A San Giovanni in Marignano (Rimini) si sta preparando una colossale cementificazione del territorio. Il piano attuativo del comparto C2-4 (il Compartone, nella zona dietro alle poste) sta per essere approvato dall’attuale Amministrazione Comunale. In fretta e furia e … in sordina …senza un percorso pubblico di informazione e partecipazione (vedi la variante al PRG adottata dal Consiglio Comunale lo scorso 9 febbraio). Cosa singolare visto che si tratta di un insediamento di 18 ettari che modificherà in profondità gli assetti socio-demografici del paese.
Il Compartone porterà a San Giovanni oltre 1500 persone nel giro di pochi anni, senza infrastrutture e servizi adeguati. Un intervento 10 volte più grande di quello realizzato nei pressi del Superconad!
La parte pubblica dell’insediamento ora consiste solo nell’ipotesi della proprietà pubblica di alcuni terreni. Ma se, quando e secondo quali modalità verrà realizzata effettivamente è tutto da decidere.
E’ assente un piano di edilizia popolare lungimirante e credibile. Addirittura pare che si intenda spostare la parte pubblica altrove, prevedendo così nuove lottizzazioni ed il consumo di ulteriore territorio. Questo per ridurre la densità abitativa del compartone!
Anche il Piano Strutturale Comunale (PSC) di prossima approvazione prevede ulteriori pesanti ambiti insediativi: 150 a San Giovanni, vicino alla curva della circonvallazione, 60 a Montalbano, 40 a Santa Maria e 26 a Pianventena. Per un totale di oltre 3.000 nuovi abitanti nei prossimi dieci, quindici anni (Compartone + attuazioni vecchio PRG + PSC).
Tutta questa cementificazione del territorio serve alla gente di San Giovanni ? Serve alle famiglie, alle persone, alle imprese ? NO! Anzi questi dovranno subirne l’impatto in termini di inadeguatezza delle strade, del sistema fognario, delle scuole e dei servizi sociali in genere.
L’Amministrazione Comunale ha deciso di realizzare un quartiere dormitorio sul modello delle periferie metropolitane senza prevedere negozi, bar, luoghi di socializzazione e senza parlarne con i cittadini. Il centro commerciale del compartone verrà spostato sulla via Al Mare, già gravemente penalizzata da ingorghi e traffico caotico. Il parco pubblico previsto ha una forma anomala e frazionata che sembra impedirne il futuro utilizzo per manifestazioni ed eventi a beneficio della collettività. Non esiste un serio piano della viabilità futura, che simuli gli impatti del traffico veicolare (ne faranno le spese via Mazzini, via Gobetti, via Crispi…). Si dice che la mirabolante variante sulla SP 58 potrà risolvere tutti i problemi ma pare che la provincia non abbia nessuna intenzione di farla nel breve termine … Manca infine uno studio sulleripercussioni sociali derivanti da un aumento demografico così massiccio in un periodo di tempo relativamente breve e dalla concentrazione di così tante persone in un’unica area del territorio priva di altri servizi.
In questa partita, sono stati salvaguardati gli interessi collettivi e dell’ambiente, oppure l’ha fatta da padrone solo l’interesse privato ? E’ vero che il progettista incaricato dal Comune verrà pagato dalla società immobiliare che costruisce il compartone ? E’ vero che un assessore all’interno delle Giunta Comunale ha stretti legami con una delle società proprietarie dei terreni del compartone? E’ vero che grazie al PSC verrà favorita la “regolarizzazione” di alcune lottizzazioni abusive che da anni sono in sospeso? L’Amministrazione Comunale deve fare chiarezza, per consentire alla popolazione di valutare se l’interesse pubblico venga davvero tutelato, se si stia configurando un conflitto d’interessi e avere opportuni elementi per giudicare serenamente dell’operato dei suoi amministratori, specie in tempo di elezioni.
Dato che ci sono evidenti nodi politici irrisolti sulla questione del compartone e del PSC (due assessori all’urbanistica più uno ai lavori pubblici si sono dimessi nel corso della legislatura, il partito di maggioranza si è profondamente diviso sulla questione), sarebbe forse auspicabile che l’Amministrazione Comunale si prendesse il tempo necessario per coinvolgere la popolazione in un reale percorso di approfondimento politico, tecnico e sociale per giungere a una soluzione condivisa e realmente sostenibile dalle persone e dall’ambiente.
Gli Amministratori passano, ma le decisioni politiche restano e condizionano pesantemente la vita delle persone.
Non è opportuno che la realizzazione del compartone ed il PSC vengano adottati proprio adesso, poco prima delle elezioni, quando per anni non è stato fatto nulla. E’ giunto il momento di mettere in discussione la stessa realizzazione di un intervento così devastante come il compartone, programmato oltre quindici anni fa, che non serve più al paese attuale! Occorre rendersi conto che è ora di smettere di svendere il territorio attraverso la previsione nel PSC di ulteriori ambiti insediativi.
Si deve ripartire dalle persone e dalle loro esigenze favorendo interventi di ristrutturazione e di riqualificazione degli edifici esistenti anche in termini di efficienza energetica.
A San Giovanni si è costruito molto, spesso anche male, e ciò che sembrava così indispensabile ad altri amministratori col tempo si è rivelato una scelta inadeguata.
Un paese può decidere di indire un referendum consultivo per capire come realmente la popolazione la pensi su una questione di gestione del territorio di rilevanza “storica” per la sua futura fisionomia sociale. Un paese può decidere di adottare un PSC a “crescita zero” se le precedenti previsioni di nuove costruzioni non ancora attuate ed il costruito non utilizzato (case sfitte, capannoni vuoti) risultano sufficienti per le future necessità.
E’ importante che la discussione su decisioni di così grande importanza per il paese non venga rinchiusa nelle segrete stanze dei partiti o negli studi ovattati dei progettisti.
E’ importante svolgere a San Giovanni una funzione di informazione a servizio dei cittadini, visto che sia a destra sia a sinistra si tace in modo inquietante e stranamente compiacente.
Non servono più promesse per favorire questo o quell’interesse privato, ma discorsi trasparenti che sappiano dialogare con tutte le persone per costruire, nell’ascolto e nella partecipazione, il nostro paese futuro.
Maggiori informazioni su: http://mentelocale-sgm.blogspot.com
MENTE LOCALE è un gruppo di opinione formato da cittadini di San Giovanni che intendono stimolare il dibattito pubblico sui problemi del paese.
Purtroppo è un amle comune delle colline della bassa Romagna.
Anche qui nella zona Roncofreddo, Longiano,… c’è una cementificazione selvaggia con uno sperpero di territorio obrobrioso.
Lo strano è che a Longiano, ad esempio, la giunta si è avvicendata alla precedente facendo appunto una campagna contro la cementificazione del territorio operata… ed ora invece…
che tristezza!
Purtroppo, immagino per far cassa ma anche per ignoranza e idiozia degli abitanti, si consumano le risorse del futuro (immediato)!