’anni fa, più che quest’ultimi vi potè l’interesse delle aree nude di alto pregio ambientale di circa 12 ettari.
A questo punto tutto ci è più chiaro.
Ci è chiaro l’uso politico della giustizia, lo smantellamento avvenuto dell’ufficio tecnico di Centola e di altri uffici, quali centri nevralgici della decisione burocratica dopo quella istituzionale garantita. Ci è chiaro pure che dal quel 2010 il parco è stato smantellato in più comuni come quello del Comune di Centola.
Non interessa la priorità nei piani della riqualificazione dell’esistente, e che essa si accompagni al patrimonio storico e culturale con il riassetto idrogeologico dei territori. Nulla di tutto questo.
I fari della politica sono puntati semmai all’utilizzo dei fondi per propri ed esclusivi interessi, con consulenze attrezzate in Bruxelles tramite gli sportelli regionali. Alla rottamazione alberghiera che ne pianifichi l’interesse del riciclaggio sia interno che esterno del Cilento.
Questo “Dopo” può essere utile a quello avvenuto nel 2010 e alla ricerca della verità.

Con Vassallo il “Dopo” non sarebbe mai nato.

Stop al consumo del territorio
Luigi Speranza

3 commenti

  1. Buongiorno.
    Posso dire che da bresciano (ma anche da cronista) non si capisce molto di quello che è stato scritto, dei precedenti e della vicenda in sé?
    Ma la Redazione svolge un controllo o lascia mano libera?
    Andrea

  2. Quando ci libereremo per sempre di questi figuri? Non ne possiamo più, sono esseri inutili e dannosi, stile parassiti o virus.

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